Alessandro Canale – Il controsgobbo

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Editore Marsilio Collana Farfalle
Anno 2017
Genere Giallo
318 pagine – brossura

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Dopo tutta una vita in cui aveva fatto lavorare solo le mani, aveva iniziato a far muovere un po’ anche l’anima. Solo a pensarla , quella parola, Duilio si vergognava.

Perchè negli ambienti in cui era sempre vissuto, un uomo che avesse parlato di anima senza essere prete avrebbe fatto venire subito sospetti froceschi. E invece quel Santo Poverello lo stava facendo cambiare. Anche Mortaretto Sciobbica aveva un’anima. Nel senso di cuore, sentimenti e coratella.

E a sentire sua moglie, nemmeno da buttare via”.

Quando mi capita fra le mani un romanzo bello, e dico ”BELLO”, mi succede che vorrei commentarlo subito, a caldo, ma le emozioni suscitate si accavallano nella mente e nel cuore e tutto ciò che sembrava facile da esprimere mi si…ammassa dentro, e la fatica di scrivere è molta. Ma ci proverò.

Ho iniziato a leggere questa storia a mente sgombra, non conoscendo la trama, né l’autore, ma lasciandomi trasportare , semplicemente, dalla lettura. Man mano che entravo nei personaggi, nell’ambiente, mi appassionavo un poco di più; poi non riuscivo a staccarmene, tanto che oggi ho visto con rammarico la parola fine.

E’ la storia di Duilio Sciobbica, detto Mortaretto ( «perché se pijo fòco faccio i bòtti» spiega lui), un bravo attrezzista del mondo dello spettacolo, ladro provetto di secondo mestiere. Anche sua moglie Silvana, che gestisce una trattoria tipica in Via della Magliana, ha sempre “battuto il marciapiede” e la loro figlia Jessica, con un passato pesante da tossica, non è da meno. Una famiglia difficile, insomma. Eppure Duilio è un buon uomo, la moglie pure, e cercano di tirare avanti la baracca in qualche maniera. Duilio ha un segreto: anni prima ha realizzato un “controsgobbo”: ha anticipato, senza volere, una grossa rapina, già programmata da altri, con un epilogo a sorpresa. Da quel lontano evento prendono avvìo le vicende di oggi, con degli svolgimenti talmente imprevedibili da lasciare senza fiato.

Una vicenda incalzante , avvincente al massimo, tutta da scoprire, per cui non racconterò neppure un pizzico in più! Dico solamente che mi ha preso il cuore. Protagonisti indimenticabili, Duilio-Mortaretto innanzitutto, poi la moglie Silvana, poi il prete Domenico (non Don, sa…di mafia! solo Domenico) e molti altri. Intorno, una Roma “secondaria”: non quella che raccontano e mostrano ai turisti, ma quella popolana, fatta di povera gente, di persone che vivono un po’ ai margini, di semplicità, di speranze. Una Roma da commedia all’italiana, con la parlata in romanesco, simpatica e di effetto.

Ottimo regista, Alessandro Canale ci sa raccontare con maestria le sue storie; muove le sue figure in modo tale sulla scena, da farcele vedere in azione. Meravigliosa e magistrale, la parte in cui narra la cena della Vigilia di Natale mentre fuori i ladri sono in azione. La psicologia dei suoi personaggi è ben tratteggiata: le angosce di Duilio riguardo alla sua vita passata; i dubbi verso il presente ed il futuro; verso la moglie che non ha apprezzato abbastanza; verso la figlia, che non ha aiutato a stare fuori dai guai. Una storia in cui ci sono battute da ridere e momenti da piangere; momenti di tensione da “giallo” ed altri di serenità. Non manca proprio nulla in questo romanzo. È completo.

Mi auguro che Alessandro Canale abbia molto successo con questo suo lavoro, perché lo merita veramente, sia per capacità di scrittura, che per originalità di trama. Se dovessi dargli un voto, sarebbe dieci con lode.

Rosy Volta

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Lo scrittore:
Alessandro Canale è nato a Roma nel 1958. Copywriter e direttore creativo in ambito pubblicitario, è anche autore teatrale. Ha pubblicato Razza Canara (Fernandel 2000), Beoti gli ultimi (Fernandel 2002), Porcodìghel (Garzanti 2010), e ha partecipato alla raccolta Scontrini (Baldini Castoldi Dalai Editore 2004).