Celeste Ng – Quello che non ti ho mai detto

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Editore Bollati Boringhieri Collana Varianti
Genere Thriller
Anno 2015
272 pagine brossura
Traduzione di Manuela Faimali

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9788833926872Romanzo struggente.

Non so se sia stato il caso a portarmi a questo libro, a pochi giorni dalla lettura di una vicenda con molte analogie, ma di ..casa nostra. Il romanzo in questione era “Semina il vento” di Alessandro Perissinotto –un’attualissima storia sull’integrazione degli stranieri nel paese ospite –ed ecco che ,non ancora decantate le molte emozioni che mi aveva suscitato, mi ritrovo a viverne altre, più intense, con questo romanzo di Celeste Ng, “Quello che non ti ho mai detto”.

L’esordio ,la sparizione di una sedicenne, farebbe pensare ad un giallo,ma la suspence lascia presto il posto ad una gamma di sfumature diverse, all’introspezione psicologica, che danno al romanzo una collocazione- secondo me- molto più..alta e complessa di un semplice giallo.

La storia è lineare; soltanto durante la lettura si svelano a poco a poco le molte sfaccettature, che arricchiscono una trama di per sè semplice, e la rendono un romanzo corposo e ricco di sentimento.

Protagonista, una normale famiglia americana: madre, padre, tre figli. Il padre professore universitario; la madre casalinga un pò frustrata che aveva sposato l’uomo, cinese, contro il volere della madre;un maschio, Nath, e due femmine, Lydia ed Hannah.

Una notte, senza alcuna avvisaglia, la figlia sedicenne Lydia scompare. Incredulità. Angoscia.

La ragazza viene ritrovata poco dopo annegata nel lago davanti a casa.

Suicidio, come pensano gli inquirenti, o omicidio, come pensano i famigliari?

Si interrogano le amiche, e si scopre che nessuna aveva parlato da tempo con lei, nè sapeva nulla. Si cercano i diari della ragazza: sono tutti bianchi, intonsi, come se non avesse mai vissuto un momento degno di essere raccontato!

A queste scoperte, il dolore aumenta a dismisura: chi era veramente Lydia? Era come sembrava o come loro avrebbero voluto che fosse?

Da quel momento , la vita della famiglia Lee subisce un arresto. Più nulla: né un gesto reciproco di affetto, né un’occupazione domestica, né un interesse; solo un gelo che ha come pietrificato le loro esistenze.

Da qui parte, con un lungo flash-back, la storia del loro passato: il padre, che non si è mai integrato, né sentito accettato , pur essendo nato in America . La madre, che ha riversato su questa figlia” di mezzo” tutte le sue speranze non realizzate. I due fratelli, che sono rimasti coinvolti negativamente in questa ragnatela di sentimenti non espressi e di parole non dette.

Solo nelle ultime pagine si saprà cosa sia realmente accaduto alla sfortunata Lydia e che fa capo, in fondo, ad una sola causa, il razzismo, palese o nascosto ,che stende le sue braccia maligne da ogni direzione.

L’autrice scava nelle vite e nei sentimenti di questa famiglia in modo magistrale, portando a galla la meschinità, la cecità, la crudeltà che si possono celare in normali gesti ed atteggiamenti quotidiani, anche nei confronti di persone care.

Racconta la sofferenza del sentirsi “diverso”, anche solo per la forma degli occhi ; i tentativi senza risultato di essere accettati in qualunque ambiente, lavorativo o scolastico.

E’ capace, con poche frasi, di farci intravvedere una storia intera. Qui, per esempio, si riferisce alla madre di Marylin, la moglie.

“(Marylin) Pensa alla madre, che per tutti quegli anni era rientrata da sola in una casa vuota, tenendo la camera da letto com’era sempre stata,con le lenzuola pulite, per la figlia che non sarebbe più tornata, il marito sparito da tempo nel letto di un’altra.

Amiamo così tanto, speriamo così tanto, e alla fine ci ritroviamo senza niente.

Figli che non hanno più bisogno di noi.

Un marito che non ci vuole più.

Nient’altro che noi, da soli, in uno spazio vuoto”.

Ogni storia tracciata dall’autrice dentro la vicenda principale ci porta –almeno, a me è accaduto –un carico pesante di dolore, di occasioni sprecate per essere felici, e spinge quasi ad un senso di ribellione, come quando ci si accorge di un errore, e si vorrebbe porvi rimedio, ma non si può intervenire!

Una scrittura lineare, una prosa asciutta ma molto incisiva, una trama così intrigante che una volta iniziato non si riesce più a smettere.

Il romanzo, a parer mio, è un piccolo gioiello racchiuso in uno scrigno solo apparentemente semplice…ricco di spunti di riflessione per tutti.

Una lettura consigliatissima!

Rosy Volta
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La scrittrice:
Celeste Ng è cresciuta a Pittsburgh, in Pennsylvania, e a Shaker Heights, Ohio, in una famiglia di scienziati. Ha frequentato la Harvard University e la University of Michigan. I suoi racconti e i suoi articoli sono apparsi su «One Story», «TriQuarterly», la «Bellevue Literary Review» e la «Kenyon Review Online», ed è stata premiata con il Pushcart Prize. Abita a Cambridge, Massachusetts, con il marito e il figlio.