Alberto Colangiulo – Il tesoro di Sant’Ippazio

3815

Editore Lupo
Genere Thriller/Giallo
Anno 2013
190 pagine – brossura

[divider] [/divider]

Il_tesoro_di_San_523ac672d6634_150x230Singolare e piacevole romanzo; una storia che pur senza essere un vero e proprio giallo nel senso comune del termine, è tutta pervasa da un’atmosfera di mistero,  di fatti passati, di cose non dette, ma note a molti….e mette addosso  una curiosità di leggere, che non vi dico!

Un tipico noir mediterraneo, che si discosta però dalla maggioranza di opere simili, per l’ambientazione .

Si svolge infatti a metà degli anni ’80 in un paesino del sud, nel Salento, dove tradizioni, superstizioni , regnano ancora  sovrani e condizionano la vita di tutto un paese. E la lettura , dalle prime righe, ci catapulta proprio nel bel mezzo di quegli anni e di quel mondo, in modo molto suggestivo.

A Sant’Ippazio è dedicata una chiesetta di periferia  ; durante i solenni festeggiamenti della Santa Patrona  questa chiesa  deve  restare  chiusa per tre giorni. Strana tradizione, questa, come quella per cui il giorno di Ferragosto non si deve fare il bagno in mare, o “ il mare si prenderà un cristiano”.

Ma quella notte due ragazzini si aggirano furtivamente nei dintorni  con uno scopo “piccante” : spiare nella casa a fianco una bella donna , che pare di libere abitudini.

Ahimè, la faccenda non va per il verso giusto.

I due non vedono performances della donna, ma la chiesa di Sant’Ippazio con la porta spalancata (?!?!?) e un uomo che fugge: è sufficiente per darsela a gambe, sperando che nessuno si accorga della loro marachella.

Subito dopo arriva una notizia funesta: il prete del paese, Don Gino, è  stato trovato nella chiesa , gravemente ferito.

I ragazzi , Vasco e Fischio, sono così sconvolti, che non  toccano più l’argomento scottante, neppure  tra loro, ciascuno ignorando che cosa l’altro abbia visto in quei drammatici momenti.

Ad indagare su questi eventi misteriosi è chiamato il giovane maresciallo Gerardi, che riesce, con l’aiuto di due valenti collaboratori del luogo, ad “insinuarsi” nell’atmosfera del paese, a carpirne a poco a poco i segreti.  Ed è questo uno dei pregi di quest’opera, che la rende particolare: ci fa entrare così profondamente nella vita  del luogo, nella mentalità della gente, che diventa più un romanzo di costume che un noir.

Alcuni personaggi sono intriganti più di altri: la professoressa  Spiridione, bella ragazza madre, insegnante di greco e latino, a cui Gerardi si rivolge per una traduzione.

Il professor Nastasi, nella cui villa il maresciallo si reca per avere notizie su Sant’Ippazio, e di cui coglie subito un’ambiguità  che lo mette sulla difensiva.

Erano gli anni in cui Miguel Bosè impazzava con la canzone “Bravi ragazzi”, che ricorre per tutta la vicenda come una colonna sonora.

Altro elemento presente in ogni pagina è il caldo: torrido, terribile, che non dà tregua.  Pare si sentirlo sulla pelle, mentre si legge.

Il giorno è insopportabile, la notte porta neppure un po’ di frescura, ed  i poveri poliziotti, tra una camicia sudata ed un caffè freddo al latte di mandorla procedono nell’indagine, finché la loro tenacia sarà premiata.

Ultimo elemento, ma non meno importante, il tesoro di Sant’Ippazio: sì, proprio quello che dà il titolo al romanzo. Se ne parla molto,  ma nessuno del paese dice in realtà qualcosa di preciso: esisterà davvero? E se esiste, dove trovarlo? Come averne notizie?

C’è un finale a sorpresa, come in ogni giallo che si rispetti.

Uno scrittore da tenere d’occhio, il signor Colangiulo!

Rosy
[divider] [/divider]
Lo scrittore:
Alberto Colangiulo vive a Tricase ( Lecce). Laureato in filosofia, è impiegato nel settore metalmeccanico. Sposato, con tre figli. Il tesoro di Sant’Ippazio è il suo primo romanzo.