La Sentinella – Claudio Vergnani

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Editore Gargoyle / Collana Gargoyle Books
Genere: Horror/Sci-fi
Anno 2015
462 pagine – Brossura con alette


sentinellaCome d’abitudine, una breve digressione. Il nome di Vergnani mi era già noto. Un po’ per la prossimità geografica (lui modenese, io bolognese), un po’ per i suoi fondamenti d’ispirazione (Herbert, Ballard e Simmons), un po’ perché seguendo Gargoyle come editore il suo nome era già in giro al tempo della sua trilogia vampirica e anche per un suo titolo edito da Dunwitch ambientato nell’universo lovecraftiano. Ammetto, a sua discolpa, che ci sono pochissimi scrittori italiani nell’ambito del genere horror/sci-fi – quello di Lovecraft et similia per intendersi – che seguo e che amo: tra tutti, il mio nume tutelare rimane Valerio Evangelisti. Ed ecco, due giorni fa,  il mio indefesso Pusherdilibricapodicontorni (a.k.a. Cecilia), mi ha segnalato la possibilità di leggere il suo ultimo lavoro e ho accettato con interesse. Ho indossato i guanti di lattice, infilato la mascherina e gli occhiali protettivi, preparato gli strumenti e iniziato l’autopsia. Ecco i risultati.

La letteratura distopica è recente. Nata come antitesi ai racconti utopici si è consolidata in due principali filoni: società futura ultra autoritaria o mondo devastato dalla catastrofe globale. A questi due filoni si è accodato una sorta di milieu dei precedenti: società a un passo dal baratro in cui la “fine della civiltà” è imminente. Vergnani ci porta un ulteriore pot-pourri distopico: società futura ultra autoritaria a un passo dal baratro in un mondo devastato dalla catastrofe globale. La Terra che fa da quinta a questo romanzo è un coacervo di megalopoli in disfacimento, tecnologia rimasta a disposizione di pochi, mutazioni genetiche di uomini, animali e natura. Troviamo tutti i topoi di questo genere: baraccopoli in cui si traffica losco, aree in degrado che collassano su loro stesse, abomini della natura (vermi polipoidi, scolopendre grosse come cani…), i bambini che fanno banda armata, i cannibali… altro?

Pausa. Pulisco il bisturi e bevo un sorso d’acqua. Proseguiamo. Lo stile d’apertura, comunque, mi piace. Le prime 150/200 pagine proseguono in modo serrato ma in alcuni casi non trattengono vuoi per digressioni che si arrotolano un po’ su loro stesse, ma – come dicevo – in generale è godevole e interessante da leggere. Poi, d’un tratto, accade. Accade che un personaggio fino a quel punto ben descritto e tratteggiato, la cui personalità è stata ben delineata e della cui severità si percepisce ogni stilla se ne esca con

“Se qualcosa starnazza come una papera, cammina come una papera e assomiglia a una papera, allora molto probabilmente, a meno che non vi siate imbattuti in Paperino, sarà una papera”.

Paperino? Nel futuro distopico apocalittico derivato autoritario sull’orlo del baratro? Sulle labbra di una sorta di sergente istruttore cazzutissimo? La bella tensione creata fino lì si sfalda come un panetto di burro lasciato al sole agostano. Cambio bisturi. Affino i sensi… continuo con circospezione per altre 100 pagine circa… Stavo per convincermi che si fosse trattato di una “svista” poi mi trovo davanti ad “Ezechiele Lupo”. Evabbé. Allora ditelo. Divaricatore.

Ho letto il resto delle 464 pagine a saltapicchio (tecnica che permette di sfogliare oltre quattro pagine alla volta e di non rischiare assolutamente di perdere il filo o situazioni importanti n.d.r.) e sono giunto alla conclusione che Vergnani per la fantascienza horror distopica debba ancora mangiare dei panini. L’idea era bella, davvero, l’idea delle Sentinelle, di un ordine religioso contrapposto a un altro, il percorso iniziatico denso di insidie, le lotte interne di potere…ma poi il tutto è diventato la trama di un film con Schwarzenegger, Stallone e la Mila Jovovich.

Peccato. Davvero. Dal taglio a “Y” estraggo le ultime vestigia. Bisogna riconoscere a Vergnani di aver spostato il classico “pochi cattivi contro tanti buoni” su un piano molto più interessante. La civiltà de “La Sentinella” deve confrontarsi con un mondo in cui gli spazi vitali sono stati ridotti all’osso dalle catastrofi naturali e artificiali, i morti sono quotidianità, la scarsità di cibo impressionante, ma dove – per assurdo – c’è da un lato una più facile ed immediata disponibilità di cultura e dall’altro nessuno in grado di cambiare una lampadina. Un mondo che potrebbe essere migliore, ma non ha gli strumenti per fruire il potenziale umanistico che lo permea. Ecco perché ho scaricato Lovecraft’s Innsmouth. Lo inizio a leggere domattina. Poi vi dico.

L’autopsia termina alle ore 23:52.

Michele FInelli
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Lo scrittore:
(da wikipedia) Claudio Vergnani è di Modena. Dopo vari lavori, comincia a collaborare con riviste e magazine di settore quali: Il Posto Nero, NeroCafè, Letteratura Horror e Altrisogni, pubblicando recensioni e racconti. Nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo  Il 18° Vampiro per la Gargoyle Books, seguito da Il 36° giusto e L’ora più buia a completamento della trilogia vampirica.
Nel 2010 partecipa con il racconto Il nuotatore all’antologia Stirpe angelica, edita da Edizioni della Sera. Nel 2012 è il turno di I vivi i morti e gli altri, un romanzo con protagonisti gli zombie con le consuete ambientazioni italiche.
Un anno dopo per la Nero Press pubblica un thriller nero dal titolo Per ironia della morte con protagonista un personaggio già noto nella trilogia vampirica: Vergy. Arriviamo al 2015 con il racconto breve e primo capitolo del progetto Cthulhu Apocalypsedella Dunwich Edizioni Lovecraft’s Innsmouth. Il suo ultimo romanzo che si intitola La sentinella narra di tematiche quali Urban fantasy,fantascienza distopica e horror.
Claudio Vergnani ha come hobby, oltre alla lettura, il gioco degli scacchi e tirare di boxe, da sempre sue passioni.