Valerio Evangelisti e Emanuela Zucchini – Storia del Partito Socialista Rivoluzionario

2998

Evangelisti_PSR

Valerio Evangelisti, celebre scrittore bolognese, pur essendo noto soprattutto per i suoi romanzi di carattere gotico e fantasy, si è ispirato alla storia e ai protagonisti del movimento sindacale nordamericano per i suoi bestseller Antracite (Mondadori 2003), Noi saremo tutto (Mondadori 2004) e One Big Union (Mondadori 2011). La storia del Partito Socialista Rivoluzionario tracciata in questo suo saggio fa invece da fondamentale base teorica al suo nuovo ciclo narrativo Il Sole dell’Avvenire, il cui primo romanzo è in uscita a dicembre 2013 per Mondadori.

Emanuela Zucchini, laureata in Scienze Politiche, è stata funzionaria dell’Università di Bologna e poi della Regione Emilia-Romagna.

Evangelisti non solo ripropone la storia del PSR, ma ne fa anche l’ambientazione per una nuova trilogia di romanzi. Sarà in libreria a Novembre il primo della trilogia Il Sole dell’Avvenire (Mondadori), che immagina le vicende di base ed esponenti del Partito socialista rivoluzionario nella Romagna che si apprestava a entrare in quel Novecento descritto dal film di Bertolucci. Il PSR nacque dalla necessità di creare una struttura locale che si riferisse non tanto agli operai, quanto ai braccianti agricoli spesso stagionali (precari diremmo oggi), componente più rappresentativa della classe lavoratrice nella Romagna di quegli anni. Il primo passo fu quello di uscire dalla clandestinità e proporre una via libertaria alle riforme, anche in parlamento. Quella che veniva presentata come una mossa necessaria per la propaganda fu in realtà più una strategia che una tattica, nonostante lo statuto del partito parlasse un linguaggio simile a quello dei rivoluzionari internazionali. Andrea Costa fu la personalità che rappresentò il partito in parlamento, non senza critiche della componente più anarchica.

La real politik riformista che occhieggiava alla componente repubblicana e si batteva per il suffragio universale oltre che per un miglioramento delle condizioni di vita nelle campagne. Certi che, come scrisse Marx, il capitalismo sarebbe esploso nelle sue stesse contraddizioni, i fiduciosi “rivoluzionari” si apprestavano a costituire l’avanguardia della classe lavoratrice che avrebbe preso le redini della società alla caduta del capitalismo. Un’utopia che però rimase salda nel fare politico sempre più istituzionale e sempre meno rivoluzionario, se non a parole. Sullo sfondo delle vicende di congressi e mozioni, detrattori e fautori della linea di Costa, si staglia la situazione economica dell’Italia di quel periodo.

“Il 24 novembre 1884, cinquecento braccianti, accompagnati da cinquanta donne addette ai servizi domestici, partirono cantando alla volta dell’Agro Romano.” Era il grande progetto della bonifica del litorale di Ostia che coinvolse le cooperative del ravennate, le prime d’Italia, che sollevarono la questione della produzione gestita dagli stessi lavoratori. Uno spaccato di storia davvero poco frequentato per il progetto di un’operazione unica nel suo genere: lo stesso autore propone entrambi i côté della storia, i fatti e la fiction.

Da Odoya nelle librerie.