Xavier-Marie Bonnot – La donna di pietra

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Edizioni del Capricorno Collana La metà oscura
Anno 2017
Genere noir
379 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Barbara Sancin
Titolo originale La Dame de pierre

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“ Un mazzo di fiori semplicissimo era stato posato sulla bara. Fiori di mirto, bianchi e puri, che il vento delle terre alte faceva fremere.
Il sole scavalcò il Col des Hirondelles e inondò la vallata . Al di sopra del villaggio di Saint Vincent, l’Aiguille Sans-Nom sembrava più alta del solito, una visione chimerica.
In autunno, le montagne sembravano ritirarsi nei loro misteri vertiginosi.
……Vicky era morta da un anno”.

Per un lettore – una lettrice in questo caso – che ama i gialli ed ama la montagna, trovare un giallo di qualità ambientato tutto in montagna – quella vera – è trovare veramente un piccolo tesoro. E questo è talmente immerso nei paesaggi montani da far sì che essi diventino parte integrante del romanzo: dei protagonisti, insieme agli umani. La storia, in breve. L’ambiente: un paesino della Savoia, Saint Vincent; anzi, quasi una frazione, sepolta fra le cime e costantemente accompagnata dal rumore dei seracchi che si staccano, del ghiacciaio che brontola, delle slavine in inverno. Qui vive Pierre, noto alpinista e guida, che dopo un incidente terribile di cui non vuole sfiorare neppure più il ricordo, ha deposto piccozze e chiodi e fa il pastore.

La sorella Claire è diventata invece ricercatrice famosa a Parigi, ma ogni anno torna e si adegua alla vita semplice del fratello, come quando viveva ancora lì coi genitori. Ma stavolta Claire è diversa: è angosciata, ha incubi ricorrenti in cui vede una donna – una certa Vicky, dice – impiccata; vaga nella gelida campagna invernale, senza dare spiegazioni. Pierre la crede esaurita e non se ne preoccupa; un giorno però Claire non fa ritorno a casa. Viene trovata impiccata ad un albero, in una radura in quota, vestita in uno strano modo. Il commissario Portal , incaricato delle indagini, si convince che Pierre abbia ucciso la sorella e lo imprigiona, senza credere alle sue dichiarazioni di estraneità.

Scarcerato dopo quattro mesi, Pierre deve trovare il colpevole, per vendicare la sorella. Anche Portal però si muove, avendo compreso il suo grossolano errore.
In due, ciascuno per strade diverse, faranno scoperte sconvolgenti, passate e presenti, mentre un’altra morte arriverà a funestare la vita del villaggio.
Finale inaspettato, forse il migliore che avrebbe potuto escogitare l’autore, anche se certo non gradito a tutti.
Ogni pagina ci regala suspence: che sia dato dall’atmosfera, sempre inquietante, o dagli episodi “ di montagna” con ascese pericolose ed inseguimenti; addirittura da presenze percepite nella notte, con orme sconosciute intorno a casa o all’ovile tutto, TUTTO contribuisce a rendere questo romanzo ad alta tensione.

La montagna , qui protagonista, è descritta dall’autore con profonda conoscenza dell’ambiente e della vita che qui si svolge, ed anche con amore. Nella parte finale , in un crepaccio del ghiacciaio, la situazione è così veritiera, che pare di viverla. E si prova angoscia, pensando di non uscirne vivi; si percepisce il freddo intenso, si sente il respiro farsi difficoltoso. Si soffre, insomma, con i protagonisti.

Bei personaggi, tratteggiati con dovizia di particolari, soprattutto nel loro privato: i dubbi, i tormenti, i rimorsi. Pierre è un eroe che conquisterà i cuori, soprattutto femminili, nonostante la sua rudezza (forse proprio per quella!) dovuta al tanto soffrire, ed alla solitudine scelta; anche il personaggio di Portal, il poliziotto, che in un primo tempo può risultare antipatico, acquista a poco a poco uno spessore, un’umanità che lo rivela poi tutto diverso. Superbe, ripeto SUPERBE descrizioni di paesaggi di montagna, tanto che io mentre leggevo “vedevo” quei luoghi – che non conosco.

Il clima , perlopiù gelido, crea la giusta atmosfera per una storia così cupa, e diventa anch’esso protagonista, con la montagna, con le persone. Una curiosità: l’autore stupisce con dei tocchi poetici meravigliosi, creando un contrasto tra la crudezza della storia, e delle pennellate artistiche: citazioni di brani famosi di musica classica, e soprattutto poesie bellissime! Da rimanere sorpresi! Nel complesso, un giallo veramente di qualità. Non mi sorprende allora che sia stato il vincitore del premio “Polar” 2016, come miglior romanzo francofono.

Rosy Volta

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Lo scrittore:

Xavier-Marie Bonnot è nato a Marsiglia. È autore di noir tradotti in numerose lingue che affrontano con maestria gli argomenti più diversi quali il terrorismo, la preistoria o le leggende provenzali, trasportandoci in territori oscuri dove passato e presente si mescolano alle frontiere del soprannaturale.