Luigi Martinuzzi – L’ultimo respiro

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Genere Thriller
Anno 2014
120 pagine – ebook

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cop-definitivaHo un compito ingrato: quello di recensire un giovane autore che, come tutti gli esordienti, avrebbe bisogno di essere incoraggiato nel proseguire il cammino difficilissimo e irto di ostacoli della letteratura. Devo anche essere intellettualmente onesto, non cedere al buonismo e, per quanto mi è possibile, cercare di dare dei consigli al giovane Luigi a costo di apparire spietato.

Già i nomi inglesi dei protagonisti in un romanzo di un autore italiano suonano falsi, non occorre ambientare un thriller in una città americana: molto meglio sarebbe stato Roma, Torino, Palermo, Udine, ecc. alle nostre latitudini non mancano purtroppo i serial killer.

La storia inizia con il brutale omicidio di una giovane aiuto dentista; ancor prima di sapere che questo assassinio potrebbe essere il primo di una lunga serie, vengono coinvolti agenti del FBI. Come il cinema e la letteratura insegnano questa agenzia federale subentra alla polizia locale quando c’è la certezza o almeno si presume che possa essere l’opera di un serial killer. Questo aspetto non è stato attentamente valutato da Martinuzzi.

Dialoghi e un certo lessico sono ingenui: un agente del FBI, per quanto scapestrato e testa calda, non pone delle domande “con aria <incuriosita>” al suo superiore nel corso di una riunione ufficiale. Si sta facendo il punto della situazione di una complessa indagine, non sono dei frivoli pettegolezzi che possono suscitare la curiosità di qualcuno.

Quando un marito rientra tardi a casa cerca di non far rumore per non svegliare la moglie e non “senza far <confusione>”, lo stesso lemma viene poi usato per indicare lo stato mentale di questo personaggio che finirà poi per ammazzare la moglie e l’amante di lei con una pistola a tamburo da dieci colpi e qui abbiamo anche una serie di errori.

Vediamoli: “Sam Cubbert impugna una pistola a tamburo da dieci colpi, larma che ha usato per freddarli. Nella destra tiene stretta la pistola. Decide di affidarsi al destino. Larma ha ancora un colpo. Fa girare il tamburo fin che si ferma. Sulla canna potrebbe esserci pronto il proiettile che potrebbe ucciderlo, come potrebbe esserci un colpo a vuoto. Ha una possibilità su sei di non morire.” (No! Ha nove probabilità su dieci di non morire).

Le reazioni da parte di consumati agenti di fronte a semplici ostacoli sono puerili e gli atteggiamenti del patologo o del capo della sezione omicidi, nei confronti di colleghi in difficoltà, sono da chioccia protettiva. Le descrizioni delle azioni quotidiane dei personaggi sono troppo meticolose e scolastiche. L’idea di fondo è buona e il “modus operandi” del serial killer è originale, ma l’autore non è riuscito a tessere una trama coinvolgente, perché è priva di mordente e pathos. I personaggi non hanno spessore e la loro psicologia è carente essendo privi della capacità di intuire e comprendere i pensieri e i sentimenti altrui.
Si sa che da qualche parte bisogna pur cominciare e che una seconda possibilità si debba concedere a tutti (in certi casi anche una terza). Incoraggio quindi Luigi Martinuzzi a perseverare ed eventualmente affidarsi a qualcuno che gli legga e corregga le bozze. Sono sicuro che ci possano essere buoni margini di miglioramento.

Aurelio
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Lo scrittore:
Luigi Martinuzzi vive a Portogruaro, dove è nato nel 1979.
Nel 2001 si diploma come tecnico dei servizi turistici, e subito parte per Londra alla ricerca di una nuova esperienza che lo porta a lavorare per diversi mesi come cameriere presso il ristorante della National Gallery.
Nel 2013, presso la scuola La porta di legno a Padova, consegue il diploma triennale di operatore Shiatsu, disciplina orientale che si occupa di trattamenti energetici per il benessere psico-fisico delle persone.
E’ appassionato di testi di Alchimia e sulla Legge dell’Attrazione, teoria che sostiene come la forza del pensiero positivo porti a conseguire ciò che si desidera.
Attualmente lavora presso la filiale di Pordenone del Gruppo Sme, leader nel settore del commercio al dettaglio.
Nel 1997 inizia a scrivere brevi racconti per piacere. Ma nel 2003, affascinato dalla lettura di un romanzo, nasce in lui il desiderio di scrivere un libro che potesse appassionare e coinvolgere il lettore come quel romanzo aveva fatto con lui. Scrivere per passione, dal 2003 ad ora, è rimasto un sogno nel cassetto.
L’ultimo respiro è quel sogno, il suo primo romanzo pubblicato tramite il self-publishing.