Matteo Di Giulio, scrittore, saggista e traduttore, vive a Milano, dove è nato nel 1976.
Critico cinematografico, ha collaborato con festival e riviste. È stato vicedirettore dell’Asian Film Festival di Roma. Nel 2008 ha curato il saggio Non è tempo di eroi. Il cinema di Johnnie To. Suoi articoli sono stati tradotti in inglese e cinese.
Ha pubblicato i romanzi La Milano d’acqua e sabbia (2009), finalista al Premio Belgioioso Giallo, e Quello che brucia non ritorna (2010). Suoi racconti sono apparsi su diverse antologie e su “Velvet – la Repubblica”.
Per Agenzia X ha curato la collana noir “Inchiostro rosso”. Ha fondato il portale Cuéntame, dedicato alla narrativa spagnola.
Il suo ultimo romanzo è I delitti delle sette virtù, finalista al Premio Carlo Oliva: un thriller storico uscito a settembre 2013 per Sperling & Kupfer e ristampato per le edicole da Fabbri nel 2015.
Questa è la biografia che troverete sul suo sito e sono particolarmente contenta di questa nuova uscita per Matteo, che conosco da tempo e con il quale ho potuto sperimentare cosa vuol dire partecipare attivamente alla revisione di un romanzo, seppure per una minuscola parte. Infatti, figurare tra i ringraziamenti finali in Quello che brucia non ritorna è una bella sensazione!
Ed eccoci a parlare nuovamente di questo autore, che sarà nelle librerie con Figli della stessa rabbia dal 12 maggio 2016 per la casa editrice Agenzia X e del quale vi riporto la sinossi:
E poi venne il sangue. Era l’ultima domenica di festa per quei lavoratori che di feste ne vedevano sempre meno. Nel pomeriggio, il grande corteo in città. Tutti insieme. La voce dei senza voce, l’esercito sterminato degli italiani e degli stranieri, dei precari, dei giovani e dei vecchi: tutti figli della stessa rabbia.
Lui è fuggito dall’Italia da molti anni, lasciandosi alle spalle un paese che odia. Si è rifugiato ad Amsterdam poco più che ventenne e oggi, ormai un uomo maturo, vive in solitudine accontentandosi della quiete apparente che lo circonda.
Quando perde il lavoro si vede costretto a tornare indietro, a testa bassa, in una Milano che non riconosce più. Qui incontra Carlos, un peruviano che lo aiuta a ricominciare da zero, e sua sorella Rosa. Ma a poche settimane dal rientro, il 1° maggio, dopo un corteo dei lavoratori che s’incendia nel centro della città e che animerà i dibattiti giornalistici di mezzo mondo, accade l’imprevisto: Carlos è picchiato da tre sconosciuti che quasi lo uccidono. Lui, spinto da una rabbia che lo brucia dentro, decide di passare all’azione per vendicare l’amico. Un romanzo dalla parte dei beautiful loser che mostra l’altra faccia della metropoli di Expo.
A metà tra noir e denuncia sociale, in un’epica sotterranea dove i protagonisti senza futuro provano a combattere contro l’ingiustizia.