Editore Emons Collana Gialli Tedeschi
Anno 2016
293 pagine – Brossura e ebook
Titolo originale: M – Eit Tabor Süden Roman
Traduzione di Emilia Benghi
Certi romanzi lasciano più tracce di altri, smuovono pensieri o considerazioni più profonde e, magari, considerazioni che avevamo messo da parte in attesa di trovare argomentazioni migliori o punti di vista che ci aiutassero ad analizzarle meglio. Non sono tanti gli autori capaci di rimestare e far scaturire uno stream of consciouness dalla loro lettura, dalle vite di carta dei loro personaggi in cui riescono ad infondere capacità introspettive che smuovono anche le proprie. Süden è uno di questi. L’investigatore che parla poco e niente, che veste in modo anticonvenzionale – se per anticonvenzionale consideriamo il fatto che si veste come gli pare e non come la società vorrebbe facesse – che è in grado di ottenere di più dal silenzio che da una tirata di un’ora. Süden è colui che appare come un vinto dal destino, ma che si rivela molto più forte e solido di tanti intorno, ma soprattutto dotato di un’umanità che da lungo tempo latita nel mondo moderno. E allora ti affezioni. Non è difficile. Già al suo esordio era stato un personaggio che mi ero portato dentro, ora che me lo ritrovo in faccende affaccendato mi godo ogni piccola sfumatura, ogni piccolo aspetto. E allora ve lo racconto.
Fare l’ispettore alla Krimi (l’omologo della Polizia Criminale italiana) e divenire esperti nel ritrovare gli scomparsi è il fardello che Tabor Süden si porta dietro anche da investigatore privato, quale è ora. Alle sue spalle ci sono il fantasma non troppo silente del suo migliore amico e collega, Martin, morto suicida l’anno precedente e quello di suo padre, uscito dalla sua vita di ragazzino dodicenne e ritrovato tra i nomi di una fossa comune del cimitero di Monaco.
È una strana figura di eroe, quella di Süden, strana perché lontana dalle patinate edizioni o dalle roboanti descrizioni. La sua lateralità (passatemi il neologismo) è tale da risultare a volte come parte del mobilio, ma una parte di mobilio i cui occhi, ma soprattutto orecchie, sono sensibilissime. Süden usa la formidabile arma del silenzio per ottenere dagli altri molto più di quello che riescono coloro che urlano, e la sua sensibilità – che lui vive come una sorta di maledizione – lo porta sempre là dove vuole arrivare, anche quando il “là” è un luogo oscuro o una fine orribile.
Siamo difronte a uno dei pochissimi autori, in tempi recenti, i cui romanzi si possano definire realmente noir, per i quali cioè la definizione di roman noir calza a pennello. Qui trovate solo il lato meno piacevole del mondo, quello a cui siete abituati giornalmente. Non ci sono gagliardi detective in Armani, o poliziotte tacco dodici, nemmeno una scientifica iper tecnologica che recupera il DNA da un mitocondrio trovato su un pezzo di panino ammuffito. Qui trovate le persone di tutti i giorni, calate nelle ansie e nelle frustrazioni delle loro quotidianità e spesso – purtroppo – animate nella loro violenza dalla loro stessa ignoranza. Ignoranza che spazia a 360° e che bene traduce l’etimo della parola: ignoranza poiché si ignora. Non ci si dà il pensiero di sapere, di capire. Si rimane egoisticamente chiusi nel proprio pressappochismo e si demanda sempre agli altri il “da farsi”, pronti però a lamentarsi che non si fa abbastanza.
Per tali individui, e ahimè sempre più in maggioranza, la colpa di quello che non va è da ascrivere a quelli “nuovi” agli “stranieri” perché è di gran lunga più semplice avere qualcuno da incolpare e non avere la forza di capire che buona parte dei nostri limiti sono tali per colpa nostra. I diversi, i negri, gli immigrati, quelli di altre religioni e la lista si allunga di volta in volta. Poi, per alcuni, diventa automatico entrare in gruppi neonazisti o fascisti e in quelli sentirsi finalmente “compresi”. È questo il terribile palcoscenico in cui Süden dovrà recitare questa volta e non sarà di certo facile perché, quando ci sono di mezzo certe realtà, le cose non vanno mai bene. Un romanzo crudo, duro, ma splendido, se avrete voglia di arrivare fino alla fine. Buona lettura.
Michele Finelli
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Lo scrittore:
Friedrich Ani nasce nel 1959 in Baviera, a Kochel, e vive a Monaco. Pluripremiato giallista tedesco, vincitore per cinque volte dell’autorevole Deutscher Krimipreis, è anche autore di numerosi romanzi, libri per ragazzi, poesie, radiodrammi e sceneggiature.