Claudio Paglieri – L’enigma di Leonardo

2874

Editore Piemme
Anno 2013
400 pagine – brossura con alette

[divider]

26195098_enigma-di-leonardo-0Aniezska, badante polacca dell’anziano conte Guinigi Moncalvo, viveva nella villa del nobile da almeno vent’anni. L’aveva accudito ed era stata la sua amante per fare in modo che al suo trapasso riuscisse a farsi lasciare una cospicua eredità, dopo tanta dedizione e tanto lavoro.

L’uomo non si era mai sposato, non aveva avuto figli e non aveva mai avuto particolari ambizioni, nonostante la madre avesse desiderato che diventasse un diplomatico, un ambasciatore o un deputato della Repubblica. Il suo tesoro era semplicemente in un cassetto: all’interno di una Bibbia conservava un antico disegno di un uomo con la barba, attribuito a Leonardo da Vinci. Un oggetto inestimabile che, alla morte del conte, la badante fece sparire insieme a mobili e suppellettili della villa, una sorta di “liquidazione” che però non ebbe tempo di godersi, in quanto fu trovata morta, all’interno della villa.
Ad un primo sopralluogo della polizia, la donna sembra accidentalmente caduta dal parapetto della scala, ma l’indagine – condotta dal commissario Luciani – lascia perplessi gli inquirenti.
La storia di Claudio Paglieri ruota intorno a un ritratto inedito, ritrovato a Genova con tanto di firma di Leonardo da Vinci. Il disegno rappresenta un uomo dall’età incerta – fra i trenta e i cinquant’anni – disegnato di profilo, anche se pareva che guardasse da qualsiasi lato, con un misto di compassione e rimprovero. Era troppo vecchio per essere Gesù Cristo e troppo giovane per essere Dio Padre, ma aveva la stessa espressione delusa del Signore quando vede che gli uomini deviano dal sentiero che Lui ha tracciato per loro.
Lo spunto è servito per creare una storia intorno, nella quale si avvicendano vari personaggi, ognuno di questi ben delineato e caratterizzato. Vi sono inizialmente una badante e un anziano: storie comuni di persone comuni, in cui gli interessi sostituiscono le buone azioni e un uomo alla fine dei suoi giorni si trasforma in un portafoglio che cammina. Anche la badante è uno stereotipo, raffigurata come una donna lontana dal suo Paese, la quale sopporta qualsiasi cosa se il fine è avere un gruzzolo che le permetta di rivedere la sua famiglia o di non dover più accettare simili compromessi.
Ma questo è solo il principio, è l’incipit di una trama che serve ad addentrarsi nella vicenda, nella quale il vero protagonista è il disegno tanto ambiguo quanto stregato il quale, nonostante passi di mano in mano, sembra osservare chiunque e cambiare espressione..
Il commissario Luciani, alle prese con l’indagine, sarà messo in difficoltà da.. un neonato. Eh già, perché pare che la sua ex fidanzata abbia avuto un figlio da lui – Alessandro – e abbia voluto lasciarglielo davanti alla porta. Così si dibatte, tra padre impacciato e disorganizzato – Un bambino,  soprattutto quando dorme, è come guardare un angelo posato su un arcobaleno – a serio e integerrimo commissario di polizia. Il risultato è un personaggio simpatico e divertente, che riesce a calibrare le priorità e a giungere alla conclusione del caso, qualunque esso sia!
Lo scrittore
Claudio Paglieri, giornalista e scrittore, è nato a Genova il 26 settembre 19 65. Ha cominciato ad appassionarsi al giornalismo a 16 anni e oggi lavora al “Secolo XIX”. Con Piemme ha già pubblicato Domenica nera (Premio Bancarella Sport), Il vicolo delle cause perse e La cacciatrice di teste.
Definito da Aldo Cazzullo ne L’Italia s’è ridesta come l’inventore del commissario Luciani, il primo detective anoressico della storia letteraria. I suoi gialli sono bellissimi, forse troppo per i gusti del pubblico; per questo non è ancora noto come meriterebbe. Presto Paglieri sarà riconosciuto per quel che è: il miglior giallista italiano.
Il presunto autoritratto di Leonardo esiste davvero e ha dato spunto all’autore per la costruzione di questa storia:http://www.leonardoritrovato.com/Il_Disegno_ritrovato/Home.html