Tim Weaver – Nessun ritorno

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Un approccio iniziale non semplice, non si riescono infatti ad individuare con chiarezza i ruoli dei personaggi; dopo una cinquantina di pagine la nebbia, almeno su quel fronte, si dirada, ma è la trama che si fa intricata ed intrigante. Una foto di tre giovani amici risalente ad oltre quaranta anni prima. la scomparsa inspiegabile di un’intera famiglia come se fosse stata rapita dagli alieni, un gruppo di miliardari che si riunisce ogni tre mesi per giocare in maniera sconsiderata al casinò, un cadavere di un uomo trovato in una scogliera, un piccolo villaggio distrutto anni prima dalla furia del mare… difficile immaginare un legame logico e credibile tra tutti questi eventi, eppure l’autore, scoprendo le sue carte a cadenze regolari, ci introduce nei meandri del mistero fino a calare, nella pagina finale, l’asso di cuori che aveva ben nascosto nella manica.

La storia si sviluppa su due fronti: nella frenetica Las Vegas e nel tranquillo Devon nel sud dell’Inghilterra. Qui l’atmosfera è cupa e angosciante, i ritmi sono lenti, oppressivi e poi c’è il buio nel senso reale del termine, un buio impenetrabile che incombe e che non permette a due persone, distanti tra loro pochi metri, di vedersi l’un l’altra e, come se non bastasse tutto ciò, siamo sommersi nell’acqua che penetra nelle ossa, nella melma che ci risucchia i piedi e siamo sferzati dal vento gelido proveniente dall’oceano. Ad indagare sulla incomprensibile scomparsa di Paul, Carrie, Annabel e Olivia è un giornalista specializzato nella ricerca di persone scomparse, David Raker; lo affianca, anche se per poco tempo, Colm Healy un amico introverso e con un carattere irascibile. David è inviso alla polizia e può contare solo sull’aiuto di un paio di amici che riescono a intrufolarsi, con metodi da hackers, nelle varie banche dati. È difficile e rischiosa l’indagine: non appena David pensa di aver raggiunto una tappa del tortuoso percorso, ecco che la meta gli sfugge di mano, i testimoni muoiono, gli insospettabili cercano di farlo fuori, ma lui, caparbio, vuole a tutti i costi mantenere la promessa fatta a Emily, una sua ex fiamma e sorella della donna scomparsa: trovare i componenti della famiglia svanita nel nulla. La prosa è fluida, ma il tutto è opprimente; un romanzo triste che ti prende dentro, ti incupisce, che offre sporadiche possibilità di gioire, non c’è alcuna speranza di salvezza perché il Male, come il Bene cui è contrapposto, è trino; non lo consiglierei a chi sta attraversando un periodo di depressione. Si percepisce un lieve sentore di gotico quando l’azione si svolge a Miln Cross, un gruppuscolo di case fatiscenti, con i fantasmi dei suoi abitanti che battono sui vecchi muri e sulle assi di legno marcescente producendo un assordante e snervante: dum, dum, dum, dum, dum… come il cuore che batte dell’atterrito lettore.

Aurelio
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Lo scrittore:
Tim Weaver è uno scrittore inglese noto soprattutto per i suoi crime thriller che hanno come protagonista l’investigatore David Rastrello. Vive nella città di Bath.