Mariano Sabatini – Primo venne Caino

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Editore Salani
Anno 2018
Genere Thriller
308 pagine – brossura e ebook

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Il giornalista e autore televisivo Mariano Sabatini (che tra l’altro – lo scopro ora – ha lavorato su “Parola Mia”, una delle mie trasmissioni televisive preferite), dopo aver vinto il Premio Flaiano e il Premio Mariano Romiti opera prima con il suo esordio come romanziere “L’inganno dell’ippocastano”, fa il suo ritorno sui nostri scaffali con “Primo venne Caino”, un thriller nel quale viene riportato in scena il protagonista del romanzo precedente, il giornalista investigativo Leo Malinverno, che lavora per Il Globo, testata (fittizia) di Roma.

È luglio; nella capitale c’è un caldo torrido, e Malinverno è in vacanza al mare con la giovanissima fidanzata greca Eimì, nella casa della famiglia di lei. A Roma, intanto, il maggiore dei Carabinieri Walter Sgrò e il brigadiere Lucia Simoncini indagano sull’omicidio di un giovane dal cui cadavere è stato asportato con cura e precisione un tatuaggio. Si tratta del secondo delitto del genere, e gli inquirenti cominciano a pensare a un serial killer che soprannominano, con poca fantasia (e altrettanto poca precisione), “Il Tatuatore”. Sgrò chiede il supporto della Polizia; il vicequestore aggiunto Jacopo Guerci, convinto che sia il caso di sollevare un pandemonio mediatico intorno al caso, chiama in causa proprio l’amico Malinverno, cui in fondo non dispiace lasciare l’ozio di Santorini. Ma il direttore de Il Globo, proprio in quei giorni, ha un infarto, e chi lo sostituisce non solo rifiuta di pubblicare l’articolo di Leo, ma addirittura lo sospende dal quotidiano. Malinverno allora decide di procedere in autonomia.

Devo confessare che, di primo acchito, la ricercatezza forse eccessiva del linguaggio, tale da sconfinare a volte nella leziosità, mi aveva respinto un po’. Ma dopo qualche capitolo si prende l’abitudine a trovare qui e là alcuni termini un po’ desueti, e ci si lascia trascinare da una trama costruita con maestria, una storia avvincente popolata da personaggi interessanti e combattuti, con al centro un Malinverno per il quale i disguidi finiscono per essere solo l’ultimo dei problemi.

Numerosi e molto belli sono gli scorci di Roma che l’autore ci propone, non limitandosi esclusivamente a cartoline delle zone storiche e turistiche o, al contrario, a immagini delle periferie dove regna il disagio sociale, ma spostandosi senza problemi dalle une alle altre a seconda di dove ci porta la storia, con puntate anche sui colli e sul litorale tirrenico. Il fatto, poi, che Leo Malinverno apprezzi la buona cucina, consente all’autore di raccontarci anche un po’ di ricette locali che fanno venire l’acquolina in bocca.

Attenzione, però: “Primo venne Caino” non è un giallo, come ho visto annunciato su alcuni siti web; si tratta invece di un ottimo thriller. Con questo intendo dire che il centro del romanzo non è cercare di anticipare la rivelazione dell’identità del serial killer, che risulta praticamente impossibile a una prima lettura (anche se con il senno di poi alcuni indizi c’erano), ma la persona di Leo Malinverno, con i suoi problemi personali e lavorativi, con la sua determinazione professionale e le sue incertezze relazionali. E con lui è avvincente seguire lo sviluppo di personaggi come il maggiore Sgrò e il brigadiere Simoncini e incontrare individui che, magari in una sola scena, fanno propria l’attenzione del lettore, quali il vecchio giornalista di Bologna o il figlio del professore universitario.

Primo venne Caino” è un romanzo affascinante, a tratti molto crudo – soprattutto quando vediamo qualcosa avvenire attraverso gli occhi del serial killer – ma per la maggior parte, invece, di tono anche piuttosto alto, in particolare quando Malinverno si ritrova ad affrontare situazioni che lo toccano personalmente (la relazione con Eimì, l’amicizia con Carla, il rapporto con il padre). Una lettura piacevolissima, che mi sento di consigliare caldamente.

Marco A. Piva

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Mariano Sabatini (Roma, 1971), giornalista, scrive per quotidiani, periodici e web. In passato è stato autore di programmi di successo per la Rai, Tmc e altri network nazionali, ha condotto rubriche in radio e oggi è molto presente sulle maggiori emittenti come commentatore. Ha scritto diversi libri. L’inganno dell’ippocastano (Salani, 2016) è il suo primo romanzo: in seconda edizione dopo due settimane dall’uscita, si è aggiudicato il premio Flaiano e il premio Romiti Opera prima 2017.