Intervista a Elena e Michela Martignoni

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Oggi nel salotto di Contorni di noir due sorelle, legate dalla passione per la scrittura, tanto da farla diventare un’attività a tempo pieno. Hanno pubblicato tre thriller storici, il primo dei quali “Requiem per il giovane Borgia”, uscito in Italia presso TEA, approdato anche in Spagna. Il loro secondo romanzo Vortice di inganni, si è classificato secondo nel concorso letterario del Minturno, è uscito in Spagna nel 2007, in occasione del cinquecentenario della morte di Cesare Borgia, ed è stato uno tra i romanzi più venduti dell’anno. Di Autunno rosso porpora le autrici, insieme con il regista Paolo Olgiati, hanno scritto la sceneggiatura per una fiction televisiva.
1)  Cominciamo con il presentarvi, magari parlando l’una dell’altra.
Elena di Michela: 
Michela è un vulcano sempre in eruzione. Le sue idee si moltiplicano nel corso della giornata fino a raggiungere livelli pericolosi per chi lavora con lei. Un ‘Leonardo in gonnella’: geniale, instancabile, generosa. Senza la sua intelligente propulsione non riuscirei a scrivere nemmeno i biglietti d’auguri! 
Michela di Elena: 
Mia sorella Elena è… un pacco. Nonostante sembri una persona fredda, è tra le più sensibili che io conosca, nonché tra le più generose e ‘calde’. Lavorare con lei non è sempre facile perché è molto più esigente e precisa di me e quindi qualche volta rissiamo, ma quando arriva l’ispirazione, diventiamo un ‘unicum’ e siamo felici. A volte ridiamo (anche di noi stesse) per un termine grottesco o per un concetto assurdo. Da sola io non farei nulla, senza Elena non sarei nulla. 
2)  Com’è nata la scelta di scrivere e, per giunta, a quattro mani?
E.M.: Abbiamo sempre letto e scritto molto fin dall’ adolescenza, scambiandoci libri e prove di scrittura, ma la decisione di presentare i nostri lavori è venuta 15 anni fa in un pomeriggio d’autunno… la storia di come siamo arrivate in libreria è molto più complessa, degna di un thriller… 
3) Vi siete cimentate nella scrittura di tre thriller storici sui Borgia. Ma quando siete state “folgorate” dal Rinascimento italiano e da quella famiglia in particolare?
E.M.: L’incontro con i Borgia è avvenuto per caso: la rilettura di “Lucrezia Borgia” di Maria Bellonci è stata la scintilla che ha dato il via all’incendio. Tra le fascinose pagine del saggio della Bellonci ve ne sono alcune che trattano dell’omicidio di Juan Borgia, amatissimo secondogenito di papa Alessandro VI. Questa torbida vicenda, ricca di spunti romanzeschi, ci ha affascinate al punto che per un anno abbiamo raccolto tutto il materiale sull’argomento, abbiamo visitato i luoghi in cui avevano vissuto le persone coinvolte, spesso rimasti come all’epoca dei fatti narrati, e più ricercavamo e più la sete di saperne di più aumentava. Il Rinascimento è un periodo splendido e ricchissimo che dà ‘dipendenza’ a chi si addentra fra le sue mille storie. 
4) Quale aspetto vi ha affascinato di più dei personaggi delle vostre storie?
E.M.: I Borgia sono tutte figure interessanti dal papa Alessandro VI, uomo intelligente e colto, nepotista e intrigante, carnale – le sue molte amanti e i suoi numerosi figli ne sono la prova – e spietato, con l’ambizioso progetto di creare uno stato unitario nel centro Italia sotto il controllo della sua famiglia; Cesare inafferrabile, inquieto, forte, scaltro, crudele, estremo nella vita e nella morte; Juan bellissimo, sensuale, scriteriato, ricordato più per la sua morte violenta e misteriosa che per la sua breve vita; Lucrezia biondissima, bella, colta, sfortunata in amore, pedina dei giochi politici del padre e del fratello Cesare; e, come chicca finale, c’è persino un santo tra i Borgia: San Francesco, nipote dello sciagurato Juan! 
5) Perché la scelta del thriller storico? Presumo sia impegnativa la ricerca e la verifica di tutte le informazioni..
E.M.: Il thriller storico, genere che ultimamente ha molto successo in tutto il mondo, unisce alla tensione della vicenda la seduzione del passato. La difficoltà sta nel dosare i due elementi e nel trovare una lingua credibile né artificiosamente anticata né troppo moderna. Un vero banco di prova per gli scrittori. 
6) Ho letto che i vostri romanzi sono approdati in Spagna e ottenuto un notevole successo. Qual è il motivo, secondo voi?
E.M.: Riteniamo che il successo dei nostri libri in Spagna sia dovuto:
  • al fatto che nel paese iberico il romanzo storico è il genere più seguito; 
  • l’interesse degli spagnoli per i Borgia è sempre alto, certamente più alto che in Italia nonostante i Borgia abbiano vissuto e operato nel nostro Paese; 
  • la casualità ha voluto che nel momento della promozione del nostro primo libro, Requiem per il giovane Borgia, uscisse al cinema ‘Los Borgia”, film sulla famiglia catalana (mai arrivato nelle sale italiane, nonostante nella produzione ci fosse una partecipazione italiana e fosse un film ben recitato e ben documentato, certamente superiore alle attuali due mega produzioni, una americana l’altra europea, oggi in circolazione) 
7)  Siete state definite nei modi più disparati: da “Le sorelle Mannaja” dal maestro Sergio Altieri, a “Le Borgia’s sisters” da Giacomo Airoldi sull’articolo di For Magazine Milano, e per finire, le “terribili sorelle” dal mitico Luca Crovi. A quale siete più legate e perché? E..a proposito..esistono altre definizioni in giro?
E.M.: Sia l’appellativo di ‘Borgia sisters’, ormai abbreviato BS, sia quello di ‘Sorelle mannaja’ derivano dalla creatività di Sergio Altieri, autore originalissimo, oltre che caro amico e mentore per molti autori di genere. Sergio ha aiutato tanti autori a emergere dando loro un nomignolo che li caratterizza, un incoraggiamento sincero, un consiglio illuminante: gli siamo tutti grati. 
Ormai ci siamo abituate a entrambi i nickname, al punto che alcuni amici ci scrivono “Care BS…”. Luca Crovi invece ci chiama le ‘terribili sorelle’ perché a ogni presentazione scherza sul fatto che al primo incontro, in RAI, sapendo che avremmo parlato di veleni rinascimentali, ci siamo presentate con un vassoio di cioccolatini ripieni… lui ovviamente si è rifiutato di mangiarli! E la volta in cui dovevamo fare una presentazione congiunta con  Novelli&Zarini e Gianpaolo si è sentito male poco prima di partire per Milano? Crovi sostiene ancora oggi che sia stata una nostra stregoneria a metterlo KO: volevamo la ribalta tutta per noi! Non è vero, ma non è un caso che quando due sorelle si mettono a scrivere insieme finiscono sempre per scegliere come argomento il crimine. Pensate alle sorelle Giussani, creatrici di Diabolik, o alle Bronte e alle loro atmosfere torbide, e anche alle due sorelle francesi, che usano lo pseudonimo di Claude Izner, che scrivono gialli. 
Il perché resta un mistero. 
8)  Vi siete cimentate, tra l’altro, con racconti e novelle noir, insieme ad altri vostri colleghi. Ce ne volete parlare?
E.M.: Abbiamo partecipato ad alcune raccolte di racconti con altri autori. Ad esempio siamo nella cordata dei ‘365 racconti…’ curata da Franco Forte. I temi spaziano dall’erotico, all’horror e anche alle ipotesi sulla ‘fine del mondo’. Inoltre, insieme con altre ventisei autrici, abbiamo scritto un racconto per Eros e Thanatos, un Supergiallo Mondatori curato da Lia Volpatti. E’ stato stimolante confrontarsi con altri sullo stesso tema, anche se nel caso dei ‘365’ il vincolo delle 2000 battute è stato un po’ limitante. 
Sappiamo che dopo l’uscita di queste raccolte proliferano i blog nei quali gli autori divengono ‘carne da macello’ per i crudeli commenti dei lettori, ma noi non siamo su Facebook, o Twitter. Nulla di tutto ciò. Con i colleghi invece abbiamo di solito un buon rapporto, non temiamo la concorrenza, anzi, ci piace collaborare e aiutare chi lo merita. 
9) Chi di voi due è più Noir e chi più Thriller?
E.M.: Intanto ricordiamo la differenza tra i due termini. Noir è ‘ un giallo raccontato dai criminali e non dai buoni’, oppure uno scritto che non ha come scopo solo la risoluzione (positiva) del crimine, ma quella di lasciare al lettore spunti di riflessione. Noir è uno stato d’animo, una sensazione… Noi aggiungeremmo che è un’atmosfera. Ossia a nostro avviso il noir è legato anche ai luoghi. Ad esempio Milano, Torino, Parigi sono città perfette per ambientare un noir. 
Il Thriller invece è un genere legato alla tensione, al brivido, alla suspence. 
In realtà noi non rientriamo nello specifico di questi due generi, che sono spesso miscelabili. Cerchiamo di mettere entrambi gli elementi in un libro, se è necessario. 
Concordiamo con quanto abbiamo di recente sentito dire dallo scrittore Maurizio De Giovanni: la distinzione dei generi serve solo per i librai. Quando il libro lo cerchi in libreria è bene sapere a che genere appartiene per scoprire in quale scaffale è posizionato, ma una volta uscito dal negozio… è solo un libro da leggere. Gli unici due generi in cui si possono distinguere i libri sono i… belli e i brutti! 
Comunque, tra le due, quella che ha sempre l’ansia di mettere l’elemento ‘giallo/noir/thriller ‘ è più Michela, a Elena piace raccontare belle storie a prescindere da questi elementi. 
10) C’è un principio di base su cui non transigete nelle vostre opere? Raccontatemi qualche lato divertente del lavorare insieme.
E.M.: Sì, il principio base è quello di non imbrogliare il lettore con notizie false. Quando scriviamo uno storico cerchiamo sempre – nei limiti delle ricerche che possiamo effettuare – di non scrivere falsità. Romanzare è un conto, ingannare un altro. E anche se si tratta di romanzi, se compare l’aggettivo ‘storico’ è necessaria la precisione. 
Lati divertenti dello scrivere insieme? Ce ne sono tantissimi. Uno tra gli episodi più buffi è stato un incontro in un bar del Tigullio con i soci Novelli&Zarini. Dovevamo impostare una scaletta per un thriller all’americana con un delirio di morti, stragi e omicidi e avevamo quell’unica occasione d’incontro de visu, vivendo in città diverse. La barista che ci serviva ci guardava malissimo quando ci portava i caffè e le bibite che consumavamo compulsivamente. Provate a servire quattro che chiacchierano in questo modo: “eh no, quello non puoi ammazzarmelo così!” oppure “quello lo brasiamo dentro la macchina del tempo ” o ancora “dobbiamo ammazzarne un altro per aumentare la tensione”. 
Alla fine la barista (anziana) ci ha guardato di sottecchi intimandoci: “Andate a casa vostra o chiamo la polizia!” 
11)  Raccontatemi i vostri progetti futuri. Uno lo anticipo io..ciò che “bolle in pentola” è un romanzo a otto (dico: otto!) mani con i bravissimi scrittori Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini. Qual’è stata la scintilla e come ci si organizza, in questo caso? Mi sembra piuttosto complicato, considerando soprattutto che voi vivete a Milano e loro a Savona.
E.M.: A questa domanda abbiamo già in parte risposto sopra. Sì, abbiamo scritto un romanzo a 8 mani con Novelli e Zarini ed è stata un’esperienza piacevolissima. Pur vivendo in città diverse, grazie a Internet e agli scambi via mail ce l’abbiamo fatta. Andrea e Gianpaolo sono stati ottimi compagni di lavoro… forse per loro noi lo siamo state un po’ meno perché siamo terribilmente incostanti e stravolgiamo sempre le scalette cambiando idea in continuazione, mentre loro sono precisi e fedeli alle decisioni, ma alla fine abbiamo trovato un accordo e il romanzo è finito. Il risultato secondo noi è esplosivo, ma finora il libro non ha trovato un editore disposto ad accendere la miccia … ma siamo fiduciosi perché i lettori campione lo hanno apprezzato tantissimo e si stupiscono che non sia già in libreria. 
12)  So che avete anche altra..carne al fuoco. Ne volete parlare?
E.M.: Sì, un romanzo storico per Mondadori. Lo stiamo ultimando. Questa volta però, pur non inserendo – come da nostro diktat – nessuna ‘panzana storica’, abbiamo dato più rilevanza agli intrighi e ai colpi di scena e non alle pure vicende storiche. 
E poi… abbiamo nel cuore un romanzo a cui lavoriamo da anni, che riguarda un delitto milanese eccellente, su due piani narrativi diversi. Abbiamo concluso la scaletta e appena potremo lo scriveremo. I racconti e le novelle invece per noi sono un piacevole intermezzo. Molto spesso ci telefoniamo scambiandoci progetti di racconti che spesso hanno spunti reali. Inoltre scriviamo recensioni e servizi per Storia in rete, rivista storica d’eccellenza, che ci lascia libertà di scelta e opinione, e per altri giornali quando ci vengono richieste. 
Insomma non siamo solo ‘Borgia sisters”. E’ il tempo per realizzare tutto quello che vorremmo che manca, non certo le idee e la passione, sempre in crescendo. 
13)  Se doveste associare una canzone o un genere musicale ai vostri libri, quale sarebbe?
E.M.: La musica perfetta per i nostri romanzi storici potrebbe essere l’ouverture de “La forza del destino” di Giuseppe Verdi. Comunica proprio una straordinaria tensione, quella che un giallo storico dovrebbe saper trasmettere. 
Invece per l’attività di ‘noiriste’ pensiamo alla voce profonda di Claudio Sanfilippo che canta Brassens o alle canzoni della ‘mala’ milanese. Quanto noir tra le ringhiere e i bassifondi del Naviglio, nelle stradine di Brera, tra case chiuse, locali malfamati, amori difficili e… delitti!
Se volete saperne di più, consultate il sito di Elena e Michela: http://elenaemichelamartignoni.com/