Erik Larson – Il diavolo e la città bianca

2308

Editore Neri Pozza Collana Bloom
Anno 2016
Genere Thriller
573 pagine – brossura e ebook
Traduzione di G.M. Griffini

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Ho sempre sostenuto che la realtà supera di gran lunga anche la più fervida fantasia. Questo libro ne è un’ ulteriore conferma. Basato su fatti accaduti alla fine del diciannovesimo secolo, l’autore ci racconta la storia di due uomini: uno è Daniel Hudson Burnham, uno degli architetti più famosi dell’epoca, l’altro è Harry Howard Holmes, considerato tra i serial killer più prolifici della storia.
L’autore nella premessa: «Nelle pagine che seguono racconto la storia di questi due uomini e di questo evento, ma per quanto strani o macabri potranno sembrare alcuni degli episodi narrati, la mia non è un’opera di fiction». Non aspettatevi un noioso saggio, è scritto così bene che Larson ha saputo trasporre la realtà in un pregevole, coinvolgente e godibile romanzo. Le storie dei due personaggi corrono su binari paralleli: il primo riceverà l’incarico di progettare l’esposizione mondiale di Chicago del 1893, l’altro approfitterà di questa occasione per mietere sempre più vittime.

La seconda città d’America cresceva a ritmi vertiginosi: edifici sempre più alti, capitani d’industria, banchieri, inventori, scrittori, artisti, architetti contribuirono a renderla grande. Anche Harry Holmes si improvvisa architetto e, basandosi su un suo astruso progetto, costruisce un’enorme casa, che destinerà ad albergo, con più di centinaia di stanze: un intrigato dedalo di locali e corridoi che nascondono scannatoi, camere di tortura e forni crematori. I soldi non gli mancavano: abile truffatore riusciva, con la sua affabilità, ad incantare i creditori che prima si recavano da lui furenti e decisi a recuperare il loro denaro, per poi andarsene con una pacca sulle spalle e con la promessa che avrebbero ricevuto indietro i loro soldi.

Ed è proprio questo che stupisce: tutti quelli che lo incontravano e lo conoscevano ne rimanevano affascinati, comprese molte giovani e belle ragazze che non esitavano ad affidargli i loro averi, anche ingenti patrimoni, per poi scomparire per sempre nei dedali oscuri del palazzo di Harry. Holmes verrebbe ora definito come uno psicopatico, con riflessi così abilmente costruiti da poter mimare alla perfezione la personalità umana riuscendo ad apparire integro e normale. Non ci si deve sorprendere di tutta la libertà di cui godevano le ragazze: era quello un periodo di rivoluzione socialee dei primi tentativi di emancipazione femminile, a moltissime giovani ragazze era stato permesso di lasciare la sicurezza delle loro case, girare da sole per le strade della città e di lavorare sotto un tetto estraneo.

Ho apprezzato molto che Larson non abbia insistito sui particolari delle atrocità commesse da Holmes, le si possono ben immaginare. Le descrizioni, a volte minuziose, sulla costruzione degli edifici dell’esposizione e la cronaca, anche di fatti banali, sui visitatori della stessa potrebbero apparire noiose. Nulla di più falso: la curiosità e la voglia di conoscenza del lettore viene stimolata costantemente. Si scoprirà, tra tante altre cose, che la prima ruota panoramica (alta 80 m. e capace di portare 2160 persone!) fu ideata e costruita da George Ferris o che la spinta ad utilizzare la corrente alternata di Tesla invece di quella continua di Edison la si deve proprio alla “Columbus Exposition”.

Magnifica e indimenticabile la figura del detective Frank Geyer che, con la sua perseveranza, acume e determinazione, riuscirà ad assicurare Harry Howard Holmes alla giustizia. Un romanzo di ampio respiro, con personaggi realmente esistiti raccontati con indubbia maestria da Erik Larson che raffronta due aspetti dell’uomo: il genio, l’intraprendenza, l’inventiva, il progresso con l’insondabile malvagità che assume, in questo caso, le sembianze di uno psicopatico.

Aurelio Morandi

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Lo scrittore:

Erik Larson è nato a Freeport, Long Island, nel 1954. Collaboratore di Time, New Yorker, Atlantic Monthly, Harper’s e altre prestigiose riviste americane, ha scritto numerose opere, tra le quali si segnalano Isaac’s Storm (1999) e The Devil in the White City: Murder, Magic and Madness at the Fair That Changed America (2003), libro vincitore dell’Edgar Award in the Best Fact Crime 2004, e tradotto da Neri Pozza con il titolo Il diavolo e la città bianca. Erik Larson vive a Seattle con la moglie e tre figlie.