Romano De Marco – Città di polvere

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Editore Feltrinelli Collana Narrativa
Anno 2015
Genere noir
348 pagine – brossura
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cdpFeltrinelli ci ha preso gusto con Romano De Marco e, paga del successo del precedente romanzo “Io la troverò” – finalista al Premio Scerbanenco 2014 – nel quale un ex poliziotto, Marco Tanzi, con un passato alle spalle da dimenticare, si cimentava a ricercare la figlia scomparsa con l’aiuto dell’ex collega Luca Betti, ci propone questa volta “Città di polvere”, sempre per La serie Nero a Milano.

Questa volta il personaggio vissuto ai bordi della città come un clochard, diventa protagonista assoluto della storia nella veste di collaboratore in un’indagine non autorizzata: introdursi nella peggior galera d’Italia e d’Europa, quella di Canton Mombello a Brescia.

Un luogo dove nessun detenuto vorrebbe scontare la sua pena, ridotto a condividere gli spazi umidi e bui insieme ai suoi compagni di reati. Marco Tanzi ci aveva passato quasi otto anni in posti come quello e ora, contro il parere di Luca Betti, il pubblico ministero Luca Salvemini vorrebbe tentare un atto al limite della follia per stanare uno dei poliziotti più corrotti come Matteo Serra e riuscire, una volta per tutte, a incriminarlo.

Un possibile testimone in grado di incastrarlo è rinchiuso in quel carcere di massima sicurezza e la pedina da muovere è un uomo come Marco Tanzi, uno che non ha nulla da perdere, uno che ha già toccato il fondo e può solo risalire. Quello sarebbe il modo per riscattarsi, per riacquistare il rispetto di se stesso e ripulire la polizia dalla feccia che ci lavora all’interno.

Di nuovo Romano ci presenta la Milano di Scerbanenco senza filtri colorati che la dipingano, consegnandoci una città corrotta dai trafficanti di droga che la controllano aiutati da chi quei trafficanti li dovrebbe combattere, ricordando Don Winslow e il suo modo adrenalinico di raccontare senza perdere mai il filo del discorso, senza perdersi in inutili fronzoli.

Autori noir i quali, seppur molto diversi per latitudini e modalità di scrittura, hanno in qualche modo un filo conduttore: denunciare, portare alla ribalta le problematiche di ogni città che vengono nascoste sotto un tappeto di perbenismo e ingenuità.

Ci raccontano che non sono mai esistiti i buoni da una parte e i cattivi dall’altra, ma una commistione di entrambi.

Romano De Marco ha la capacità di trascinarci a forza a guardare tra le brutture del carcere, dalle leggi non scritte che lo popolano, dando voce a chi si muove travestito da colomba, mentre cela la sua anima di scorpione.

La crescita dello scrittore è evidente man mano che lo si conosce, ogni romanzo che pubblica è una riprova di quanto si possa costruire una trama ben studiata, a cominciare dai particolari.

Una voce nel panorama letterario italiano, quella di De Marco, che parla di attualità, che ci porta a pensare verso quale strada il lettore voglia andare, se farsi compagnia con una storia in cui il finale sia: “E vissero tutti, felici e contenti”, o se invece si rimanga con quel sapore amaro in bocca che ti porta a pensare che la realtà è ben diversa.

Ottimo romanzo, non avevo dubbi.

Cecilia Lavopa
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Lo scrittore:
Romano De Marco, classe 1965, vive tra l’Abruzzo, Modena e Milano. Alterna l’attività di scrittore alla professione di responsabile safety per uno dei maggiori istituti di credito italiani. Ha esordito nel 2009 nella collana “Il Giallo Mondadori” con Ferro e fuoco (ripubblicato nel 2012 da Pendragon), seguito da Milano a mano armata (Foschi, 2011), premio Lomellina in giallo 2012, e da A casa del diavolo(Fanucci, 2012), finalista al premio Nebbia Gialla 2013. Ha pubblicato racconti su “Linus”, “Il Corriere della sera” e numerose antologie. Con Feltrinelli ha pubblicato Io la troverò (2014; finalista al premio Nebbia Gialla 2014 e al premio Giorgio Scerbanenco – La Stampa 2014) e Città di polvere (2015) della serie Nero a Milano.