Valerio Evangelisti e Emanuela Zucchini – Storia del Partito Socialista Rivoluzionario

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Editore: Odoya – Collana: Odoya Library.
Pagine: 320.
Brossura e illustrazioni.

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Evangelisti_PSRPrologo (breve). Valerio Evangelisti scrittore è uno degli autori italiani che preferisco in assoluto. L’ho scoperto per caso dopo aver ascoltato lo sceneggiato radiofonico “La scala per l’inferno” (versione radiofonica scritta dallo stesso Evangelisti e tratta da “Picatrix, La scala per l’inferno”, Urania 1998, che ho comprato subito dopo…). Da allora ho messo nella mia biblioteca tutto quello che ha pubblicato. Ecco perché Cecilia – che ben conosce questa mia passione per Evangelisti – venuta a conoscenza dell’uscita di questo testo, me l’ha passato e me ne ha chiesta la recensione.
Permettetemi ancora una cosa. Seguo Evangelisti anche oltre la sua natura di scrittore, soprattutto quale commentatore molto acuto della situazione politica attuale e pregressa del nostro paese. Sono posizioni molto definite, ma che Evangelisti difende proprio per via della sua notevole preparazione e conoscenza, ed io lo apprezzo – e lo seguo – proprio per questo motivo (fine del prologo breve).

Questa “Storia del Partito Socialista Rivoluzionario” nasce quale estensione naturale di una precedente tesi universitaria. Viene pubblicato in origine nel 1981, ma per via di alcune posizioni non in linea con le allora segreterie di PCI e PSI, non verrà mai pubblicizzato o citato nelle bibliografie relative alla storia del Partito Socialista (la stessa Imola, che ne aveva inizialmente caldeggiato la realizzazione ed aveva affidato ad Evangelisti l’ecdotica della mostra sul socialismo, non adotterà questo testo nella sua biblioteca comunale…). Odoya ne ha curato la pubblicazione anche quale sorta di prodromo all’imminente nuovo libro di Evangelisti (foriero di una nuova trilogia) intitolato “Il Sole dell’Avvenire” e che arriverà in libreria verso i primi di Dicembre per Mondadori Strade Blu (e che entrerà nella mia biblioteca poco dopo…).

Normalmente leggere saggi relativi ai movimenti politici è quanto di più avvilente possa capitare (almeno, questa la mia esperienza sinora) e fin da subito ho sperato che questo, scritto da un “giovane Evangelisti” quando ancora lo stesso non aveva intrapreso la sua carriera di scrittore, fosse almeno vicino allo stile attuale. E con sorpresa devo proprio dire di sì.
Le trecentoventi pagine del saggio sono chiare, dallo stile scorrevole, ma caratterizzate fin dal principio da un rigoroso approccio scientifico. Notevole – per ogni capitolo – la messe di annotazioni complementari al testo, già comunque esaustivo nell’esposizione dei fatti.
La vicenda del Partito Socialista Rivoluzionario – originariamente Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna – viene ricostruita in modo integrale, iniziando col definire la figura del suo fondatore, Andrea Costa (a cui Bologna ha intitolato anche una via) e di come le idee socialiste propugnate fossero in un certo qual modo in antitesi con quelle a lui contemporanee.

La disamina di Evangelisti e Zucchini è portata avanti in modo cronologico e lineare, con un linguaggio molto comprensibile e non da addetti ai lavori e con un che di narrativo che aiuta a comprendere quanto le vicende politiche di allora fossero complesse e non di così facile e immediata lettura. Il Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna si evolverà in Partito Socialista e resta fondamentale per capire come le idee socialiste si diffusero e svilupparono in Italia, ma quello che risalta nell’indagine di Evangelisti e Zucchini è come l’importanza del PSR non sia quella del “contributo”, bensì del “mancato contributo” al partito e alla storia del movimento operaio. Disperso in una miriade di circoli autonomi, ma connotato da un legame profondo con il territorio e le sue problematiche, il PSR si mostra quale tentativo conciliatorio tra l’anarchismo e il socialismo “legalitario”. La sua storia dura dodici anni nei quali raccoglie migliaia di aderenti tra Romagna e resto d’Italia – ecco la sua importanza – e diffonde le idee socialiste in un momento critico per la creazione dello Stato italiano.

Quello che spicca, in tutto questo racconto – perché alla fine di questo si tratta, nonostante tutto – è l’attività frenetica di tutti coloro che in quei tempi erano stimolati alla vita politica. V’era il reale desiderio di attivarsi per portare un cambiamento, per modificare lo status quo e per questi obiettivi si era estremamente intransigenti con sé stessi e con i propri ideali. Messo a confronto con il piattume e la piaggeria dei nostri tempi anche se non si è in linea con quel pensare, rimane l’amaro in bocca nell’osservare l’inutilità della vita politica attuale e di coloro che – da comparse – la animano.

Anche se non siete di questa corrente di pensiero, anche se pensate che la politica non abbia nulla da dire, vi consiglierei la lettura di questo saggio per rendervi conto di come la cultura passi anche dal conoscere le vicende socio politiche di una nazione.

Michele Finelli
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Lo Scrittore
Compendiare in poche righe la figura di Valerio Evangelisti scrittore non è cosa da poco, ma proviamoci. Nasce a Bologna nel 1952 e dopo una laurea in Scienze Politiche si dedica all’attività accademica fino al 1990, alternandola a quella di funzionario del Ministero delle Finanze. Dopo aver scritto circa quaranta saggi storici (per un totale di cinque volumi) decide di dedicarsi alla narrativa fantastica. Nel 1993 vince il Premio Urania con “Nicolas Eymerich, inquisitore” che sarà il punto di partenza della “Saga di Eymerich” culminata con “Rex Tremenda Majestatis” pubblicata nel 2010. Altro successo è la trilogia “Magus” sulla figura di Nostradamus, la serie di racconti ispirati alla storia americana (“Antracite”, “Noi saremo tutto” e del Messico (“Il Collare di fuoco” e ciclo di Pantera il Palero) e la più recente trilogia che vede protagonisti i pirati dei Caraibi, conclusasi con “Cartagena” (2012). Ce ne sarebbe ancora. Ma mi fermo qui.