Mirko Tondi – Killing Moon

3926

Editore Epsil Collana Tinti di giallo
Genere Thriller/Giallo
Anno 2014
134 pagine – ebook

[divider] [/divider]

Killing1Mirko Tondi, giornalista, editor e autore di romanzi fiorentino, pubblica qui una raccolta di racconti, Killing Moon.

Il primo racconto si intitola “Alba d’estate, alba d’inverno”: è una storia puramente noir, breve (come tutte le altre in questo libro) ma molto incisiva, decisamente memorabile.

Tocca poi a “Concerto di fango e neve”, sottotitolato “Sperimentazione jazz”. Anch’esso è un racconto nero ma, come suggerisce il sottotitolo, più sperimentale, un po’ meno lineare del precedente, senza nulla togliere ad “Alba d’estate…”. Anche qui la storia è raccontata in prima persona, e si apre con il punto di vista di un sassofonista (jazz, genere che palesemente l’autore ama) che si sta esibendo in pubblico.

Non si può spiegare il male” è un’altra storia criminale, nella quale uno dei protagonisti cede a certe tentazioni che gente che fa il suo mestiere non dovrebbe mai accettare. E le conseguenze sono complesse.

Fili d’erba” è sottotitolato “Una parentesi romantica”; un uomo è in treno, appena uscito di prigione dopo oltre vent’anni, e riflette. Sì, i pensieri romantici promessi dal titolo ci sono, ma tranquilli, non si tratta solo di qualche pagina di sdolcinatezze.

E poi tocca a “Killing Moon”, il racconto che presta il suo titolo all’intera raccolta. Anche qui l’autore ci porta nella testa di un criminale, un assassino. Più degli altri, questo racconto è crudo, alcune immagini possono addirittura urtare la sensibilità del lettore. Ma non per questo Tondi rinuncia a tocchi poetici (in fondo l’autore ha pubblicato anche varie poesie), anche se in contesti piuttosto… particolari. Un racconto che spicca sui precedenti, comunque tutti ottimi, per la sua complessità. A essere caotici non sono però gli avvenimenti, ma i pensieri del protagonista. Molto interessante.

Si passa poi a “Theodora (Un omaggio americano)”. E si torna nel mondo del jazz. Personalmente, questo è il racconto che mi è piaciuto di più in questo libro. Inizialmente sembra poco più di un esercizio di stile (anche se ottimo), ma presto si trasforma in una storia molto poetica e allo stesso tempo molto nera. L’autore bilancia queste due anime in maniera magistrale, lasciando alla fine il lettore con un vago dubbio che in una storia di questo genere non guasta mai.

Una storia italiana di gangster e gin” è un racconto piuttosto lungo, diviso in cinque parti (non oso chiamarli capitoli a causa della loro brevità): incontriamo due personaggi, vediamo poi l’evento chiave della storia e ne leggiamo le conseguenze, immediate e meno dirette. Un’altra storia ben costruita.

Dalla fine” non è, come dice il sottotitolo, “Solo un esercizio di stile”. Si tratta di una storia che si sviluppa in cinque giorni, ma qui Tondi ce la racconta partendo dall’ultimo di essi (“dalla fine”, appunto) e poi tornando indietro, giorno dopo giorno. Così è solo alla fine che riusciamo a capire davvero cosa sia successo. Se avesse costruito il racconto in maniera tradizionale, si sarebbe trattato di una storia piacevole, ma senza niente a renderla speciale. Così, invece, c’è il piacere di scoprire pian piano perché il protagonista si trova in una certa situazione. Una bella idea.

La pazienza di George Harrison” mi ha subito attratto, essendo un appassionato dei Beatles da trent’anni a questa parte. La storia comincia con le parole “La storia comincia”: due personaggi si stanno raccontando aneddoti per ammazzare il tempo. L’aspetto noir è presente, eccome, e il riferimento ai Beatles calza a pennello.

Plastica (Giocando col cinema)”, con i suoi riferimenti cinematografici palesi e riconosciuti dall’autore in una nota, è un’altra storia nera, amara ma allo stesso tempo quasi soddisfacente, una storia di tutti i giorni con conseguenze un po’ meno quotidiane.

Nel giallo”, che conclude la raccolta, è, come suggerisce il titolo, un racconto… giallo, più che noir. L’ambientazione è splendida, e i protagonisti interessanti. Il mistero, poi, è complesso e indecifrabile – a prima vista. Il finale della storia è, però, un po’ “stiracchiato”, con un paio di colpi di scena particolari. Comunque un racconto molto più che semplicemente leggibile.

Il racconto meno interessante di Killing Moon è comunque piacevole; quello scritto meno bene è perfettamente scorrevole. Le raccolte di storie brevi sembrano avere molto poco successo in Italia, per motivi che non riesco a capire, ma anche se non vi piace l’idea di trovare storie concentrate in una manciata di pagine piuttosto che in un romanzo completo mi sento di consigliare la lettura di questo Killing Moon di Mirko Tondi, magari centellinandolo come un buon whisky – un racconto al giorno, prima di dormire: ne vale la pena.

Marco Piva-Dittrich
[divider] [/divider]
Lo scrittore:
Mirko Tondi vive a Firenze con i suoi due gatti, Tondino e Nanà. Scrive quando ha tempo, ma poi va a finire che il tempo lo trova sempre. Non ha mai imparato a suonare la chitarra né a parlare inglese, e da anni si ripromette che lo farà. Tra le cose che ama di più ci sono le piante (anche se a volte le uccide senza volerlo), gli oggetti vintage e quelli di design, i concerti del Boss. Tra le cose in cui crede fermamente ci sono la grandiosità di Billy Wilder, la fortuna dei numeri dispari e la saggezza delle donne. Da anni minaccia il mondo letterario di scrivere un romanzo che diventerà un cult. Un’ultima cosa su di lui: non si è mai preso molto sul serio come scrittore, forse perché gli piace leggere gente come Conrad, Kafka, Cechov e Dostoevskij…questo tratto dal suo blog https://mirkotondi.wordpress.com/chi/