Craig Robertson – Sangue bianco

1980

 

Editore SEM Libri
Anno 2017
Genere Thriller
377 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Stefano Travagli

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Le Fær Øre sono un arcipelago di diciotto isole all’estremo nord della Danimarca, alcune collegate tra loro tramite tunnel che corrono sotto il mare. È questo un territorio spesso battuto dal vento e avvolto nella nebbia, poco ospitale, ma affascinante per la sua bellezza selvaggia. Come in tutti questi tipi di ambiente la popolazione ha dovuto lottare contro gli elementi della natura, basare la propria sopravvivenza sulla pesca e affrontare una vita dura. Tutto ciò non ha però influito sulla loro ospitalità a condizione che il forestiero si adatti alle loro abitudini e tradizioni. Ed è in una di queste queste isole, Tórshavn, che arriva John Callum per sfuggire da un passato che lo tormenta, deciso a tagliare tutti i legami con la sua vita precedente e pronto ad iniziare da capo in una terra dove d’estate il giorno sembra non finire mai; luce e luce e luce che disturba il sonno e impedisce anche di fare un breve riposo.

All’inizio Callum ci dice poco di quanto gli è accaduto nella sua nativa Scozia; già, perché è lui il narratore interno che racconta gli avvenimenti usando il tempo passato, tecnica narrativa che conferisce al romanzo una sensazione di déjà-vu che aleggia sul lettore creando irrequietezza e ansia. John trova facilmente un lavoro in un’azienda ittica e ospitalità da parte di un collega, Martin Hojgaard, che gli cede una camera della sua villetta. Già la prima notte, un incubo notturno fa gridare a Callum frasi terribili e violente, spaventando Rannva la bimba di Martin il quale si vede costretto, per non turbare oltre la tranquillità della sua famiglia, a chiedere a John di andare in un capanno esterno privo di ogni comodità. Anche se il lavoro è duro e il sonno è poco – non sa se a tenerlo sveglio è la luce costante o la prospettiva degli incubi che lo attendono – John si adatta bene alla nuova situazione ed inizia ad intravvedere un futuro positivo. L’accoglienza che la comunità di abitanti del luogo gli riserva è calorosa, stringe facilmente amicizia ed in uno dei pellegrinaggi serali tra i vari locali di Tórshavn  incontra Karis, una giovane pittrice estroversa e intraprendente, con la quale stringe una relazione sentimentale: sarà l’inizio di un nuovo incubo.

L’ex di Karis, Aron Dam, affronta Callum e una sera, dopo un furioso litigio, Aron verrà trovato accoltellato, John accusato di omicidio e arrestato. Le prove a suo carico non sono evidenti, sarà così rilasciato, ma l’intera comunità lo ritiene colpevole e solo un imprevedibile finale porterà alla luce la verità. Non privo di suspense il romanzo di Robertson colpisce per la violenza delle persone nei confronti degli animali: una strage di pulcinelle di mare e una mattanza di balene, con il mare che diventa rosso per il sangue. Non una violenza gratuita, capisco che è per la sopravvivenza della popolazione, tuttavia non può lasciare indifferenti. Anche gli animali sono violenti come i due skua -uccelli con artigli affilatissimi- che attaccano e feriscono John.
La descrizione dei luoghi e dei paesaggi è molto buona, Robertson fa risaltare questi affascinanti territori dove la forza del vento fa addirittura risalire una cascata nell’alveo superiore del fiume. Il ruolo dei personaggi è piuttosto scontato, qualche figura spicca più delle altre, ma non a sufficienza per rimanere scolpita nella mente. Nel complesso il romanzo è godibile mente il giudizio sull’autore è “sospeso”. Bisognerebbe leggere qualche altra sua opera per esprimersi in modo definitivo, comunque sembra molto apprezzato dai lettori di lingua inglese: i suoi cinque romanzi hanno ricevuto una media di quattro stellette su cinque.

Aurelio Morandi

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Lo scrittore:

Craig Robertson, giornalista e scrittore scozzese, è un apprezzato autore di thriller e di crime story. Sangue bianco è il suo primo libro tradotto in italiano e pubblicato da SEM Editore.