Gianni Simoni – Piazza San Sepolcro

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Editore TEA
Anno 2012
238 pagine – rilegato con sovraccopertina

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san-sepolcroIn una Milano dall’atmosfera grigia e fredda, in cui la nebbia avvolge ogni cosa e la sola luce dei lampioni non è sufficiente a scaldare l’anima dei cittadini, si consuma uno stupro ad opera di un maniaco che aggredisce le sue vittime, armato di un coltello. Sceglie dei garage sotterranei e attende, nell’ombra, l’arrivo di qualche donna da violentare, abbandonandola poi nel dolore e nell’angoscia.
Nello stesso periodo, un ragazzo viene ritrovato senza vita in un parco, con un foro in mezzo alla fronte, causato da un proiettile sparato – sembra – a distanza ravvicinata. Potrebbe esserci un collegamento fra i due fatti? Se ne occuperà l’ispettore Andrea Lucchesi, trasferito da pochi giorni dalla sede centrale di via Fatebenefratelli a Piazza San Sepolcro. Un uomo dal passato ingombrante il quale, per colpa del suo carattere irascibile e scontroso, si è beccato due provvedimenti disciplinari e due penali. Ma uno che deve fare i conti tutti i giorni con il colore della pelle – nera, ereditata dalla madre eritrea – incollerito col mondo intero, ma soprattutto con se stesso, non ha vita facile in un sistema che cerca di catalogare le regole e le persone. Soprattutto per lui, che non sa scendere a compromessi.
Nuovo personaggio per Gianni Simoni, che inaugura con “Piazza San Sepolcro” ambientazione diversa  da Brescia – sua città d’origine – a Milano – sua città d’adozione – e Andrea Lucchesi, un ispettore di colore che combatte ogni giorno in una città come Milano, fredda di clima e di carattere, piena di contraddizioni e che non fa distinzione tra un vu’ cumprà e un poliziotto, “tanto è un negro“, diffidente anche dopo che l’ispettore mostra il tesserino di riconoscimento. Essendo un istintivo, dal carattere poco malleabile e poco disposto all’accondiscendenza, fa fatica ad ambientarsi in un ambiente che considera ostile. Assegnato alla Sezione furti e rapine del commissariato di Piazza San Sepolcro, deve seguire un’indagine di furto ai danni di una signora benestante, a cui sono stati sottratti due quadri di valore. La stessa rimarrà sorpresa quando Lucchesi darà prova di conoscere bene opere e artisti.
E lo sarà ancor di più il commissario Giovanni Pepe, il quale si chiederà il vero motivo del trasferimento di quel valido agente, se solo per motivi caratteriali o per colpa dei soliti pregiudizi.
Una Milano descritta nei particolari delle vie che io ben conosco, compreso quel commissariato in Piazza San Sepolcro, in cui mi capita di passare quasi tutti i giorni, lavorando proprio nei pressi. Una visione della metropoli che condivido con Simoni, per la superficialità, l’apparenza, quella patina di perbenismo che nasconde diffidenza e arretratezza. Ma Lucchesi, nonostante tutto, non si lascia smontare dalle battute che si sente ripetere, anzi, le usa a sua volta per schernire chi gli si para davanti. C’è spazio per conoscere bene le sue caratteristiche e le sue debolezze. Ha un carattere difficile e questo non lo aiuta neanche con le donne, che ne subiscono il fascino, ma non riescono a farsi amare.
Un romanzo concentrato sull’aspetto psicologico dei personaggi, forse calibrando la parte dedicata alle indagini in modo minoritario.
Ciò non toglie che la nascita di una nuova figura che ha scalzato, almeno in questo romanzo, il duo Petri e Miceli, consolidati e apprezzati dai lettori, non possa presentare sviluppi futuri interessanti.
Piacevole.

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Lo scrittore:

Ex magistrato, è stato giudice istruttore in indagini di criminalità organizzata, eversione nera e terrorismo. Ha sostenuto l’accusa nel processo d’appello per l’omicidio Ambrosoli e ha condotto l’inchiesta giudiziaria sulla morte di Michele Sindona nel carcere di Voghera e ha scritto un libro sull’argomento, “Il caffè di Sindona”, con la Garzanti, in collaborazione con LucianoTurone.
Ha pubblicato i romanzi che hanno come protagonisti il commissario Miceli e l’ex giudice Petri : “Un mattino di ottobre”, “Commissario,domani ucciderò Labruna”, “Lo specchio del barbiere”, “La morte al cancello”, “Pesca con la mosca” e in libreria da poco “Il ferro da stiro”.

Qui la mia recensione del romanzo La morte al cancello