Pierre Lemaitre – Lavoro a mano armata

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Editore Fazi
Anno 2013
449 pagine – ebook
Traduzione di G. Cuva
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1327Il difficile non è essere disoccupato, è continuare a vivere in una società fondata sull’economia del lavoro. Dovunque ti giri, tutto ruota intorno a quello che non hai.

Si chiama Alain Delambre, ha cinquantasette anni. E’ un quadro disoccupato da quattro. Arrotonda con piccoli lavori, scarica cassette, imballa oggetti nella carta a bolle, distribuisce volantini.

Prima era direttore delle risorse umane in un’azienda con quasi duecento dipendenti. Si chiamava Bercaud, un’azienda di bigiotteria, comprata dai belgi e, sei settimane dopo, la prima ondata di licenziamenti.

Ha una moglie – Nicole – e due figlie, Lucie e Mathilde. Gli effetti della disoccupazione lo hanno invecchiato, abbattuto, immalinconito. L’immagine che la sua famiglia ha di lui è di un uomo ormai inutile e con un carattere insopportabile.

Per chi non ne è direttamente toccato, la disoccupazione è solo un rumore di fondo.

Google mi informa di cosa succede nel mondo. “Buona notizia: questo mese gli Stati Uniti hanno perso solo 548.000 posti di lavoro”.

Ha risposto a un annuncio di uno studio di consulenti che cercava un assistente alle risorse umane per una grande azienda. Il lavoro consisteva nel partecipare all’assunzione dei quadri, tramite un gioco di ruolo: sequestro di persona sul posto di lavoro. Obiettivo: mettere alla prova i quadri superiori in una situazione di stress violento e progressivo.

Da quel momento, il suo scopo diventa quello di farsi assumere ad ogni costo e tramite ogni mezzo ed espediente. Ma i risvolti di quella selezione diventeranno una questione di vita o di morte.

E’ vero che non si può sapere di cosa si è capaci, finché la vita non ci porta a trovarci nelle condizioni più estreme. E a quel punto si rischia di rimanerne sorpresi, nel bene o nel male.

Alain Delambre conduceva una vita tranquilla insieme alla sua famiglia, con il solo pensiero di godersi la meritata pensione e passare il resto dei suoi anni senza scossoni. Ma un sistema economico fondato sul lavoro, nel quale la crisi ha fatto crollare tutte le certezze, porta necessariamente a gesti imprevedibili e inaspettati.

E gli stessi concetti manageriali – che classificano gli aspetti psicologici di una persona – impartiti per la selezione del personale, possono essere utilizzati in una situazione di stress, come durante un sequestro.

Alain si scopre vittima, carnefice e artefice del suo futuro, attraverso gesti all’apparenza determinati, che lo costringeranno a mettere a dura prova i suoi affetti più cari.

Pierre Lemaitre mi stupisce e mi intriga con la sua scrittura , urlando a squarciagola il disagio di questi anni di crisi economica e che paragona il successo e il fallimento a una collana: basta disfare il nodo e tutto si sfila.

Trama estrema e geniale.. Unico neo: un IO narrante che mi ha confusa, ma glielo perdono.

Lo scrittore:

Pierre Lemaitre ha insegnato per molti anni letteratura ed è approdato tardi alla carriera di scrittore e sceneggiatore. È autore di quattro romanzi con cui ha vinto diversi premi, tra cui il Prix du premier roman al Festival di Cognac nel 2006. Lavoro a mano armata si è aggiudicato il prestigioso Prix Le Point du Polar européen 2010. I suoi romanzi sono tradotti in 13 lingue.