Editore Longanesi – Collana La Gaja Scienza
Anno 2017
Genere Giallo/thriller psicologico
352 pagine – rilegato e ebook
Titolo originale Sthlm Confidential
Traduzione di R. Zatti
La mia letterina a Babbo Natale è da un pezzo che non la scrivo più dato che avrei bisogno di un foglio protocollo scritto fine, fine, per farci stare un po’ di quello che mi piacerebbe avere e di questa lista enorme una buona fetta è fatta di libri. Libri che mi piacerebbe accumulare da parte per essere poi recuperati di volta in volta (totalino volte: 2) quasi come quando si spizzicano le prelibatezze culinarie senza volerne fare indigestione. Quindi per evitarmi il tunnel carpale da scrivano fiorentino, durante l’anno lancio ami con esche fatte di titoli e autori, nella speranza che nelle varie occasioni qualcuno se ne ricordi. Poi, come nella buona tradizione, arriva il regalo inaspettato, quello che non era in preventivo, quello che ti fa mettere gli altri da parte e te lo fa tenere in mano come un tempo accadeva con il modellino del mio aereo preferito. Arriva inatteso, dunque, questo “Stockholm Confidential” – sul di cui titolo finalmente non devo perseguire nella mia oramai inveterata campagna – inedito in Italia (è in libreria dal 2 gennaio 2017, ma è già stato pubblicato in Svezia nel 2014) e di un’autrice nuova (certo che a scrivere gialli ci si sono messi davvero in tanti…). Cosa desidero di più? Ah, certo: una bella tazza di Prince of Wales, un paio di biscotti e la mia poltrona… Si comincia.
Tempo fa, con Cecilia, si discuteva sul fatto che anche la massa di gialli, thriller e noir proveniente dal Nord si fosse in un certo qual modo allineata, ovvero che nessuno – a parte rarissimi casi – si discostasse più da certe meccaniche o da certe ambientazioni. C’era, e per certi versi c’è ancora, la sensazione di un livellamento di qualità verso il basso, una sorta di “trend” che ognuno dei nuovi, e buona parte dei vecchi, protagonisti riutilizzava con pochi rimaneggiamenti o anche nemmeno quelli. Nemmeno il tempo di far sedimentare questa discussione che arriva questo libro: e allora pensi che ci sia, come sempre, un po’ di speranza.
Lindberg confeziona un romanzo che ingrana la quarta fin dal principio e vi trascina in un susseguirsi di giorni ed eventi che s’inframezzano a perdifiato, senza lesinare in colpi di scena – tutti ben riusciti e non prevedibili – e che è decisamente difficile associare ad un genere preciso. Protagonista è Solveig Berg, una giornalista che, scopriamo, deve aver esagerato in uno dei suoi ultimi scoop e per questo ha perso il lavoro. Per cercare di riprendersi lavora come cameriera in un fast food e poi ha aperto un suo blog – Stockholm Confidential appunto – tramite il quale cerca di ricrearsi un pubblico e di tornare “indispensabile” per le testate di gossip modaiolo. Sebbene il personaggio di Solveig non sia approfondito più del dovuto – è forse una delle poche pecche del racconto – la cosa in realtà non si nota se non alla fine quando vorremmo sapere un po’ di più su di lei, ma di primo acchito il suo agire frenetico per cercare di tornare in pista ci trascina con sé, facendoci dimenticare questo aspetto. Dove altresì si ferma lo sguardo di Solveig/Hanna è il mondo della moda ed i suoi protagonisti che vengono resi nel loro piattume e nella loro smania di visibilità a tutti i costi. Il mondo del glamour viene sbertucciato, ne viene svelata la bugia che in realtà è sempre sotto gli occhi di tutti: sembra che siano le modelle a comandare la danza, mentre in realtà loro sono solo la superficie patinata.
A conferire a questo concetto la profondità necessaria è la figura di Lenny, co-titolare di una testata di moda, procacciatore di modelle e uomo che si sente “vecchio” e in declino a soli 36 anni. E’ lui che una sera Solveig incontra in un locale e con il quale cerca un appiglio per scrivere un articolo importante che permetta a lei e al suo blog di guadagnare popolarità, ma sarà dal suo mondo marcio che arriveranno i problemi… E non solo quelli.
Lo stile di Lindberg è davvero piacevole, così come lo scambio di battute e i dialoghi. Le situazioni si alternano con accelerazioni improvvise, colpi di scena e momenti di adrenalina. Un’altra piccola pecca, se così vogliamo chiamarla, è il fatto che Lindberg usa tanti nomi di locali, vie e zone di Stoccolma cosa che – ai non svedesi – causa un po’ di straniamento dato che Hanna usa questi termini con la naturalezza di chi abita e conosce la città lasciando che solo la loro citazione aiuti a capire di quale luogo, zona o ambientazione si tratti e questo, per i non autoctoni, si traduce in una lista di nomi e basta.
Fatto salvo queste piccole cose il libro è davvero bello. Non è certo facile da etichettare – noi che amiamo così tanto incasellare le cose in un genere preciso – dato che ci sono tanti aspetti, non c’è una vera indagine, sebbene vi siano sospetti ed omicidi. C’è anche un aspetto psicologico non indifferente… Va beh, adesso basta se no poi vi racconto troppo. Considerando che il libro è uscito due anni fa abbondanti (2014) e che da allora non ci sono stati seguiti, sarei curioso di sapere cosa stia facendo Lindberg, dato che opzioni per un sequel ne ha messe a iosa (chissà, magari le facciamo un’intervista, che ne dici Cecilia?). Di certo, come debutto, mi è piaciuto molto. Fuori dal coro solito, qualche piccola cosa da smussare, ma in generale assolutamente da consigliare e da leggere.
Michele Finelli
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La scrittrice:
Hanna Lindberg è nata nel 1981 e vive a Stoccolma. Giornalista di costume, lavora soprattutto sul web. Stockholm Confidential è il suo romanzo d’esordio.