Intervista a Tess Gerritsen

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Nel salotto virtuale di Contorni di noir, oggi parliamo con Tess Gerritsen, autrice americana di fama mondiale, con la passione per il medical thriller, che ha venduto nel mondo più di venti milioni di libri.
Esordisce con il ripetere il nome del mio blog e dice: “Contorni,Contorni….but in italian means -vegetables-, isn’t it?” e la cosa mi fa davvero divertire!
Questo serve sicuramente a stemperare la tensione che ho nell’intervistare un vero e proprio “colosso” della letteratura americana..

1. Ciao Tess, presentati da sola. Chi eri quando sei partita e chi sei adesso.

T.: (Ride mentre risponde) Sono Tess Gerritsen, ho cominciato la mia carriera da medico e ora sono una scrittrice!
2. Quanto è stata dura la tua carriera di scrittrice? A cosa hai dovuto rinunciare e di che cosa ti sei arricchita?
T.: Scrivere è un lavoro molto difficile e molto duro. Pochi autori riescono veramente a vivere di questo e molti infatti esercitano altre professioni, io l’ho sempre fatto con passione, con amore e piano piano ho costruito un successo, sono aumentati i miei lettori ma ci sono voluti ben 23 libri. Non è stato semplicissimo. Ci vuole persistenza, l’amore per la scrittura, ma soprattutto la determinazione e non fare affidamento sul successo e sul denaro. Per alcuni è difficile.
3. Ora che hai venduto milioni di libri nel mondo, le aspettative sono state rispettate? E’ cambiato il rapporto con i tuoi lettori?
T: Il mio rapporto con i lettori non è cambiato. Ci tengo moltissimo a quello che pensano dei miei libri e faccio di tutto per scrivere pensando a quello che potrebbe piacere soprattutto a loro. Comunque devo dire che lo stress è sempre presente, l’impegno rimane e cerco di fare del mio meglio per continuare a produrre libri di successo.
4. Medico sta a paziente come scrittore sta a lettore. Per uno scrittore quanto è passione, quanto è vocazione, quanto è servizio verso il lettore?
T.: La passione penso sia la cosa più importante, perché non si può rendere un servizio utile ai lettori se non ti prendi cura di quello che scrivi. La professionalità è importante dal punto di vista del business, perché gli editori hanno determinate aspettative e devono contare sull’autore. Tutti questi aspetti sono importanti, ma penso anche che senza la passione non si va da nessuna parte!
5. Tu hai in parte origini cinesi. Ci sono dei tratti culturali del tuo vissuto cui tieni particolarmente che arrivino al lettore?
T.: Non l’ho ancora fatto questo, ma nel prossimo libro che sto preparando che si chiama “The Silent Girls” sarà presente questo elemento. Sono argomenti che ho sempre cercato di evitare perché non sapevo se sarebbe stato apprezzato. Invece questo libro vedrà inserita una leggenda cinese antica, che è quella del Re delle Scimmie, e sarà il punto cruciale del mistero di un omicidio a Chinatown.
6. Le donne protagoniste dei tuoi libri hanno storie difficili alle spalle, ma con una grinta invidiabile. C’è una sorta di trasposizione in ciò che scrivi perché ti immedesimi nei personaggi? Quale ti ritrae meglio?
T.: Maura Isles è molto vicina al mio carattere, rispecchia parecchio la mia vita. Siamo entrambi medici, crediamo molto nell’importanza della scienza, abbiamo una personalità piuttosto riservata e ci sono molti dettagli nella sua vita che sono tratti dal mio vissuto, per esempio siamo state allo stesso College, beviamo lo stesso vino, ci vestiamo allo stesso modo.
7. Veniamo al romanzo Il silenzio del ghiaccio, appena uscito con Longanesi. La storia è improntata su un gruppo di amici che si perdono in una strada innevata, iniziando una escalation di situazioni impreviste. A proposito di gruppo, mi ha colpito molto una frase che indichi alla fine del romanzo: “Scrivere è una professione solitaria, ma io sono tutt’altro che sola.”
Quanto pensi sia vero che nelle difficoltà “L’unione fa la forza” e quanto nella tua vita sei stata supportata dal gruppo, come la famiglia o gli amici, nei momenti bui?
T.: Partiamo dall’aspetto della scrittura: l’atto creativo è solitario ma esiste alla base una rete di supporto, quali l’agente letterario o il mio editore che mi hanno sempre dato un sostegno morale, soprattutto all’inizio della mia carriera, quando i miei  libri erano ancora poco conosciuti e mi rassicuravano dicendo: “Il libro è buono, anche se non ha avuto un grande successo.” Per quanto riguarda le dinamiche di gruppo, è importante lavorare insieme. Se non c’è collaborazione, tutto crolla. Infatti, in questo libro volevo dimostrare proprio questo aspetto. Nel gruppo di amici di cui si parla nel libro, si sta disfacendo, si autodistrugge. Maura Isles sin dall’inizio sa cosa fare in questa situazione, è la più intelligente in quel frangente, ma non viene ascoltata e guarda caso, succede quello che succede!
8. Da quale idea nasce la storia?
T.: L’ispirazione è tratta da una storia vera. Un incidente di una fuga di gas nervino negli Stati Uniti molti anni fa in cui morirono molti animali. Prima che il governo ammettesse le proprie responsabilità, c’è voluto molto tempo e allora mi sono chiesta: “E se fosse successo a delle persone? Se questa nube di gas avesse alcuni villaggi fossero stati colpiti dal gas?”
Un’altra idea mi è venuta in seguito a una serie di fatti di cronaca, quella delle sette poligame, molto frequenti in America, dove alcuni uomini, dietro all’apparenza di “Guru” religiosi, sposano giovani ragazze e ne abusano e si approfittano come se fossero bestiame. Menti deboli al servizio dei loro sporchi affari. Sono purtroppo presenti dappertutto, è proprio una piaga sociale.
9. Nel romanzo tratti vari tempi importanti, quale ad esempio la religione sotto vari aspetti e di quanto sia difficile portare avanti le proprie scelte. Quanto nella tua vita hai dovuto lottare per portare avanti le tue scelte?
T.: Le storie sono complesse e i personaggi si trovano ad affrontare molte scelte, compresi Maura Isles e i suoi compagni e questo può essere disastroso. Nella mia vita ho affrontato, come tutti del resto, scelte difficili e nel mio caso è stato quando mi sono trovata al bivio tra la mia carriera di medico e di scrittrice. All’epoca, mi chiesi spesso se la scelta che stavo per fare sarebbe stata quella giusta, ma il tempo mi ha dato ragione.10. Domanda canonica ma, come si dice, è indispensabile per approfondire le letture di una scrittrice del tuo calibro..Che libri leggi? Hai tratto ispirazione da qualcuno in particolare?

T.: Leggo libri di ogni genere, mi piacciono i libri storici, romanzi letterari, gialli o di criminologia. Non mi piace sicuramente leggere di sport. Tra i thrilleristi, Jeffery Deaver sicuramente, così come Stephen King, ma merita particolare attenzione Patricia Cornwell, che è stata la scrittrice che ha iniziato prima di altri a trattare i medical thriller.
11. Punti il dito anche sulle paure delle persone. ma di cosa ha più paura Tess Gerritsen?
T.: Tutte quelle che riguardano le sofferenze che possano colpire la mia famiglia e, soprattutto, i miei figli. Nel mio caso in particolare, non mi piace assolutamente andare in aereo!E con questa risposta, parte una risata collettiva prima di salutarci. Al prossimo libro, Tess!