Maurizio De Giovanni – Rondini d’inverno in blogtour. I personaggi

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Ultima tappa del blogtour organizzato in occasione dell’uscita del nuovo romanzo di Maurizio De Giovanni, Rondini d’inverno, Einaudi Editoreuscito il 5 luglio 2017, in cui parleremo dei personaggi:

Chi, fra la moltitudine di lettrici dei romanzi di Maurizio De Giovanni, non è stata un po’ innamorata di Luigi Alfredo Ricciardi, Barone di Malomonte, alzi la mano. Bello, tenebroso e riservato, occhi verdi e ciuffo ribelle; soprattutto inconsapevole e noncurante del suo fascino.
Il “Fatto” è il suo tormento: vedere la Morte nel momento in cui è avvenuta; visioni che lo accompagnano sempre e non gli permettono di vivere anche i pochi momenti sereni che potrebbe avere.
Il ricordo della madre che lo ha lasciato orfano da bambino, e della sua stessa “maledizione”- vedere i morti – lo ha convinto che non potrà offrire mai, a nessuna donna, una vita felice, e lo rende ancora più avverso ad ogni genere di legame. Eppure ne avrebbe a grappoli, di donne pronte ad amarlo: almeno tre, quelle da noi meglio conosciute.
Poco amato, e soprattutto poco compreso; collocato in un periodo storico non facile, gli anni del fascismo, si lascia guidare, nelle indagini, dal suo intuito vivo ed acuto, scontrandosi spesso con superiori e collaboratori. Fa eccezione il suo vice, il brigadiere Raffaele Maione.
Lo aiuta, nella risoluzione dei casi, proprio quel “Fatto”che costituisce la sua maledizione; c’è sempre, nelle ultime parole pronunciate dallo sfortunato defunto, un aggancio che lo aiuta a fare luce sulla vicenda.

Anche nell’ultimo, bellissimo romanzo, “Rondini d’inverno”, le parole ”Amore della mia vita!” sulla bocca dell’attrice uccisa, saranno una delle chiavi per risolvere il caso.

Il brigadiere Raffaele Maione, suo più stretto collaboratore, non è meno importante nelle storie e nelle indagini. Grosso, semplice, ricco di umanità che gli viene non solo dai tanti casi affrontati, ma dalle prove che la vita gli ha riservato. La più dura è certamente la morte del figlio ventenne Luca, poliziotto anch’egli, ucciso in servizio. Episodio che ha segnato in modo drammatico l’armonia familiare dell’uomo. Era il ragazzo che chiamava la madre Lucia “la fidanzata mia” sollevandola sulle braccia come una bambina, e dal giorno della sua morte la gioia per molto tempo non ha più abitato in quella casa.

Non è stato facile ritrovare un po’ di serenità, ma Raffaele Maione non è mai mancato con la sua presenza sensibile ed attenta al fianco del suo amato Ricciardi, che ha avuto la sventura di raccogliere le ultime parole -da morto- del ragazzo. E questo piccolo grande dettaglio li ha legati per sempre.

Le tre donne e l’amore. Enrica è l’Amore, con la A maiuscola. Le stesse donne che sono state un po’ innamorate di Alfredo Ricciardi, spesso, nei vari romanzi, hanno “fatto il tifo” , affinché questa storia prendesse un avvio consistente.

La dolce Enrica Colombo, maestrina che dà lezioni private, non propriamente bella, occhialuta, forse troppo alta per i canoni femminili, poco incline a seguire le mode del momento, ha colpito al cuore il nostro bel commissario. Enrica, che ha fatto soffrire un uomo tormentato, quando questi, guardandola la sera dalla sua finestra , ha creduto che si sarebbe fidanzata col bel corteggiatore tedesco…lo ha invece aspettato, a dispetto di tutto e tutti.
“ Perché io voglio te o nessun altro.
Non mi accontenterò di un ripiego, non riempirò un vuoto, non cercherò compagnia per sfuggire alla solitudine.
Io voglio te”.
Queste parole scaldano il cuore e fanno sognare un futuro: non importa se il “Fatto”continuerà a pesare sul nostro affascinante commissario, se li attenderanno momenti difficili: forse li affronteranno insieme, chissà; l’Amore può tutto. Noi lettori e lettrici non sappiamo che cosa ci riserverà l’autore Maurizio De Giovanni: l’importante è che continui a raccontarci questa dolcissima storia d’amore.

La seconda donna che ha avuto un peso nella vita sentimentale di Luigi Alfredo Ricciardi è Livia, la vedova del tenore Arnaldo Vezzi.
“Perché non era solo bella, flessuosa, elegante e felina. Era magnetica, Livia. Una donna che appariva a colori nel contesto di un mondo femminile in bianco e nero. Quando entrava in una sala piena attirava all’istante gli sguardi degli uomini, stregati dal suo fascino, e dalle donne che riconoscevano una rivale contro la quale, era chiaro, non avrebbero avuto alcuna speranza”.
E’ stata una lotta dura fra queste due donne , che neppure si conoscono, per prendere possesso del cuore di Ricciardi.
In questo romanzo ultimo la sua persona appare poco, ed ha contorni sfumati. Ma Livia Vezzi non è un personaggio che si dimentichi facilmente, e merita il giusto posto in questa carrellata .

La terza donna di Ricciardi è Bianca, Marchesa di Roccaspina, fiera e bellissima, che pur essendo una figura di minore importanza, dal punto di vista sentimentale, è comunque una donna che lascia il segno. Protagonista di una precedente , drammatica storia, Bianca è destinata a restare per lui “l’amica”. Quella che lo accompagna nelle (rare) occasioni mondane che Ricciardi si concede, soprattutto per dimostrare alla gente che il commissario non ha gusti” diversi” (non dimentichiamo l’epoca in cui si svolge la storia).

Si comprende benissimo che lei vorrebbe essere ben più dell’amica fidata, ma forse non lo ammette neppure a se stessa, ed accetta con rassegnata tristezza l’amicizia che il ricco ed anziano Duca Marangolo le offre.

Dopo tre donne-donne, come potrei non ricordare Bambinella? Uno dei più bei personaggi creati da Maurizio De Giovanni.
Bambinella: il femminiello, amico del brigadiere Maione, quella che, agghindata in abbigliamenti assurdi, quasi caricature , è per lui un prezioso aiuto in ogni indagine, anche in questa.
Non ha rapporti diretti con il commissario Ricciardi, ma il suo contributo prezioso non manca mai: sono le voci sotterranee, che vengono dai bassi e dai quartieri più malfamati…allora Maione sopporta tutto da lei/lui, anche le battutacce di dubbio gusto, e le sue profferte, assolutamente comiche!

A questo punto una figura speciale si affaccia nel mondo di Ricciardi. E’ il Dottor Modo, volutamente lasciato per ultimo. Non ultimo per importanza: è un personaggio indimenticabile. Nel romanzo “Rondini d’inverno” ha molta parte, per una storia personale che tocca le corde del cuore. Uomo dall’ironia graffiante; ateo, incline alle buone bottiglie ed alla frequentazione di “signorine” che si rivelano (come in questa vicenda) più umane di quelle integerrime,e di buona famiglia.
Modo è un acceso oppositore del regime fascista, e non fa nulla per nascondere questa sua posizione: atteggiamento che gli costerà nemici in ogni ambiente, e che ad un certo punto minaccerà anche la sua amicizia con Ricciardi.
La sua profonda sensibilità si rivela non solo nello svolgimento della professione – il rispetto dei defunti e dei loro poveri corpi a analizzare – ma nei rapporti umani, sempre.

Come non citare la meravigliosa storia di Tettè, il bambino di strada trovato morto sugli scalini, un cagnolino a vegliare il suo povero corpo? Cagnolino che diventerà poi la fedele ombra del dottor Modo, e lo accompagnerà in ogni storia. Personaggio di grande impatto sul lettore, Modo è in pratica l’unico amico di Alfredo Ricciardi, oltre a Maione.

Si permette, con lui, di scambiare battute anche in momenti che di scherzoso hanno ben poco. Al di là delle battute ironiche, la vicenda che affronta il dottor Modo in questo romanzo ultimo è dolorosa, perché lo porta a curare Lina, proprio una di quelle “signorine”che è avvezzo a frequentare nelle sue serate allegre. Ferita gravemente, sarà curata con una devozione assoluta dal dottor Modo, mentre il brigadiere Maione indagherà in parallelo su questa oscura vicenda. Il commovente epilogo mette in evidenza ancora una volta la straordinaria sensibilità con cui Maurizio De Giovanni costruisce e muove i personaggi dei suoi romanzi. Noi lettori non vogliano perderli, questi personaggi. Ormai sono entrati a far parte del nostro immaginario; conosciamo di loro tutto, anche le sfumature.

Quali che siano gli svolgimenti futuri delle loro storie, che LE STORIE CONTINUINO.

Caro Maurizio De Giovanni: è una richiesta ufficiale dai tuoi affezionati lettori.

Rosy Volta