Graf & Neuburger – Gulasch di Cervo

2499

Editore Emons Collana Gialli Tedeschi
Anno 2015
Genere Thriller
301 pagine – brossura e ebook
Titolo originale Hirschgulasch
Traduzione di Antonella Salzano


Il libro in questione capita nel bel mezzo dei bagordi festaioli e il titolo si allinea in modo perfetto al “mood” del momento. Fortunosamente non si tratta dell’ennesimo compendio di ricette più o meno improbabili che ultimamente – vista la bulimia di programmi cucinieri su pressoché ogni emittente pubblica e privata  – imperversano sempre più nelle librerie ingigantendo la già non parca lista di opzioni regionali, nazionali, locali, della nonna e chi più ne ha più ne metta. Si tratta di un signor thriller, di uno di quelli dei quali sentivo un poco la mancanza e che svetta per tutta una serie di aspetti di cui vi parlerò tra poco. Rubo queste ultime righe della mia apertura per spronarvi – io in primis – ad allargare i vostri confini di lettura. Non rimanete solidi e stolidi legati a tre o quattro, seppur bravi, autori. Sperimentate. Date opportunità anche a chi non conoscete o a case editrici meno blasonate, ma non per questo meno qualitative. Voi pochi, fortunati pochi, che ancora credete che leggere un libro sia il modo migliore per spendere una parte del vostro tempo libero, verrete ripagati con grandi soddisfazioni o con grandi delusioni (capita, ndr), ma avrete sempre letto un libro in più. E non sarà mai stato tempo perso. Ed ora parliamo di questo gulasch.

Di norma e per quanto la mia esperienza di lettore possa rammentare, i romanzi gialli o thriller che si fondano su trame che coinvolgono piani narrativi dispersi tra livelli temporali e/o luoghi diversi è molto facile che si dimostrino molto confusi: lo scrittore indulge di più in alcuni di questi momenti piuttosto che in altri rendendo la nostra esperienza di lettore simile a quella di un compilatore di fatti del cinquecento, togliendo ritmo ed efficacia al racconto. Qui tutto, invece, è perfettamente organizzato. Ogni capitolo riporta, in intestazione, luogo e data, ma soprattutto ogni filone narrativo – le Alpi Bavaresi e la zona di Berchtesgadener, Kiev o l’area contaminata di Chernobyl – e temporale – gli eventi legati alla II Guerra Mondiale ed il presente – s’incastrano con millimetrica perfezione tedesca, lasciando al lettore la possibilità di godere appieno di una trama ottimamente concertata e di descrizioni notevoli dei personaggi e dei luoghi.

Il racconto è uno di quelli che già fin dalle prime battute coinvolge e impone un ritmo serrato di lettura che spinge a voltar pagina (ottimo segno). Partiamo con uno strano incidente che avviene sulle Alpi Bavaresi, poi veniamo catapultati nella Zona Proibita di Chernobyl, cosa che – detta così – potrebbe sembrare una stramberia, ma se vi dico che ci troverete anche i nazisti e la mafia russa? Beh, scritto così non sto certo facendo gli interessi dell’autore, ma, credetemi, non si tratta di un pout-pourri di cliché già visti, ma di un qualificato uso di personaggi e situazioni per trascinarvi in una caccia ad un tesoro nazista decisamente concitata mai scontata.

Tutti questi elementi diversi vengono fusi con maestria e vi propongono una storia dalla profondità particolare che si stacca, in modo positivo, dagli schematismi narrativi e che proprio per questo si contraddistingue e coinvolge. La descrizione della Zona Proibita attorno alla città di Pryp’jat – quella coinvolta direttamente dal disastro di Chernobyl – è impressionante, così come lo sono tutte le scene ambientate in quest’area, comprese le persone e ulteriore potenza narrativa dimostrano anche i flashback che raccontano la vita di coloro condannati ai lavori forzati durante la seconda guerra mondiale.

Ho accennato a una notevole descrizione dei personaggi ed eccomi a darvi conto di quello che, alla fine converrete con me, si mostra come uno dei più improbabili ensemble di cacciatori di tesori: i primi che conoscerete sono Ljuba, folle blogger che ha ricostruito una Kavasaki Ninja con pezzi presi qui e là ed ora sfreccia ai 300 all’ora (“non lo so, io non supero mai i 300“) sulle strade deserte della Zona. Il secondo è Viktor, un tempo militare durante il disastro di Chernobyl, pilota degli elicotteri Mi-6 che sorvolavano il reattore e trasportavano le cisterne piene di piombo, sabbia ed argilla nel cratere, congedato dopo uno dei tanti incidenti avvenuti durante quelle operazioni e che ora si dedica al contrabbando di pezzi di ricambio (“I Ceceni non buttano via niente. Assemblano gli elicotteri con degli autentici rottami. A loro non importa quanto siano contaminati i pezzi. Là sono perennemente in guerra”). Infine Marjana, storica del Terzo Reich che viene coinvolta dalla stessa Ljuba in questa strana vicenda (“Lei crede ai tesori nascosti, bambina?“).

Troverete anche altri personaggi, più o meno ordinari o strani (tipo il figlio non riconosciuto di Juri Gagarin che ora fa il killer per la mafia russa, per esempio…) e che raccontati così potrebbero farvi pensare a una pataccata di libro, ma invece Graf e Neuburger vi ammanniscono un piatto coi fiocchi dove niente è lasciato al caso e dove tutti dettagli storici e geografici sono pertinenti e curati.

In apertura definivo questo romanzo un thriller. Credo che al suo interno vivano diverse nature poiché – come spesso accade – catalogarlo in una specifica definizione sarebbe riduttivo: è un romanzo, c’è un delitto, c’è un’indagine di polizia, ma ci sono anche situazioni tipiche del thriller – senza bisogno di scomodare serial killer di turno – ovvero momenti concitati che speri non finiscano male, e finiscono male, ma anche momenti concitati in cui sei certo che finiranno male e invece no. Insomma è davvero un ottimo gulasch. Difetti? Alcuni, ma sono per lo più refusi, per tutto il resto una coppia scrittoria che felicemente si dimostra l’eccezione alla regola per cui – di norma – un libro scritto a quattro mani sia bolso e tedioso (tutte le mie pregresse esperienze in merito lo confermano). Buona lettura.

Michele Finelli

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Gli scrittori:

Lisa Graf, nata a Passau, ha studiato filologia romanza ed etnologia. Ha scritto cinque gialli e oltre una dozzina di saggi.

Ottmar Neuburger, nato a Simbach am Inn, ha studiato fisica e germanistica. Ha lavorato come programmatore e consulente informatico; adesso è nel consiglio direttivo di un’azienda di sviluppo software.

I due autori vivono nel Berchtesgaden, vicino a Salisburgo.