Simone Buchholz – La notte del coccodrillo

2237

Editore Emons Collana Gialli Tedeschi
Anno 2017
Genere Giallo
206 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Fabio Lucaferri

[divider] [/divider]

“Joe, chi le ha fracassato le ossa?”
“La vita.”

Premesso che l’esperto recensore consolidato del blog per i gialli tedeschi di Emons è l’amico Michele Finelli, mi sono approcciata anch’io con uno dei romanzi più strani che abbia avuto occasione di leggere. Non si giudichi però come accezione negativa il termine, perché la stranezza è dovuta allo stile di scrittura totalmente avulso dai miei canoni di lettrice.
Simone Bucholz è al secondo romanzo che ha come protagonista Chastity – Chas – Riley, procuratore di Amburgo che detesta il suo ufficio, tifa per la squadra di calcio col teschio e fa la dura, svolge un lavoro che non voleva nessuno, in mezzo a prostitute e criminalità organizzata. Il suo predecessore era un uomo ambiguo e lei ha approfittato dell’occasione per dedicarsi a casi più importanti.
I colleghi che collaborano con lei sono alquanto bizzarri, da Faller, l’anziano commissario e Sberla, un ex scassinatore che le fa sangue, come si suol dire. Beve come una spugna, ma tra fiumi di birra e alcolici vari, riesce anche a mantenersi sobria per seguire le indagini.

Esce oggi questo romanzo e Chas Riley è stata assegnata alla protezione delle vittime di violenza, ma approfitta dell’aggressione di un uomo dall’aspetto di un energumeno, finito in ospedale piuttosto malridotto, per distrarsi dal suo ruolo. Di lui si sa solo il nome – Joe – ma non vuole rivelare la sua identità e il motivo per il quale è stato massacrato di botte. Con pazienza e parecchie bottiglie di birra, la pm riuscirà a scalfire la sua corazza e scoprire che tutto ruota intorno ad una parola: Krokodil, una nuova droga sintetica che ha preso piede a Lipsia. Quanto più si avvertono i disagi di uno sbandamento, tanto più si è esposti al rischio di tossicodipendenza.

C’è una lei narrante, Chas Riley. C’è un lui narrante: Faller Georg. C’è un loro narrante: i colleghi, i criminali. Ci sono frasi brevi, monologhi che all’inizio ti lasciano un po’ perplessa, tanto da sembrare ingredienti di un impasto che, presi singolarmente, hanno il giusto sapore ma insieme non si fondono. Se però all’inizio sembra un romanzo affollato di voci, una scrittura sperimentale che rischia di far deviare la lettura dal fiume narrativo, mi trovo invece a riconsiderare lo stile a mano a mano che procedo e quella sensazione fastidiosa scompare lasciandomi un mezzo sorriso a tratti malinconico.

La bella copertina – caratteristica di tutti i romanzi pubblicati da Emons – con raffigurato un coccodrillo all’interno di un bicchiere di birra, richiama la pericolosissima droga che circola per Lipsia, città nella quale pullulano feste e locali notturni, colpita duramente da questa piaga e terreno fertile per questo genere di affari. Se lo stile originale ha fatto breccia nella mia lettura, un po’ meno lo è stato dal punto di vista della trama, nella quale avrei voluto trovare più indagini, più struttura investigativa e meno caratterizzazione dei personaggi.

Il collega Vito Calabretta, italiano ma con passaporto tedesco che ancora fa la parte della macchietta del mangiaspaghetti e pizzaiolo, forse me lo aspetterei in romanzi di quarant’anni fa e non ora. Il tema trattato è importante, la droga è una spina nel fianco di ogni Paese, in alcuni ha preso talmente piede che la corruzione dilaga anche fra le autorità che dovrebbero contrastarne la diffusione, vedasi Don Winslow e le sue descrizioni di un Messico ormai irriconoscibile e senza controllo.
Un argomento che rimane trattato troppo in superficie, ma che viene compensato dalle particolarità di questo romanzo e di questa scrittrice. Attenderò la sua prossima pubblicazione con molta curiosità.

Cecilia Lavopa

[divider] [/divider]

La scrittrice:
Simone Buchholz è nata nel 1972 e dal 2006 scrive romanzi gialli. Collabora con giornali e riviste. Le piacciono le nuvole in cielo e i gabbiani che non sanno cosa vogliono. Vive nel quartiere di St. Pauli, Amburgo, con il marito italiano e il figlio.