ed. I Classici del Giallo Mondadori n. 1259
Traduzione Carmen Descovich
Questa è la trama:
E i primi sospetti ricadono immediatamente su Ames e l’uomo dovrà davvero mettercela tutta per sciogliere in fretta il bandolo della matassa.
“Ma ora, seduto con le mani in mano, cominciavo a rendermi pienamente conto dell’accaduto. Era scomparsa Leona. Mia moglie. La donna che amavo. Non una donna qualunque, una faccia, un corpo, un nome qualsiasi come le eroine della cronaca nera che si vedono sui giornali.”
Un uomo senza particolari problemi, una carriera ben avviata nella pubblicità, una segretaria molto efficiente, precisa e intuitiva. A casa, una moglie definita da molti bellissima e una figlia, entrambe amate e coccolate. Ebbene, in questo clima “zuccheroso” da famiglia del Mulino Bianco, in pochi istanti tutto si trasforma, diventando l’incubo più assurdo che si possa vivere: la sparizione di una persona. Oltretutto, senza nessuna ragione apparente. Niente fa presagire un gesto del genere e niente fa immaginare che sia stato un allontanamento volontario. Il dubbio e l’angoscia cercano di fare spazio alla razionalità e Ames cerca di immaginare il motivo della scomparsa della moglie, ma nessun ragionamento funziona.
Una situazione resa ancora più difficile, dal fatto che quasi nessuno gli crede. La polizia per prima dubita di lui, ma anche la moglie del vicino di casa, ricoverato in condizioni gravissime in ospedale.
Un poliziotto, Box, rimasto in ombra per tutto il romanzo, per dare spazio al protagonista. Un uomo incapace di rassegnarsi agli eventi che lo stanno colpendo.
E a quel punto, il pubblicitario deve agire da solo contro tutti, coinvolgendo chiunque possa dargli una mano a diffondere le foto della moglie, fare annunci televisivi, interrogare chiunque possa avere delle indicazioni per ritrovare la donna. E per farlo, usa i mezzi mediatici che ha a disposizione.
Un romanzo che procede come su una pista di neve appena battuta, scorrevole e assolutamente godibile. Non è necessario inventarsi trame assurde, come succede ultimamente in molti romanzi pubblicati. La semplicità della storia è vincente e lo dimostra il fatto che, nonostante questo libro sia stato pubblicato quasi 60 anni fa, è ancora attualissimo. Un caso che potrebbe succedere a chiunque e in qualunque momento. Un monito a quanto il mondo della pubblicità possa essere strumentalizzato e abusato, ma dove il ruolo di spettatore, per una volta, si inverte diventando parte attiva nella ricerca della persona scomparsa.
Peccato scoprire autori di questo calibro quasi per caso e anche in rete, ci si accorge di quanta poca conoscenza si abbia di Howard Browne. Ma non è mai troppo tardi..
Lo scrittore (biografia tratta sempre dal sito di Luca Conti):
Howard Browne (Omaha, Nebraska, 15 aprile 1907 – San Diego, California, 28 ottobre 1999) è stato – malgrado sia completamente sconosciuto in Italia – uno dei personaggi chiave nella storia dell’hard boiled e della fantascienza, sotto il suo vero nome ma anche con lo pseudonimo di John Evans. Con tale firma, infatti, Browne ha scritto tra il 1946 e il 1949 quattro romanzi nei quali appare il detective privato Paul Pine, considerato dalla critica uno dei più brillanti emuli di Philip Marlowe. Browne e Chandler vantavano una solida amicizia, nata negli anni in cui Browne era direttore di Amazing Stories, una delle più popolari riviste pulp di fantascienza del’epoca, pubblicata da un autentico colosso del settore quale la Ziff-Davis; e il nome «John Evans» appartiene ad una delle primissime incarnazioni di Philip Marlowe, come si può verificare nel racconto di Chandler No Crime in the Mountains.
Qui la scheda del libro: Controfigura per un rapimento