Max Allan Collins – Quarry

1884

Editore Vallardi
Anno 2016
Genere hardboiled
237 pagine – brossura
Traduzione di Andrea Berardini
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quarry180Nonostante Max Allan Collins sia tra i più attivi nelle pubblicazioni di romanzi (Era mio padre, dal quale è stato tratto il film nel 2002), sceneggiature, fumetti (ha scritto Batman nel 1987), racconti del genere thriller, noir e pulp, abbia all’attivo serie quali Nolan, Mallory, Nathan Heller, Dick Tracy e chi più ne ha più ne metta, in realtà in Italia deve ancora farsi strada e questo a mio avviso è incomprensibile.
Soprattutto dopo essermi appassionata ai primi due romanzi dedicati a Quarry, dai quali è stata tratta una miniserie televisiva di produzione HBO che attendo con impazienza anche in Italia.
Intanto potrete vedere alcuni trailer su Youtube nei quali Logan Marshall – Green e Jodi Balfour sono gli attori scelti per la serie e vi posso anticipare che già mi piace.

Intanto vi parlo dei romanzi, nei quali protagonista principale è appunto Mac Conway, reduce dal Vietnam, paese in cui è andato ben due volte durante la guerra durata dal 1961 al 1975.
Quarry – che significa cava: fuori è roccia e dentro è vuoto – come verrà poi soprannominato, torna a Memphis nel 1972. Sono anni difficili per il razzismo e per quella che è stata considerata la più inutile guerra fra tutte le inutili del pianeta.
I sopravvissuti tornati in patria hanno riportato traumi terribili, molti di loro si sono suicidati perché non sopravvivevano agli incubi che si ripetevano tutte le notti.

Quarry ne fa parte, sembra accusato insieme ad un suo commilitone, Arthur Solomon, di aver causato una strage di bambini a Quan Thang.
Etichettati senza spazio di replica, tornati a casa entrambi faticano a trovare un lavoro fisso per riprendere una vita normale.
Il Vietnam aveva sfornato giovani confusi e arrabbiati che tornavano dall’inferno senza trovare l’accoglienza che si aspettavano e per una serie di sfortunate vicende di cui non parlerò per evitare di fare spoiler, Quarry diventa un killer professionista al saldo di uno strano personaggio di nome Broker. Questi faceva da agente per i killer e da mediatore per il cliente.
Mac lo considera un vero e proprio lavoro, uccidere non gli dava alcuna gioia. Se in Vietnam lo faceva per pochi soldi, con Broker si poteva guadagnare parecchio.
L’importanza era non farsi domande.

Paragonato a Rusth Cole – per intenderci l’attore Matthew McConaughey in True Detective – trovo una similitudine nell’aspetto e nel carattere, ma non nella storia.
Quarry è castano, con i capelli un po’ lunghi e le basette. E’ un duro, ma è una corazza finta. Ama sua moglie, farebbe tutto per lei.
I suoi due lussi: un cottage con il tetto a punta sul Paradise Lake e una Opel GT, frutto dei suoi guadagni.
Un uomo tormentato, inadeguato, rifiutato dagli stessi che lo consideravano un eroe – finché stava in guerra a rischiare la pelle – consapevole che l’unico mestiere che ha imparato è uccidere.
Un romanzo che sposta l’obiettivo sul killer e non sul detective di turno, ma è proprio questo che mi ha attirata. Come me altri due milioni di persone, questa la cifra di copie vendute.
Il mix di pulp, violenza e sesso, un vintage sempre di attualità.
Un plauso particolare alle splendide copertine di Robert McGinnis, disdegnatore delle copertine di Colazione da Tiffany, Barbarella o alcune dedicate ai film di James Bond.

Cecilia Lavopa
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Lo scrittore:
Max Allan Collins è uno dei più noti e prolifici autori americani di gialli e thriller, ha scritto racconti, romanzi, novelization di film, fumetti e sceneggiature per il cinema e la televisione. Dal suo Road to perdition è stato tratto il celebre film Era mio padre (2002) di Sam Mendes, con Tom Hanks e Paul Newman.
Ha sceneggiato numerosi episodi di CSI e Criminal Minds.
Quarry è ora una serie tv prodotta da HBO e in onda su Cinemax.