Ugo Barbàra – Le mani sugli occhi

2024
Le mani sugli occhi

Il libro:
Editore Piemme
Anno 2011
518 pagine – brossura con alette

La trama:

Non sempre si può sfuggire alla propria natura. Vittorio Tanlongo lo sa. Ha provato il senso di onnipotenza di chi legge dentro i sogni, le avidità, le frustrazioni degli altri; ha conosciuto il sottile piacere del burattinaio che tira i fili, la gelida soddisfazione del ragno che osserva la preda impigliarsi nella tela, l’orgoglio del professionista che sa come si conducono gli affari; quando è sufficiente allettare e blandire, quando bisogna invece minacciare, quando ricattare, quando corrompere. Ma dopo un grosso affare per il quale ha rischiato di perdere tutto, Vittorio Tanlongo – avvocato titolare di un avviato studio per i più, abilissimo faccendiere per i pochi che se lo sono potuto permettere – con quella vita ha chiuso. È sparito per qualche anno, è riuscito a tornare, e ora sua moglie Elisa, i suoi tre bambini e la villa seminascosta sul lago di Bracciano sono il suo unico orizzonte. Ma il passato non dimentica. Alcuni russi che aveva saputo servire bene lo hanno rintracciato e pretendono che lavori di nuovo per loro. Per convincerlo hanno eliminato Teo, il suo braccio destro, e ora prendono in ostaggio la sua famiglia. Ci sono di mezzo dei bond americani sequestrati dalla Guardia di Finanza di Como, c’è di mezzo un’inchiesta. E a condurre l’inchiesta è un magistrato, Federica Assioli. L’unica donna che Vittorio abbia mai davvero amato prima di  sua moglie; l’unica che, come sua moglie, non vorrebbe ingannare. La posta in gioco non sono più il denaro, il successo, il potere: la posta in gioco è ora la vita.
Primo libro di Ugo Barbàra con cui mi approccio, anche se questo romanzo risulta essere il seguito de “Il corruttore”, che non ho avuto occasione di leggere. Nonostante questo, il passato di Vittorio Tanlongo viene raccontato molto bene anche qui, quindi riesco a non perdere il filo.
Innanzitutto la storia: dopo essersi nascosto in vari paesi del mondo insieme a sua moglie Elisa e ai suoi tre figli, l’avvocato decide di tornare in Italia, più precisamente nella sua villa sul lago di Bracciano. Ha una forte  nostalgia ma, il motivo reale, è che vorrebbe riprendere le redini della sua vita insieme alla famiglia,  e mettere insieme i cocci, anche se i pericoli si celano dietro l’angolo.
Questa volta sotto forma di russi prezzolati, il cui capo ha il nome di Timchenko, un uomo senza scrupoli che gli propone di occuparsi del recupero di una montagna di soldi – trenta miliardi di dollari in bond e Kennedy notes americane – ritrovati all’interno di una valigetta a bordo di un’auto, su cui viaggiava un vescovo, rimasta coinvolta in un incidente. La Guardia di Finanza ci mette subito sopra le mani. Ma sono in tanti a volersi occupare di quella valigetta, dal colonnello Gerace, per dare una scossa alla sua carriera nella GdF, a Sonia Folaga, consulente del Ministero del Tesoro, ingaggiata per constatare l’autenticità dei titoli. A Federica Assioli della Procura di Como, donna integerrima e incorruttibile, in genere impegnata sui casi di minori scomparsi – ora alle prese con i fratellini Trabalzi – oltre a uno strano personaggio americano che dichiara essere assolutamente falsi i titoli da recuperare.
Ma in questo turbinìo di personaggi e a un intrico davvero degno di un thriller avvincente, quello che più traspare dal romanzo è il complesso intreccio di rapporti d’amore, di amicizia, di lavoro, che coinvolgono nella lettura.
Vittorio Tanlongo, in fondo, è un uomo che ha sempre saputo sfruttare gli altri per i propri interessi. E un passo del libro lo descrive molto bene: “Nessuno mai avrebbe conservato un buon ricordo di Vittorio. Nessuno avrebbe mai sentito la necessità di telefonargli anche solo per sapere come se la passava. Tutti erano stati strumenti nelle sue mani e nessuno avrebbe sentito la sua mancanza più di quanto una chiave inglese potesse avere nostalgia di un idraulico.”
Il problema è che, a quanto pare, si sono svegliati tutti dal torpore e vedono realmente l’uomo che hanno davanti, a cominciare dalla moglie Elisa, stufa delle sue continue giustificazioni. Lei vuole trovare un equilibrio che Vittorio non riesce a darle, soprattutto in virtù della nuova situazione in cui lei e i suoi figli si trovano in ostaggio di sconosciuti che vogliono ottenere una collaborazione “forzata” . Ma in fondo non è uno sconosciuto anche quell’uomo che si trova accanto? Sa davvero di cosa è capace suo marito?
Forse neanche lui se ne rende conto.  E tutta la sua sicurezza svanisce davanti a un’altra donna importante della sua vita, Federica Assioli, con cui dovrà confrontarsi e scontrarsi in un terreno viscido e pericoloso a colpi di carta bollata.
In questo libro le “mani sugli occhi” ce l’hanno in tanti, Elisa per nascondere il volto davanti ad una realtà che non vuole vedere, Federica che si lascia trascinare dai sentimenti, più che dalla professionalità, Tanlongo che non vuole vedere in quale uomo si è trasformato. Ma anche i media, che per sensazionalizzare le notizie, rischiano di rendere uomini colpevoli senza prove o mettere in ginocchio un paese dando informazioni distorte sui mercati economici e finanziari – argomento alquanto sentito in questi ultimi tempi.
“Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere”, recita un proverbio. Ma non è forse vero che abbiamo un po’ tutti le..mani sugli occhi?  Speriamo di riaprirli in tempo..
Consigliato.

Qui la scheda del libro: Le mani sugli occhi

Qui se volete leggere il primo capitolo del libro:http://api.edizpiemme.it/storage/village/2011/02/25/566-1588.pdf
Sito dello scrittore: http://www.ugobarbara.it/