Jeet Thayl – Narcopolis

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Credo che qualcuno mi ritroverà, un giorno, sommersa dai libri da leggere e in preda al delirio per la mancanza di tempo per riuscire a seguire tutte le uscite delle case editrici, fra le quali questo romanzo che mi ha colpita immediatamente per due motivi: in primis, perché trattasi di un autore indiano. Jeet Thayil – è nato in Kerala nel 1959 e attualmente vive a Delhi. È uno dei più noti poeti indiani, e compositore e creatore, insieme con Suman Sridhar, del progetto di musica contemporanea Sridhar/ Thayil. In secondo luogo, perché la storia si svolge nel suo paese e non, come tanti, in America seppur non americani perché, pare, sia più interessante..ma chi lo dice?
A me interessa conoscere altre realtà, come questa..
Segnalo quindi questa pubblicazione da parte di Beat Edizioni (edizione originale Neri Pozza) in questa estate 2013 e questa la sinossi:
In fuga da New York, Dom Ullis si rifugia nella rinomata fumeria d’oppio di Rashid, a Bombay.
È il regno di Dimple, una splendida hijra, un eunuco, che ha imparato a maneggiare l’oppio nella fumeria di Mr Lee, un ex ufficiale dell’esercito cinese che ha lasciato a Canton passioni, sventure e fallimenti. È il regno anche di una singolare compagnia di oppiomani: Newton Pinter Xavier, il pittore che dipinge quadri che grondano sesso ed eresie; Rumi, lo spilungone dal sorriso largo e strafottente; Salim, il borsaiolo alto e segaligno; e artisti, filosofi, poeti e prostitute che si immergono nelle loro mirabolanti fantasticherie aspirando oppio. Con i suoi amanti e ospiti Dimple discute di Dio e del sesso, dell’amore e del significato dell’esistenza, della crudeltà della vita e… del Patar Maar, l’assassino di pietra che uccide i poveri di Bombay, come un angelo sterminatore che cerca di mettere fine una volta per tutte alla loro miseria. Accolto entusiasticamente dalla critica e dal pubblico al suo apparire in Inghilterra e negli Stati Uniti, Narcopolis è una delle grandi opere della letteratura indiana contemporanea.
La stampa scrive:
«Narcopolis è tutto quello che uno si immagina, ma ha quasi timore di dire – droga, fumerie d’oppio, sesso e Bombay – lo splendore della città e la sua desolazione, i bassifondi e il miscuglio di razze, classi, religione, violenza e morte… Insomma, Narcopolis è un grande libro».
The Hungry Reader
«Tre decenni trascorsi a contemplare Bombay in tutto il suo lussurioso squallore… il vomito, la violenza, il glamour triviale e la terribile bellezza di una città trasformati in qualcosa che si annuncia subito come un vero e proprio classico di culto». 
Hindustan Times
«Jeet Thayil ha scritto un’opera che può trovare posto solo accanto a un Roberto Bolaño». 
Alan Warner