Antonio Manzini – Era di maggio

2908

Editore Sellerio Editore Palermo Collana La Memoria
Anno 2015
Genere Giallo
381 pagine – brossura

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81m6NmEOEKL“Perché si ostinavano a trascinarlo nella vita per i capelli? Perché non lo lasciavano vivere male questi suoi anni prima della vecchiaia da solo, nel vuoto che s’era creato intorno e che nulla avrebbe più potuto riempire? Questo si chiedeva…”

Non sono righe tratte dal romanzo “ Era di maggio”, ma dal precedente, “Non è stagione”, che forma un tutt’uno con questo. Ma sono parole  che esprimono un dolore così cupo, desolato, senza  speranza che mi hanno toccato il cuore.

E che ancora una volta ci raccontano Rocco Schiavone , com’è “dentro”.  Al di fuori di tutte le apparenze, delle intemperanze, della villanìa che spesso lo contraddistinguono.

Mentre nel precedente romanzo il vice questore aveva affrontato il rapimento di una ricca ragazza della buona  borghesia di Aosta, ed in seguito fatto arrestare un esponente della ‘ndrangheta, in questo deve affrontare casi strettamente legati  a quei   due.  L’omicidio  in carcere dello stesso  ‘ndranghetista, e – molto più doloroso perché lo tocca negli affetti –  l’uccisione di Adele, una cara amica ospite in casa sua.

E’ chiaro subito  a Schiavone che la vittima predestinata fosse lui! Allora è necessario indagare su chi volesse vendicarsi di qualche torto od ingiustizia subiti da parte di Rocco.

Tutta la storia è imperniata sulla risoluzione di questi due casi; per cercare l’assassino di Adele, il vice questore  deve tornare a Roma , dove i ricordi tristi lo assalgono e lo schiacciano..ma gli danno pure la carica per combattere , e vincere.

Questo romanzo è legato al precedente in modo così naturale e fluente, che pare di leggere un’unica storia, e di non aver subito interruzioni.

Il fascino del personaggio persiste, anzi , si rafforza, sia nelle parti dolorose- e sono tante- che in quelle divertenti.

Famosa tra queste ultime   è la sua “classifica” delle rotture di c…., che mi ha conquistato , perché le condivido pienamente! Saranno le stesse rotture che anche lo scrittore Manzini patisce, e che ha trasferito sul personaggio Schiavone?

Queste partono dal sesto grado in avanti, dove ci sono, per esempio, gli idraulici  che non rispettano gli orari, gli zeri dell’iban. Al settimo le cacche dei cani sul marciapiede, perdere il segno del libro, all’ottavo le lettere di Equitalia, chi manda i messaggi senza firmarsi, al nono freddo neve vento, andare a votare, la carie. Ma il posto d’onore è il decimo: i casi sul groppone da risolvere.

Ormai anche la squadra  conosce  la classifica, e contribuisce addirittura  ad arricchirla di nuovi elementi! E questo perché in fondo i suoi poliziotti hanno imparato a conoscerlo , ed accettarne il caratteraccio..

Anche tra loro ci sono i personaggi-macchietta, che sono due ( contro il  singolo Catarella di Camilleri), e verso i quali Schiavone nutre un’insofferenza  che degenera quasi nell’odio, costringendoli a compiti ingrati , per toglierseli dai piedi! Tra loro, dialoghi surreali e spassosi.

Per contro, sempre molto coinvolgente la parte corsiva in cui Schiavone vive una vita “parallela” con la moglie Marina, morta tragicamente sei anni prima, lasciandolo come spezzato a metà.

In questo romanzo si farà un po’ di chiarezza sulla vicenda , rimasta finora nascosta o comunque nebulosa. Sono pagine toccanti, da cui emerge il vero Rocco Schiavone, libero da ogni sarcasmo, ironia, malevolenza, solo chiuso nella solitudine e nei rimpianti.

Eppure la figura della moglie Marina comincia, in questa storia, a sfumare lentamente. Rocco si ribella –non vuole dimenticare –ma si rende conto che , a dispetto di tutto, la vita continua.

E la vita continua, mettendogli vicino, come primo segno  di rinascita, la figura di Lupa, una cagnolina meticcia che diventa la sua ombra.

Chissà se Manzini ci regalerà presto un’altra storia, che prosegua, nel contempo, le personali vicende di Rocco Schiavone. Perché il personaggio creato dall’autore mi ha affascinata oltre misura; credo che ormai abbia conquistato la sua schiera nutrita di fans!

I quattro romanzi – da leggere rigorosamente nell’ordine per gustarli appieno – sono, nel loro insieme di pagine divertenti e dolorose, nella psicologia ben congegnata dei personaggi, nelle storie attuali e credibili.. a parer mio dei classici del noir italiano.

Grazie , Manzini, di avermi regalato emozioni.

Attendo il prossimo!

Rosy Volta
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Lo scrittore:
Attore e sceneggiatore, romano (allievo di Camilleri all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica), ha esordito nella narrativa con il racconto scritto in collaborazione con Niccolò Ammaniti per l’antologia Crimini.
Del 2005 il suo primo romanzo, Sangue marcio (Fazi).
Con Einaudi Stile libero ha pubblicato La giostra dei criceti (2007).
Un suo racconto è uscito nell’antologia Capodanno in giallo (Sellerio 2012).
Del 2013, sempre per Sellerio, ha pubblicato il romanzo giallo Pista Nera. Secondo episodio della serie: La costola di Adamo (Sellerio 2014).Terzo episodio Non è stagione.