Editore Neri Pozza Collana I narratori delle tavole
Anno 2017
Genere noir
349 pagine – brossura e ebook
Traduzione di A. Zabini
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Uno dei romanzi che ho amato di più è Grandi speranze di Charles Dickens, autore che venero. Mi è piaciuta molto anche la trasposizione cinematografica di questa straordinaria vicenda, quella di Mike Newell nel 2012, regista di altri film, sebbene diversissimi tra loro, tutti nella mia linea di gusto letterario come Un incantevole aprile, L’amore ai tempi del colera, Harry Potter e Il calice di fuoco e molti altri. Perché questa premessa dickensiana in una recensione di La natura della grazia?
Perché anche qui, come in Grandi speranze, il punto di vista è quello di un ragazzino che scopre quanto sia doloroso crescere.
Perché anche qui, come in Grandi speranze, il ragazzino si trova a contatto con il crimine e con un personaggio pericoloso. Il dickensiano Pip incontra un evaso, lo nutre e lo aiuta di nascosto, invece Frank Drum, il protagonista e io narrante de La Natura della Grazia, entra in contatto con un corpulento e incazzatissimo Sioux, lo protegge e lo aiuta a fuggire, anche se sa che potrebbe essere un assassino, e… non un assassino qualunque per lui.
Perché anche qui, come in Grandi speranze, le vicende del protagonista sono in qualche modo legate a quelle di una famiglia ricca e malata, per il Pip di Dickens la folle miss Havisham e sua nipote Estella, per Frank Drum, la famiglia dei Brandt, facoltosi imprenditori della birra.
Grandi speranze è un capolavoro indiscusso della letteratura di formazione, ma anche questo di Krueger è un buon libro. Parlando di colori troviamo qui la scoperta di quanto sia nero il mondo che fino a poco prima appariva rosa o azzurro. Non secondario l’aspetto ‘giallo‘: Frank e suo fratello Jake (balbuziente e saggio oltremisura) si improvvisano investigatori e, origliando attraverso le condutture o aggirandosi nelle praterie e nelle lagune, scoprono molti segreti che i “grandi” sembrano ignorare. Grandi di una certa levatura, peraltro: il padre di Frank e Jake è un pastore metodista, ex militare pentito, di grande saggezza e compostezza, ma di disarmante ingenuità. La madre una musicista ispirata e un po’ folle. Rimane aperto il problema, in questo genere di romanzi, dell’esagerata maturità e intelligenza di alcuni dei ragazzini protagonisti.
Anche Il buio oltre la siepe ne è un esempio, per non parlare di tutta la saga di Harry Potter.
I ragazzini appaiono come fenomeni intuitivi o geni dell’investigazione; il che non è detto sia impossibile, ma profuma di invenzione letteraria che, comunque, come si può vedere, funziona benissimo al botteghino. Nel caso della Natura della grazia il protagonista narra la vicenda quando ormai è un uomo adulto e quindi rivive la sofferenza di quella per lui terribile estate del 1961, cercando a fatica di prenderne distacco. Questo fa sì che risultino più credibili i pensieri da adulti che il tredicenne esprime, in quanto mediati da un io narrante di età matura. Risulterebbero altrimenti poco verosimili per l’estrema profondità dei concetti espressi. E in ogni caso, in un romanzo, chi se ne importa della verosimiglianza?
Un romanzo deve emozionare, non è un saggio, né un quotidiano. Scelgo di non dire oltre, e di non inserire la trama del libro, né di svelare chi il Sioux potrebbe aver ucciso, perché un libro va letto, non raccontato e riassunto. Consigliato, è un buon romanzo, senza dubbio, ben strutturato e ben scritto che lascia incollati fino al colpo di scena finale.
Elena e Michela Martignoni
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Lo scrittore:
William Kent Krueger è il pluripremiato autore di quattordici precedenti romanzi, tra cui Tamarack County e Windigo Island. Con il romanzo La natura della grazia è stato vincitore nel 2014 dell’Edgar Award per il miglior romanzo. Vive in Minnesota con la sua famiglia.