Diego Collaveri – L’odore salmastro dei Fossi. Caccia all’uomo per il commissario Botteghi

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Editore Frilli Collana Tascabili noir
Anno 2015
Genere noir
156 pagine – brossura
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arton138904Complice un tranquillo sabato pomeriggio di lettura ho iniziato e terminato “L’odore salmastro dei Fossi – Caccia all’uomo per il commissario Botteghi” di Diego Collaveri.
150 pagine che sono letteralmente volate e che non avevo nessuna intenzione di mettere in pausa perché la curiosità di lettrice non mi ha abbandonato e si sarebbe placata solo raggiungendo quel pomeriggio stesso l’ultima riga, l’ultima parola dell’ultima pagina.
La vicenda si svolge a Livorno, città natale dell’autore, e il protagonista, il commissario di polizia Mario Botteghi – che racconta in prima persona gli avvenimenti – dovrà indagare su una serie di misteriosi delitti.

La storia ha inizio con il commissario che si ritrova a terra sull’asfalto della città con una pistola ancora fumante e un cadavere a pochi passi da lui e da lì, seguendo un salto temporale di qualche giorno prima, la storia riprende fino a riagganciare il punto iniziale e terminare nell’epilogo finale per nulla scontato.
Descrizioni, vicende, protagonisti, intrecci, tutto ha fatto si che rimanessi incollata alle pagine.
Diversi gli aspetti legati allo stile narrativo che ho apprezzato. Attraverso le descrizioni dei luoghi appare evidente l’amore dell’autore per la sua città.

Le descrizioni, gli odori, i colori, le sfaccettature positive e quelle negative, tutto conduce al trasporto per i propri luoghi natali. Nel corso della lettura pareva di essere presi per mano e attraversare i vicoli, vedere i colori, sentire gli odori tanto precise e sentite erano le rappresentazioni.
Per passare alla caratterizzazione del commissario Botteghi.

E’ lui a raccontare in prima persona, è lui ad esporsi, così fragile e così provato, carattere non facile, anzi, non ha sicuramente una buona fama, ma chi lo conosce davvero non può fare altro che apprezzarlo anche nel suo aspetto burbero che altro non è che la corazza di cui ha bisogno, quella corazza che fa da scudo fra lui, l’ambiente che lo circonda e le ferite che ha inflitto a se stesso e a chi ama.

Si ritroverà a combattere una battaglia personale in una storia più grande di lui, si ritroverà a combattere con i propri demoni del passato che attanagliano il suo presente, si ritroverà solo ma potrà fare affidamento su persone che lo stimano, che lo apprezzano e che non si fermano davanti a quella prima impressione che si potrebbe avere sul commissario.
Amo i personaggi così ben delineati, così fragili e dai quali affiorano turbolenze emotive piuttosto forti.

E poi il finale, non scontato, così spiazzante, che non ti aspetti.
Sicuramente un altro punto a favore da aggiungere agli altri.
Apprezzo notevolmente le storie che non hanno bisogno di adagiarsi su effetti speciali e su capriole surreali, giusto per riempire le pagine. Le storie che personalmente mi lasciano un segno sono quelle che si basano sugli aspetti emotivi dei vari protagonisti, le storie che sanno creare gli intrecci giusti, plausibili, credibili , quando si parla di libri gialli e/o thriller per me non c’è niente di più bello degli eventi verosimili.
E ne L’odore salmastro dei Fossi ho ritrovato gli aspetti che mi trascinano nella lettura, gli intrecci credibili, le descrizioni ambientali così sentite, la sfera emotiva così ben rappresentata, il finale spiazzante.

Non vedo l’ora di poter leggere presto un seguito che spero tanto ci sia.
Il commissario Mario Botteghi ha definitivamente occupato un piccolo spazio nel mio cuore di lettrice.

Cecilia Dilorenzo
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Lo scrittore:
Diego Collaveri nasce a Livorno nel ’76. Lavora in campo musicale e cinematografico, vince il concorso Mini-musical indetto da “La Repubblica” e Fandango, con cui successivamente lavorerà. Ha seguito un percorso didattico/formativo con vari registi italiani studiando anche storia della cinematografia. Nel 2003 fonda la Jolly Roger Productions, etichetta indipendente per produzioni video. Nel 2006 viene invitato dall’università di Pisa, dipartimento Cinema Musica Teatro, nell’ambito del seminario “Il cinema classico Hollywoodiano”. Da gennaio 2015 è tra i docenti della Scuola di Scrittura Carver di Livorno con il corso “Scrivere per il cinema”. Per maggiori informazioni www.diegocollaveri.it