Linwood Barclay Non voltarti indietro

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Il  libro:
Editore Piemme / Linea Rossa
Anno 2013
476 pagine – rilegato con sovraccopertina
Traduzione Barbara Murgia
Trama e recensione:
Quanto si conosce il proprio partner? Cosa si è disposti a fare quando in gioco c’è un mucchio di soldi? Quanto può sembrare colpevole un innocente, se gli indizi a suo sfavore sono disseminati ad arte?
David, giornalista di una rivista locale, insieme alla moglie Jan, decidono di passare la giornata al parco divertimenti insieme al figlio di quattro anni, Ethan. Ma basta un attimo di distrazione della madre e il bambino scompare nel nulla. I genitori, presi dal panico, cominciano a correre in ogni direzione per rintracciare il passeggino con Ethan e, dopo alcuni minuti che sembrano un’eternità, ritrovano il bambino ancora addormentato e ignaro dello spavento che ha causato.
Quando tutto sembra passato, un altro fatto sconvolgente fa ripiombare nell’angoscia David: anche la moglie Jan sembra essere sparita. Ma il fatto più anomalo è che non c’è traccia della donna nelle registrazioni delle telecamere del parco. Non solo: alla biglietteria risultano essere stati acquistati solo due biglietti. Uno intero e uno ridotto. Quindi solo per un adulto e un bambino.
La polizia sospetta immediatamente del marito e tutti gli indizi sembrano condurre alla sua colpevolezza. David è frastornato dagli avvenimenti ed è costretto a rinviare un’inchiesta relativa a un caso di tangenti – che aveva già minato la facciata di eminenti personaggi pubblici – per dedicarsi completamente al ritrovamento di Jan e alla dimostrazione della propria innocenza.
Ma attraverso difficoltose ricerche, David comincia a scoprire aspetti inquietanti della vita di sua moglie ed è come una voragine senza fondo, dalla quale si sente risucchiato e non riesce più ad emergere…
Su questo blog Linwood Barclay è sempre ben accetto. Il suo stile mi piace molto, tanto da aver recensito Il vicino di casa, Senza dirsi addio e averlo intervistato: Intervista in italiano e Intervista in inglese. Con questo romanzo – così come per i precedenti – si riconferma la sua maestria nel tenere il lettore incollato dalla prima all’ultima pagina. Ho l’abitudine di avere sempre un libretto con me, sul quale scrivo i punti salienti del romanzo, le personalità dei protagonisti, o semplicemente alcune frasi che mi colpiscono. Linwood Barclay non me ne dà il tempo! E’ talmente forte la curiosità di proseguire nella storia, che ti ritrovi alla fine senza aver scritto una sola riga. Il romanzo ha un impatto subitaneo di adrenalina pura: la sparizione di un bambino all’interno di un parco divertimenti. E quando sembra che tutto sia finito, sparisce anche la madre. Ed è un uomo solo che si trova a combattere contro le forze dell’ordine e contro gli indizi che lo schiacciano, senza possibilità di replica.
E’ forse la via più semplice anche per la polizia, quando non vi sono dubbi presunti di innocenza. Ma quanto può essere distorta la verità quando gli interessi in gioco sono tanti?
Lo scrittore, ancora una volta, ci mette davanti ad una realtà parallela, in cui nessuno è quello che sostiene di essere. E crollano anche le certezze più solide.
E il consiglio è: Non fidatevi di nessuno.
Grandissimo romanzo.
Lo scrittore:
La sua bibliografia è ben più lunga, ovviamente e, oltre a fornirvi qualche cenno sullo scrittore – tratto dal sito della casa editrice Piemme – vi invito a visitare il suo sito http://linwoodbarclay.com/:
Nato negli Stati Uniti, è cresciuto e vive in Canada. Dopo una laurea in Lettere, ha iniziato a collaborare con varie testate, tra cui il «Toronto Star», su cui ha tenuto una rubrica fissa dal 1993 al 2008, quando si è ritirato per dedicarsi interamente al mestiere di scrittore. Senza dirsi addio (Piemme, 2009), tradotto in oltre trenta lingue, è stato un bestseller in tutto il mondo e addirittura il libro più venduto del 2008 in Gran Bretagna. Successo replicato da Il vicino di casa (Piemme, 2010), vincitore dell’Arthur Ellis Award (il principale premio riservato ai thriller in Canada) e n°1 su Amazon.fr, e da Prima che sia troppo tardi.