Marco Vichi – Nel più bel sogno

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Editore Guanda Collana Narratori della Fenice
Anno 2017
Genere Narrativa
608 pagine – brossura e ebook

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Ormai quella vicenda avrebbe fatto parte della sua memoria, come se l’avesse vissuta veramente, e in un certo senso era vero che l’aveva vissuta. Anche le storie dei romanzi che aveva letto le aveva vissute veramente. Gli era sempre piaciuto cercare di immedesimarsi negli altri, vivere altre vite. In fondo era proprio per questo che gli piaceva leggere romanzi, e forse era anche il motivo per cui era entrato nelle Pubblica Sicurezza.”

Estratto

Questa è la sensazione, chiara ed inequivocabile, dalla quale sono investita ogni volta che termino la lettura di un libro sul commissario Bordelli. Ed è uno dei motivi per cui mi piacciono così tanto. Marco Vichi  ha la capacità di prelevarti da qualsiasi posto tu stia leggendo, e portarti nella Firenze degli anni ’60.

Più precisamente, in questo ultimo romanzo, “Nel più bel sogno”, arrivato al pubblico tre anni dopo “Fantasmi del passato”, siamo nel  1968, in una Firenze  avvolta dalla primavera e percorsa dai moti di protesta giovanile.

Bordelli, sembra vivere un momento di leggerezza, in cui si sente preda di una tiepida euforia e dalla speranza che tutto possa cambiare. E’ in questa predisposizione d’animo che, appena arrivato in Questura, Mugnai dalla guardiola, gli comunica che c’è stato un omicidio.  Così, insieme a Piras, salgono sul maggiolino del commissario per dirigersi sul luogo del delitto.

La  storia gialla  procede insieme alle vicende personali di Bordelli, al suo percorso personale, e alla moltitudine di personaggi, reali o evocati come fantasmi dalla sua memoria.  Le scelte compiute in passato lo hanno  cambiato, così come il passare del tempo ha influenzato il suo quotidiano e la realtà in cui vive.

Ritroviamo gli amici  come Piras, sardo, collega con il quale ha una speciale intesa e verso il quale nutre un sincero affetto; Diotivede, il medico legale, a poche settimane dalla tanto sognata e allo stesso tempo temuta, pensione; Ennio Bottarini, detto il Botta,  ladruncolo e grande cuoco, presente in tutte le sue avventure; Rosa, ex-prostituta e rifugio sicuro, la cui compagnia significa conforto e comprensione; Dante, con il suo scantinato-laboratorio dove i due si ritrovano spesso a tarda sera con un bicchierino per condividere pensieri e ricordi; il colonnello Arcieri, protagonista dei romanzi di Leonardo Gori, che ormai ha stretto una intensa amicizia con il commissario. Insieme a questi,  nuovi personaggi con i quali il commissario si trova ad interagire o che appaiono tra le pagine come spiriti evocati da un ricordo: persone conosciute durante la guerra, che rivestono parte fondamentale in tutti i suoi libri,  o vissute nel quartiere di San Frediano, dove ha abitato per quasi vent’anni e verso il quale sente sempre più forte una struggente sensazione di nostalgia.

Un aspetto fondamentale è il particolare momento storico vissuto dalla città di Firenze, ma anche da tutto il mondo. La protesta dei giovani che ha, a lungo, ribollito sotto la superficie delle cose ed è finita per esplodere cercando di svecchiare un sistema che non era in grado di reggere i cambiamenti. Spesso, durante la lettura ci troviamo a confrontare gli ideali degli adulti contro quelli dei giovani, in conversazioni che cercano di smontare i pregiudizi di entrambe le parti.

“Nel più bel sogno” ha confermato ed aumentato la mia stima nei confronti del commissario Bordelli, un uomo che a 58 anni è ancora curioso del futuro, che riesce a sentirsi vivo nella leggera sofferenza per una storia d’amore in crisi. Un uomo  convinto che guardando negli occhi qualcuno si possa capire se nasconde qualcosa. Un uomo che cerca di comprendere la volontà dei giovani di cambiare il mondo. Un uomo che conserva un ricordo per ogni angolo della città in cui vive. Un uomo che non saprebbe rinunciare alla malinconia e alla solitudine del vivere in campagna, alle lunghe passeggiate nel bosco, alle mitiche cene con gli amici. Un uomo che è convinto che la vita sarebbe ben poca cosa senza i sogni ad occhi aperti.

Vi consiglio, se non lo avete ancora fatto, di conoscere questo commissario, capace di arricchire la nostra esperienza personale attraverso le sue storie e i suoi ricordi. Capace di lasciarci addosso ad ogni conclusione di libro la fortissima curiosità di sapere cosa gli succederà nel prossimo.

Federica Politi

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Lo scrittore:

Marco Vichi è nato nel 1957 a Firenze e vive nel Chianti. Presso Guanda ha pubblicato i romanzi: L’inquilino, Donne donne, Il brigante, Un tipo tranquillo, La vendetta, Il contratto, La sfida, Il console; le raccolte di racconti Perché dollari?, Buio d’amore, Racconti neri; la serie dedicata al commissario Bordelli: Il commissario Bordelli, Una brutta faccenda, Il nuovo venuto, Morte a Firenze (Premio Giorgio Scerbanenco – La Stampa 2009 per il miglior romanzo noir italiano), La forza del destino, Fantasmi del passato; il graphic novel Morto due volte, con Werther Dell’Edera, e la favola Il coraggio del cinghialino. Ha inoltre curato le antologie Città in nero, Delitti in provincia, È tutta una follia, Un inverno color noir e Scritto nella memoria. Il suo sito internet è www.marcovichi.it