Andreas Gruber – Sentenza Di Morte

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Editore Longanesi Collana La Gaja scienza
Anno 2016
Genere Thriller
514 pagine – cartonato e ebook
Traduzione di Elena Papaleo
Titolo originale: “Todesurteil


NULL044180-300x445So di risultare particolarmente antipatico a volte. Capita più che altro quando di fronte ad autori che sono considerati vere e proprie “macchine da guerra” del thriller io rimanga pressoché impalato, asettico peggio di una sala operatoria. Più spesso mi capita, al contrario, di rimanere felicemente sorpreso da un autore sconosciuto o che non ha la notorietà di alcuni. La cosa che tendo a notare più frequentemente nei best sellers è una sottile, ma evidente, mancanza di idee. Si riprendono stilemi e ambientazioni che sono già state viste altrove, le si dà una lustratina e le si ammannisce al pubblico. Una buona dose di battage pubblicitario fa il resto.
La qualità dei prodotti di Longanesi è sempre stata elevata, e mi rendo conto – come ho detto in apertura – di avere un palato letterario a volte un po’ troppo sofistico e di andare spesso a cercare il pelo nell’uovo. Eccomi allora alle prese con il primo libro di Andreas Gruber (parente?) tradotto in Italia (secondo della serie), autore notissimo e molto letto in Austria. Sarà, ma dopo essermi gustato lo stile di Bjørk, eccomi tra le pagine di Gruber dalle quali sono uscito con più dubbi che certezze. E cerco di spiegarvi perché.

Ricetta per tutti i gusti. Ingredienti: due profiler d’alto livello, una scuola di addestramento, un gruppo di studenti che provengono da diverse esperienze in polizia tra cui una allieva particolarmente dotata, un procuratore donna molto volitiva, alcuni serial killer, vittime molto giovani di cui una figlia di una vecchia amica del procuratore (e c’è pure un simpatico cagnone). Mettete tutto in uno shaker, agitate e servite.

Va bene, detta così sembra veramente poca cosa. Proviamo ad andare più nel dettaglio. Seppur estremizzando vi ho dato nota dei dati salienti di questo libro. Non so se sia a causa di una traduzione un po’ leggera – ma non saprei visto che la qualità dei traduttori Longanesi è nota – ma il tono di tutto il romanzo mi ha richiamato quello di un radiodramma più che un libro. L’incedere degli eventi, la descrizione dei personaggi, l’iterazione tra loro, le ambientazioni, insomma tutto quanto mi è sempre rimasto lontano. Non mi sono mai sentito coinvolto dal racconto, tirato dentro (come amo scrivere a volte): mi sono sempre visto spettatore a una prova teatrale dove ancora si fa lettura del copione, senza intenzione. Ho ravvisato un marcato retrogusto di già visto, già sentito, già letto. La scuola di perfezionamento di polizia, così simile alla Quantico delle serie tv; il professore über profiler, malmostoso e burbero, ma terribilmente efficace (tipo Gil Grissom di C.S.I o Hoch di Criminal Minds); la studentessa, agente, che ha però delle qualità speciali e una caparbietà incrollabile (Clarice Starling de Il Silenzio Degli Innocenti)… potrei andare avanti nel citare tutte le cose che mi sono suonate come deja-vu, ma questo non avrebbe molto senso.

Retrogusti a parte, Gruber confeziona un prodotto godibile che piace proprio perché richiama alla mente situazioni e personaggi che avete già visto almeno una volta in un serial televisivo. Anche la scelta – di per sé lodevole e ben congegnata – di tenere separate due vicende che poi si fondono in una è qualcosa a cui siete già usi e Gruber la presenta mostrando di conoscere bene la tecnica. Ecco, il tecnicismo è forse un altro dei tratti salienti di questo romanzo. Tutto quanto è scritto con una particolare attenzione a far scattare determinati meccanismi al punto giusto, ma senza che questi si trascinino dietro sufficiente emozione o sorpresa. La trama e il suo sviluppo sono svelati fin troppo presto e se si presta un po’ di attenzione un paio di “villain” li beccate entro le prime centoventi pagine.

Stranamente quello che a Gruber riesce in modo particolarmente efficace è la descrizione degli ambienti e dei luoghi. Questo è forse il suo vero dato stilistico che, purtroppo, non riesce a portare nei personaggi che invece rimangono sempre simili a segnaposto che vengono posizionati di volta in volta su un bello sfondo.

Concludendo, se cercate un thriller da ombrellone eccovi serviti. E’ un libro che potete leggere con molta tranquillità, anche di notte: lo consiglio anche a quelli che di solito non amano il thriller per via della tensione emotiva, tranquilli. Ah, stavolta non dico nulla sul titolo perché, per uno strano caso in verità, titolo originale e italiano coincidono… bene.

Michele Finelli


Lo scrittore:
Andreas Gruber è nato a Vienna nel 1968 e vive con la sua famiglia a Grillenberg, in Austria. È autore di racconti e di romanzi di successo grazie ai quali ha vinto numerosi premi.