Marina Di Guardo – Com’è giusto che sia

2161

Editore Mondadori Collana Omnibus
Anno 2017
Genere Thriller
240 pagine – cartonato e ebook
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Un incipit tiepido ci introduce, con una scrittura essenziale, nella parte centrale densa e ribollente di estrema violenza; non tanto quella della giovane protagonista piuttosto quella perpetrata dalle sue vittime: uomini che hanno picchiato e bastonato chi la compagna, chi la figlia, chi la  moglie, chi la ragazza. Uomini difficili da fermare perché le vittime sono restie a denunciarli: forse solo un angelo vendicatore può punirli ponendo fine, una volta per tutte, alla loro brutalità e alla loro stessa vita.
Il romanzo ha il pregio di parlare di una tematica di strettissima attualità, un tema che solleva problemi etici, morali e giudiziari, ma che è sempre stato insito nell’uomo fin dagli albori della civiltà: la vendetta. Dalia una bella, intelligente e apparentemente solare studentessa in medicina decide di uccidere l’uomo che quasi ammazzò la madre di lei anni prima.
Studia un piano a tavolino, come il più scafato killer professionista, e non ha difficoltà a metterlo in atto irretendo l’uomo dopo essersi trasformata in una ragazza “facile” indossando abiti succinti, tacchi alti e parrucca. Uno dietro l’altro tutti cascano nella rete tessuta da Dalia che si rivela una lucida e spietata serial-killer.
Non si riesce però a provare disprezzo nei suoi confronti, anzi è questo uno dei pochi casi in cui il lettore parteggia con l’assassina. Come non ricordare leggendo questo romanzo, ed è la stessa autrice ad accennarne, “La sposa in nero” lo splendido film di François Truffaut?

Si contrappone a tutta questa violenza l’amicizia che Dalia stringe con Alessandro, un ragazzo timido e introverso; un rapporto puro fatto di sguardi intensi, fugaci carezze e baci a fior di labbra, ma anche Alessandro cela, nel profondo del cuore, un terribile segreto che solo alla fine sarà svelato.
Ben descritti i personaggi: vengono messi in risalto le peculiarità fisiche, quelle psicologiche e gli stati d’animo. Oltre a Dalia e Alessandro, conosciamo a fondo Maria, la madre di Dalia, solitaria, apatica e perduta in lontani ricordi, poi c’è Ines l’ex maestra e ora la migliore amica di Dalia. La sua casa è un porto sicuro dove la giovane studentessa trova protezione dalla burrasca interna che rischia di distruggerla psicologicamente, ma il sogno di Dalia è la vendetta e rinunciarvi significa rinunciare a vivere.
Anche i carnefici-vittime sono messi a nudo: non occorre fare quattro ritratti separati. Mario,  Giorgio, Mauro e Maurizio anche se diversi per età, estrazione sociale e professione, sono accomunati dalla violenza, dalla tracotanza, dal disprezzo nei confronti delle donne e dall’arrogante certezza di rimanere impuniti, per farla breve: feccia umana.
Molto simili tra di loro le donne vittime: paura di denunciare, speranza che il loro carnefice possa cambiare, timore del giudizio della gente.
Una storia, questa raccontaci da Marina Di Guardo che cattura, anche se con poca suspense, e tiene desta l’attenzione del lettore che si augura che Dalia non compia un passo falso. Poi, inspiegabilmente, la parte finale denota una certa ingenuità, è poco credibile e non si comprendono le decisioni di Dalia. Non posso spiegare bene il mio punto di vista, rischierei di fare spoiler.
La domanda finale che si deve porre ogni lettore è fino a che punto sia giusto seguire la massima biblica: “Occhio per occhio, dente per dente”. La nostra Cultura e la Legge non lo permettono, ma uno strappo alla regola, in certe occasioni, non sarebbe male.

Aurelio Morandi
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La scrittrice:

Marina Di Guardo, novarese di nascita e cremonese di adozione, ha pubblicato per Nulla Die i romanzi L’inganno della seduzione e Non mi spezzi le ali; per Feltrinelli, nella collana digitale Zoom, il thriller Bambole gemelle e per Delos Books il racconto horror Frozen bodies.