Marcotullio e Valentini – Hell’s Pub e Cane mangia cane

1983

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Un’accoppiata da non perdere, uscita da poco e ancora calda calda, che fa parte della nuova azzeccata collana, I Gechi, pubblicata dalla Todaro in e-book. Il nome, che è tutto un programma e ci rimanda alle geniali scelte editoriali di Tecla Dozio, rappresenta per tutti noi che le abbiamo voluto bene, un affettuoso ricordo del suo indimenticabile spirito (e di quel suo caratteraccio che ci piaceva tanto).

Cominciamo da Hell’s Pub di Massimo Marcotullio: sfizioso e intelligente racconto lungo. Attacco fulmineo alla Mickey Spillane per Beo Fulminazzi, l’insuperabile investigatore già protagonista di altri romanzi gialli di Marcotullio. Dopo una rosea mattina foriera di un incasso da leccarsi i baffi, il nostro eroe si trova, udite, udite quasi un miracolo per lui (due clienti pronti a scucire in una settimana) più o meno alle quattro del pomeriggio in ufficio, seduto davanti a sé, un nuovo cliente. Oddio, un filino strano a vedere, ma un cliente talmente speciale. Insomma siete padronissimi di non fidarvi di quanto dico ma qui bisogna guardare in alto, molto, molto in alto.
Troppo forse? Eh no, mai abbastanza, ma c’è un ma: bisogna rintracciare un particolare fuggitivo… Ma di lui lo non vi dico, perché non ci credereste. E anche Fulminazzi è parecchio perplesso ma l’oro zecchino è un carburante così potente da farlo partire subito in caccia sul territorio, muovendo tutte le sue pedine. Non sa ancora che per ritrovare il suo celestiale e canterino ricercato si troverà coinvolto in un’indagine che avrà il suo (inimmaginabile?) epilogo in un localino di Milano, l’Hell’s Pub: un nome che la dice parecchio lunga!

E ora passiamo a Cane mangia cane di Roberto Valentini, altro genere e tutt’altra musica. Il protagonista, un professore “della casta bene di sinistra” di mezz’età apparentemente normale, con una solitaria vita tranquilla, la moglie l’ha mollato per un giovane chef, e un unico strano hobby: coltivare piante grasse. Dunque un noir sorprendente e particolare, perché sin dalle prime pagine Valentini ci fa intuire come certe regole del “vivere civile” delle nostre esistenze dovrebbero talvolta essere momentaneamente sospese secondo le personali esigenze. Perché no? Però il troppo stroppia e può provocare molto male. Insomma qualche volta basta un lampo di genio, un’occasione insperata, magari offerta da una buona azione e zac! Scatta l’idea, quella maledetta scintilla, insomma bisogna approfittarne, coglierla al volo, a ogni costo e anche chi ha sempre condotto una vita irreprensibile, può prendere un’improvvida decisione che porta a una scelta sbagliata con devastanti conseguenze.

Una scelta aperta e coraggiosa quella della Todaro di affrontare la pubblicazione di una collana racconti, un genere, salvo rare eccezioni, purtroppo poco considerato nella tradizione letteraria italiana. L’iniziativa è valida, interessante e le auguriamo tutto il successo che merita.

Patrizia Debicke

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Gli scrittori (fonte www.todaro.it):

Massimo Marcotullio:
Disegnatore di fumetti, strumentista in un gruppo di musica popolare, direttore di un teatro lirico,  si dedica alla letteratura noir in età matura, spinto da un incorcibile empito di autolesionismo. Esordisce con una serie di racconti pubblicati in varie antologie edite in Germania. Nel 2003 l’editore Todaro dà alle stampe il suo primo romanzo La morte e il salumiere, cui fa seguito, nel 2006, Il corpo del mondo. Sempre nel 2006, per i tipi di Piemme, esce in libreria Il sangue dello scorpione, primo romanzo di una trilogia, che si completa con la pubblicazione de Il Fabbricante del fuoco (2007) e I guardiani del tempio (2008). Nel 2009, con lo pseudonimo di Michael Travis, pubblica il romanzo L’ultimo Papa. Alcune opere dell’autore sono già state tradotte in lingua tedesca e spagnola. Nel 2011 ha pubblicato Oro, incenso e mitra, sempre per Todaro.

Roberto Valentini:
Nato il 22 luglio del 1960 alle 18, ultimo giorno del Cancro e quasi primo del Leone e questo la dice lunga sulla sua indole bipolare. Ha pubblicato finora quattro romanzi con protagonista il suo alter ego giornalistico Carlo Castelli, e Scimpru, un romanzo poliziesco ambientato tra Emilia e Sardegna. Roberto scrive di notte, quando i pensieri si mescolano al buio, e riscrive di giorno, negli spazi lasciati liberi dalla sua attività di imprenditore. A chi gli chiede perché scrive, sobbarcandosi la fatica immane di questa doppia vita, risponde che scrive perché non riesce a farne a meno e che comunque non è una domanda da fare. Ha pubblicato con Todaro la serie dedicata a Carlo Castelli: Impasto perfettoTerre rosseNero balsamicoNella città di cemento.