Roberta Gallego – Il sonno della cicala

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Editore TEA / Collana Narrativa
Genere Giallo
Anno 2014
392 pagine – cartonato con sovracoperta
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9788850231294_il_sonno_della_cicalaPer una “langarola d.o.c.”, leggere una storia ambientata nel mondo del vino- anzi, del Barolo, il RE! – è un evento da non perdere e da gustare fino in fondo, come un buon calice del nero nettare.

Per un’amante del giallo italiano, leggere una bella storia, corposa, ben congegnata, è un piacere.

Per un’amante della Gallego, e della sua Procura imperfetta, è un momento imperdibile.

Bene: io sono tutt’e tre.

E vi assicuro che questo libro me lo sono BEVUTO! E mai termine fu più appropriato.

Il romanzo , rispetto ai due precedenti, ci riporta, sì, tutti i personaggi che già conosciamo come vecchi amici – simpatici, antipatici – ma è incentrato molto sulla storia principale.

Le altre sono appena tratteggiate, quasi sfumate, ed io, sinceramente, l’ho preferito, perché non mi ha distratto l’attenzione dal caso numero uno.

Il caso: un noto produttore di Barolo, Malachia Duprè, viene trovato nel lago, ucciso da tre colpi di pistola in uso ai militari, ed avvolto come un bozzolo in un prezioso tappeto antico.

La vicenda viene seguita dai già noti Sostituto Procuratore Guarnieri e dal maresciallo capo Alfano, coadiuvati da Onis e Pantani. Dei primi due, soprattutto, sappiamo già i vissuti dolorosi,che li accompagnano nelle indagini e conferiscono loro una sensibilità speciale nell’affrontare i casi.

La famiglia del Patriarca Duprè è complessa: quattro figli (si scopriranno poi cinque) e quattro nuore, dalle tendenze e dagli stili di vita diversi, ma accomunati da ambizione, attaccamento tenace alla ricchezza ed al potere e molto altro.

L’uomo, reduce da diverse crisi economiche da cui era uscito con una fideiussione da parte dei suoi dipendenti, e con una grossa vincita alla lotteria in seguito, aveva molti nemici, e non era particolarmente amato neppure dai suoi.

Il perché si scoprirà leggendo, e portando a fuoco, lentamente, i segreti e le storie di ognuno – ed ognuna – di loro.

Non menziono intenzionalmente le storie marginali, pur interessanti, perché la storia mi ha presa a tal punto, da mettere in ombra le altre parti.

Perché Il sonno della cicala? Perché la storia inizia con il vecchio Malachia che racconta ai nipotini la storia della cicala e della formica, lasciando che ciascuno di loro tragga dalla parabola le conclusioni che ritiene.

La domanda finale è: Dormirà meglio la formica, che ha fatto il suo dovere ed è ricca di provviste, o la cicala, che si è divertita soltanto, ma non ha provviste per l’inverno?

Su questa domanda – e risposta – è incentrato il nocciolo della vicenda, e da qui partiranno gli investigatori per la loro ricerca, non facile né rapida.

Una curiosità: la Gallego è una dei pochi autori di gialli che riesca a farmi ridere di gusto in certi passaggi.

Mentre racconta una storia drammatica come quella dei Duprè, piena di odi, rancori, vendette. Riesce a tratteggiare delle caricature, quasi, o delle situazioni così comiche, che alleggeriscono la tensione del momento. I fatti in questione sono narrati con arguzia rara, e con una terminologia così particolare (e divertente),che non ho trovato in nessun altro autore!

Apprezzo il fatto che, oltre a conoscere profondamente l’ambiente della Procura, che è quello del suo lavoro, riesca anche a vederne i lati umoristici, ed a raccontarli con piacevolezza: dote rara.

Avviso ai lettori: se non conoscete ancora la Gallego, è ora di colmare questa lacuna.

Se già la conoscete, fatevi avanti, la storia merita!

Rosy
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La scrittrice
Roberta Gallego, magistrato, è nata a Treviso. Ha esordito nel 2013 con la pubblicazione di Quota 33, col quale ha inaugurato la serie dedicata alle «Storia di una procura imperfetta».