Paul Tremblay – Nel Buio Della Mente

1670

Editore Nord Collana Narrativa Nord
Anno 2017
Genere Thriller
360 pagine – cartonato e ebook
Titolo originale “A Head Full of Ghosts
Traduzione di Anna Ricci


In questi giorni mi era capitato di intavolare una bella discussione con Cecilia sulle origini e, soprattutto, sul lascito del Romanzo Gotico e di come le sue suggestioni siano tutt’ora presenti e suscitino la vis creativa di autori e romanzieri. Certo, le atmosfere del tempo non esercitano più lo stesso fascino e ciò che un tempo era pauroso, oggi è surclassato da paure ben più contingenti. Rimangono, però, alcuni topoi ovvero alcuni tratti distintivi che, seppur evoluti e accostumatesi ai tempi moderni, sono pur sempre riconducibili a quelle origini. La casualità ha voluto che entrambi, sia Cecilia che io, ci siamo ritrovati a leggere libri di per sé lontanissimi – nel tempo e nel merito – ma uniti da queste liason stilistiche: lei Il Vecchio Barone Inglese, di Clara Reeve, uno dei primissimi esempi di romanzo gotico (Il Vecchio Barone Inglese viene pubblicato nel 1777 pochi anni dopo Il Castello di Otranto di Walpole – 1764 – che usualmente viene definito come il primo esempio di questo genere), mentre io mi sono ritrovato a leggere, finalmente, un bel thriller con finale a sorpresa, di cui vi darò conto nelle prossime righe.

Fino a che punto si può spingere la follia? Nessuno, nemmeno la psichiatria più stimata è mai riuscita a dare un termine, un limite, un valore di paragone che permetta di valutare a che punto si trovi una persona folle. Che potere ha un folle sugli altri, quando gli altri sono parte della sua famiglia? Tremblay ci porta per mano dentro un girone dantesco che vede protagonista una famiglia “normale” della media borghesia americana. Normale. E’ l’aggettivo più abusato quando, anche nelle narrazioni della cronaca nera, lo sentiamo affiancato al nome dell’omicida. Era una persona normale. Era una famiglia normale. Poi, nella famiglia normale, esplode la follia. In questa famiglia di follie ne vediamo di diversa natura: alcune più smaccate, altre più nascoste, ma parimenti tremende.

Chi ci fa da Virgilio in questo viaggio dantesco è una ragazza di ventitrè anni che all’epoca dei fatti ne aveva otto, che sta collaborando con una scrittrice che desidera scrivere un libro su quanto le è accaduto. Lei stessa, Marjorie si chiama, gestisce un blog per conto di una nota rivista, Fangoria, sotto pseudonimo. Gli stessi editori di Fangoria non sanno chi lei sia. Le sue chiacchierate, quasi confessionali, con la scrittrice, si alternano ai post del suo blog e ognuna di queste parti ci aiuta, un po’ alla volta, a dipanare la matassa di questa assurda vicenda. Una famiglia apparentemente normale nella quale s’insinuano le follie del mondo moderno: un padre che perde il lavoro e che non ne trova più nessuno, una figlia quattordicenne – sorella maggiore di Marjorie – che inizia a dare segni di squilibrio emotivo che, apparentemente, fanno parte del suo bagaglio genetico di adolescente, ma che via via prendono aspetti sempre più oscuri.

Vediamo contrapporsi, nel racconto di Marjorie, o Merry – come preferisce essere chiamata – due estremi di follia: quella della sorella maggiore e quella del padre. Ecco, richiamando ora le suggestioni del romanzo gotico di cui si parlava in apertura, troviamo la fanciulla inesorabilmente costretta al destino crudele e il padre maligno, divenuto folle a suo modo, che trova nella fede il catalizzatore per la sua follia, follia che trova espletamento nell’ideare un reality – La Possessione – in cui la protagonista è la figlia quattordicenne ritenuta, appunto, posseduta e che mette in mostra tutto il preambolo familiare in sei puntate su Discovery Channel, fino all’ultima puntata: l’esorcismo.

Attenzione, non fatevi turlupinare sul più bello. Non è un romanzo dell’orrore, a meno che non riteniate che l’orrore – così come pensava il mio mentore H.P. Lovecraft – si trovi più orribile che mai nella normalità delle cose. Cosa accada durante questo esorcismo, ma soprattutto dopo… Cosa rimanga di questa famiglia, lo veniamo a sapere dalla voce di Merry, la quale di gioioso (significato di Merry in inglese) non ha nulla, e che ci mostra, ad un tratto, dove davvero stia di casa l’orrore. E rimarremo spiazzati.
Da quanto si evince dalla terza di copertina, Robert D. Junior avrebbe comprato i diritti per farne una versione cinematografica. Se dovesse rimanere fedele al libro e non – come spesso accade – farne solo uno spunto, allora preparatevi ad un thriller da cardiopalma. Buona lettura.

Michele Finelli
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Lo scrittore:
Paul Tremblay è nato ad Aurora, nel Colorado, nel 1971. Dopo la laurea in Matematica, ha lavorato per diversi anni come professore in una scuola superiore di Boston. La sua vera passione, però, è sempre stata la narrativa, cui ora si dedica a tempo pieno. Il suo sito è
www.paultremblay.net.