Sinistre Presenze – Antologia Horror

1963

Editore: Bietti Collana Narrativa
Anno 2013
Genere: horror
405 pagine – brossura con alette
Curatori: G. F. Pizzo, W. Catalano


La ricerca estiva, che già aveva avuto un ottimo esito con il libro di McCammon, mi ha doppiamente gratificato quando, qualche giorno dopo, sono capitato su una bancarella di “remainders” (i libri d’occasione per intenderci) fuori da una nota libreria bolognese. Non avevo molto tempo, in verità, perché aspettavo amici in ritardo, ma la fascinazione del libro per me ha sempre una precedenza, soprattutto quando, come stavolta, tra i primi titoli che mi sono capitati sott’occhio mentre spiluccavo le file ordinate è comparso questo “Sinistre Presenze”. Già ne avevo sentito, e in parte letto, nonché ero a conoscenza che la prefazione era stata scritta dal mio (mi si permetta il possessivo) Valerio Evangelisti. Così, mentre nel frattempo i ritardatari si palesavano, io uscivo dalla libreria con un piccolo sacchetto di carta che celava al suo interno un grande tesoro.

Questo blog, fin dalle sue origini, abbraccia tre aree letterarie che spesso si fondono tra loro: noir, horror e fantascienza. Ognuna di esse ha una peculiarità: la fantascienza annulla la prospettiva individuale mettendo i protagonisti a contatto con galassie, civiltà, scenari immensi. Il noir, invece, è molto più intimista: porta alla ribalta il contesto urbano, la degradazione sociale e morale assottigliando fin quasi a farla sparire la linea che demarca bene e male. L’horror è differente da questi e da tutti gli altri generi perché è trasversale a ognuno (comprendiamo anche, nella lista, poliziesco e romanzi rosa). L’horror è il luogo in cui si esplorano le paure tra cui quella della morte è la più vivida, vista sia nel suo fatto ineluttabile, ma anche vissuta come conseguenza di sofferenze terribili.

La letteratura di genere più recente, ma anche la produzione filmica, hanno cercato di banalizzare queste pulsioni interiori, di renderle meno “paurose” o quantomeno di estremizzare alcuni suoi aspetti: pensate allo splatter movie o ai serial killer sempre più efferati. Ma l’horror è ben altro. Provate a ricordare quando, da bambini, andavate in camera transitando per il corridoio buio, oppure quando vi svegliavate in piena notte per via di un brutto sogno e iniziavate a sentire tutti i rumori della casa. La componente “terrore” era palpabile, lo spavento di ciò che il buio potesse contenere terribile.

Se i film sono riusciti, in alcuni casi, a portare nell’horror anche messaggi di natura sociale (pensate agli zombi di Romero che nella sua saga tocca temi come l’emarginazione, il razzismo nonché la lotta di classe), la produzione letteraria è ancora ferma alla necessità di incutere paura e raccapriccio. Sono sporadici i casi in cui si riesca ad usare l’horror come medium per leggere il mondo attuale. E dire che, visto quanto accade e quanto ogni sera vediamo in un telegiornale, di opzioni perché l’horror possa diventare il genere d’eccellenza per narrare il contemporaneo ce ne sono a bizzeffe.
Questa stessa riflessione deve essere scaturita anche nelle menti degli autori italiani che compongono questa antologia: Danilo Arona, Claudio Asciuti, Denise Bresci, Andrea Carlo Cappi, Stefano Carducci, Walter Catalano, Alessandra Daniele, Luca Ducceschi, Alessandro Fambrini, Alessandro Morbidelli, Michele Piccolino, Gian Filippo Pizzo, Pierfrancesco Prosperi, Franco Ricciardiello, Stefano Roffo, Dario Tonani, Francesco Troccoli, Alessandro Vietti.

Ognuno lo ha fatto con un suo stile – le antologie hanno questo di bello – cosa che ci permette di spaziare su tanti versanti narrativi. Potete leggerlo tutto in una volta, o gustarvi i racconti centellinandoli. Ce ne saranno alcuni che vi piaceranno, altri che forse giudicherete eccessivi, ma intanto dimostrano che c’è, da qualche parte, qualcuno che vuole usare l’horror in modo diverso dal solito, come Alessandra Daniele o Danilo Arona (tra i miei preferiti in questa antologia): Daniele ha un racconto brevissimo, ma non per questo meno intenso. È un ottimo esempio di horror che racconta una sottotraccia politica, mettendo in risalto aspetti contemporanei di orrore – il razzismo imperante. Arona, al contrario, porta nel racconto orrorifico il mondo dei narcos sudamericani: anche in questo caso l’orrore più tangibile è più tremendo e pauroso di quello sulla carta. Questo è quanto succede con buon parte delle storie di questa antologia: anelare l’orrore di carta, poiché fa meno paura di quello reale…

Michele Finelli
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I curatori:
Gian Filippo Pizzo (palermo, 1951) è laureato in Scienze politiche internazionali. Si occupa di fantascienza e fantastico da quasi quarant’anni e in quest’ambito ha pubblicato racconti, poesie, articoli e saggi, vincendo premi sia per l’attività saggistica che per quella narrativa (tradotta in parte anche all’estero). Dal 1980 tiene una rubrica fissa di fantascienza sul mensile “Il giornale dei misteri”.

Walter Catalano in gioventù partecipa al mondo delle fanzines degli anni ’70. Pubblica articoli e racconti su “Kronos”, “Il Re in Giallo” e “Loculus”. Dagli anni ’80 in poi si allontana dalla fantascienza dedicandosi ad altri interessi. Ha realizzato due cortometraggi di fiction e vari documentari; ha collaborato con la RAI; scritto su “Il Giornale dei Misteri” e su molteplici riviste con uno spettro politico-culturale piuttosto ampio e fantasioso.