Ryan David Jahn – Omicidio allo specchio

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Il libro:
Editore TimeCRIME
Anno 2012
250 pagine – rilegato
Traduzione Cristina Genovese

Un uomo come tanti altri, Simon Johnson, una vita tranquilla a Los Angeles, in un anonimo appartamento in un quartiere sconosciuto. Mentre è in casa, un uomo lo aggredisce violentemente e gli stringe le mani attorno alla gola, urlando: “Muori, figlio di puttana”. Simon si difende con tutte le sue forze e riesce a ribaltare la situazione, atterrandolo e uccidendolo. Ma quando lo illumina con la torcia, si accorge che il viso dell’uomo sembra la fotocopia del suo. E all’improvviso gli viene un’idea pazzesca: assumere l’identità dell’aggressore e scoprire il motivo di tale furia omicida nei suoi confronti. 
Scopre così che il cadavere si chiamava Jeremy Shackleford, professore di matematica, sposato e proprietario di una casa in una zona residenziale della città. Riuscirà a ingannare la moglie del professore, Samantha e perfino l’amante. 
Ma qualcosa non funziona, strane scritte appaiono sui muri e un’auto comincia a pedinare Simon. Chi si sta prendendo gioco di lui? Qualcuno lo ha scoperto? O è la sua mente a vacillare? 
Tutti hanno una vita sommersa. Non tutti se ne fanno travolgere.” 
Simon è sempre stato un uomo come tanti altri. Fino a due settimane prima dell’aggressione, lavorava otto ore al giorno e si addormentava a furia di bere. Aveva due amici, Robert e Chris e al di là di qualche scambio di parole con poche persone, le sue giornate erano tutte uguali. Si dispiaceva di arrivare al week end, perché non sapeva cos’altro fare oltre a lavorare. Aveva anche provato a svegliarsi la domenica e andare automaticamente in ufficio, per scoprire che era chiuso. “E ci era rimasto male.” 
Quindi immaginate come possa essersi sentito spiazzato, confuso e allibito, sentendosi attaccare con furia cieca da un uomo, a lui completamente sconosciuto, senza un motivo apparente..ma dopo essersi subitaneamente ripreso, la voglia di capire chi fosse James Shackleford e perché ce l’avesse tanto con lui, era fortissima. Se avesse seguito i canali tradizionali, con polizia e tutto il resto, non ci sarebbe mai arrivato. Tanto valeva assumerne le credenziali, vista la spaventosa somiglianza. E si abituò in fretta alla nuova situazione, non gli sembrava vero di essere sposato con una donna bellissima, avere una carriera avviata. E perfino l’amante! E, soprattutto, essere riuscito ad ingannare tutti. 
Ryan David Jahn evidenzia il lato oscuro di ogni essere umano, che fa di ogni occasione “l’uomo ladro” – in questo caso un ladro di identità – e stuzzica l’immaginario collettivo nell’ipotizzare cosa sarebbe in grado di fare una persona se avesse la totale libertà di disporre delle vite degli altri. “La vita interiore che si vive ma non si racconta a nessuno.” Ma il sogno – o l’incubo – dura poco, lo spazio di una pagina. Non c’è tempo per riprendere fiato, ci si immerge nella vita di Simon e nella vita di Jeremy. E a quel punto la confusione regna sovrana. Alcuni punti mi sfuggono, forse anch’io non capisco più chi sono..starò diventando pazza? O lo sta diventando Simon? 
Se dovessi trovare una morale al romanzo, forse direi: “Vista da fuori, la vita degli altri sembra sempre migliore della nostra, ma non sempre è così.” 
Preparatevi ad entrare…ai confini della realtà, ai confini della follia..preparatevi a guardarvi allo specchio e a non riconoscervi!

Lo scrittore:
Ryan David Jahn è scrittore e sceneggiatore. A sedici anni ha lasciato gli studi, ha scritto in sei settimane un racconto horror di 55,000 parole e ha trovato un impiego come commesso in un negozio di dischi; dopo una breve, detestata esperienza sotto le armi è stato bidello, operaio e carrellista, oggi vive a Los Angeles con la moglie Mary.
Di Ryan David Jahn Fanucci Editore ha pubblicato I buoni vicini (2011), vincitore del prestigioso New Blood Dagger della Crime Writers’ Association. 

Qui il sito dello scrittore:
http://www.wix.com/ryandavidjahn/ryandavidjahn3