Giuseppe Casa – Io non sono mai stato qui

2113

Editore Clown Bianco
Anno 2017
Genere Noir
300 pagine – brossura e ebook

[divider] [/divider]

I suoi clienti sono esseri immondi con la parvenza di normalità che indossano la maschera di tranquilli padri di famiglia, professionisti di successo, intraprendenti uomini d’affari, persone alle quali magari stringiamo la mano o che sono i nostri vicini di pianerottolo. Perversi “alieni” che non si fanno scrupoli ad acquistare la mercanzia che Roberto Braino offre loro pur di soddisfare le loro voglie che definire “malate” sarebbe un eufemismo.
Una prosa stilisticamente raffinata, ma costellata di termini triviali ci accompagna per tutto il romanzo che per la prima metà rientra, considerati i tempi in cui viviamo, nella “normalità”. Il nostro professore di storia si fa irretire da una sua allieva sedicenne, la loro relazione dura parecchio finché i sospetti su questo malsano rapporto si fanno sempre più concreti così che Braino è costretto a lasciare l’istituto dove insegna.

La seconda parte cambia completamente registro: il romanzo si fa così cupo da far accapponare la pelle, tanto da far pensare che la distopìa (permettermi di utilizzare questo termine in un contesto diverso da quello cui siamo abituati) è nell’animo, nella mente e nelle azioni di Roberto. Si sprofonda sempre più in un abisso dove le vittime, non sono solo private della loro dignità e spogliate della loro volontà, ma vengono anche espropriate della loro identità: l’autore usa le iniziali del nome e cognome per presentarcele; solo quando descrive le torture cui sono sottoposte ci svela il loro nome in una sorta di tardivo e inutile epitaffio.

Non sono così ingenuo da pensare che gli avvenimenti narratici da Giuseppe Casa non abbiano uno riscontro reale, il difficile è stabilire dove porre il confine tra l’immaginazione dell’autore e la realtà, mi auguro con tutto il cuore che Giuseppe Casa abbia una fantasia più che sfrenata. Confesso di aver avuto difficoltà a scrivere questa recensione, in parte perché mi mancava l’ispirazione ed anche per la tipologia del romanzo: ottimo per lo stile, ma da me non condivisibile per il contenuto, forse se l’autore si fosse limitato alla prima metà sviluppando maggiormente il “giallo” della villa in campagna avremmo avuto un raffinato erotico-thriller degno del massimo dei voti.

Aurelio Morandi
[divider] [/divider]

Lo scrittore:
Giuseppe Casa è un romanziere italiano. Il suo libro La Notte è cambiata nel 2003 è stato vincitore del Premio Stresa Giovani Autori. Ha collaborato con riviste e giornali quali La Repubblica e L’Unità. Il suo marchio di fabbrica è l’uso dell’iperbole con il quale smaschera gli eccessi della società tardo-capitalistica occidentale, la cui presunta assurdità è spesso satira attraverso una grottesca caricatura dei personaggi ricorrenti e la dimostrazione dei disastri provocati dai cambiamenti di valori.(fonte www.wikipedia.it)