Carloalberto Biazzi – La stella a quattro punte

2257

Editore Novecento Media Collana Calibro 9
Anno 2017
Genere Thriller
563 pagine – brossura e ebook

[divider] [/divider]

Siamo in provincia di Verona, un piccolo paese – Fane – in cui ci si conosce tutti. Protagonista è la famiglia Mancini, padre – Franco – madre – Rossana – e due figlie, Flora e Claudia. Claudia ha una grande talento, suona il pianoforte e ha vinto il primo premio al concorso per pianisti “Note d’oro” con un brano che che è destinato a diventare un successo “Il blu dell’oceano”.

Un’importante casa discografica, la Motion Sound, vuole stipulare un contratto discografico, pubblicare le sue melodie con un disco e organizzarle anche dei concerti. Tutto questo clamore elettrizza moltissimo i genitori di Claudia che, però, presi dal forte entusiasmo e dal futuro roseo non tengono conto dei sentimenti della bambina. Lei non ama tutti quei riflettori puntati su di lei, vorrebbe vivere tranquillamente la sua infanzia, vorrebbe e preferirebbe avere tempo per lei e per i suoi adorati disegni. Ma i suoi genitori la trascinano insensibili in quel devastante vortice che è la popolarità e l’organizzazione della sua carriera pianistica.

Un giorno, l’8 agosto 1952, Claudia viene barbaramente uccisa in casa, colpita con un pesante posacenere in marmo. La morte di Claudia, chiaramente, lascerà nella disperazione i suoi genitori e Flora che ha scoperto per prima il cadavere di sua sorella e per questo ha subìto comprensibilmente un grosso shock. Dopo l’omicidio, la famiglia Mancini lascia Fane per trasferirsi a Verona e allontanarsi così dalla quella casa e dai quei luoghi che hanno procurato loro un immenso dolore. Dopo il diploma Flora parte per Boston dove frequenta un corso universitario in cinematografia e a Boston continuerà a vivere e a lavorare. E ormai trentacinquenne torna in Italia chiamata da sua zia Marta, sorella di sua madre, perché la casa di Fane è stata finalmente venduta e c’è da liberarla dagli oggetti che ci sono rimasti chiusi.

Per Flora non è facile rientrare in Italia, rivivere i ricordi e l’infanzia, rivedere quei luoghi che le riportano a galla il dolore mai sopito. Dolore che le continua a provocare bruttissimi incubi in cui vede l’assassino, ma al risveglio lei non ricorda nulla, il trauma ha cancellato la possibilità di ricordare. Non si è mai arrivati alla soluzione del caso, nessun assassino è stato assicurato alla giustizia, Claudia non c’è più e non si è mai scoperto chi le ha tolto la sua giovane vita. Chiunque sarebbe potuto entrare in casa ed eseguire il crudele omicidio. Ma chi? Le indagini non hanno portato a nulla e la morte di Claudia ha lasciato nella disperazione suo padre Franco, ha arrecato a sua madre Rossana una fortissima depressione che la fa vivere come una vegetale, ha devastato Flora con incubi ed ansie.

In tutti i disegni di Claudia compare nell’angolo destro del foglio una sagoma nera, quella sagoma che terrorizza la bambina, che l’accompagna nei suoi giorni, che non la fa vivere serenamente come vorrebbe e come dovrebbe. Capire chi è quella sagoma nera significherebbe finalmente e a distanza di anni sapere a chi appartiene la mano assassina e dare un volto al male. Nello scorrere delle 563 pagine piano piano la verità verrà a galla, una verità che si fa spazio tra le diverse ipotesi, tra i diversi protagonisti, ognuno di loro potrebbe essere il colpevole, ma uno, uno solo di loro è la sagoma nera.

Chi mi ha fatto molto riflettere in questa lettura sono stati soprattutto i genitori, Franco e Rossana. E in particolar modo la madre che ha un atteggiamento molto superficiale, si lascia abbindolare e coinvolgere dal successo di sua figlia, ma calpestando i sentimenti della bambina, sottovaluta i suoi malesseri, credendo certo di operare per il bene della figlia, ma non capendo il male che le fa.
Un male che, oltre che colpire Claudia, di riflesso avrà delle conseguenze anche su sua sorella Flora. Sia Rossana che Franco pagheranno duramente, la prima con una fortissima depressione che non l’abbandonerà mai, il secondo sacrificandosi per una verità che ha sempre saputo.

Può un genitore prevaricare sui desideri dei figli? E quanto questa prevaricazione può causare danni irreversibili e inarrestabili? In un’intervista rilasciata dall’autore, lui afferma “che leggere è un momento di grosso relax e dovrebbe essere così per tutti, quindi storie belle, avvincenti, scrittura molto semplice, che anche quando siano stanchi possiamo impegnarci a leggere qualche pagina”. E “La stella a quattro punte” è proprio questo, un libro dallo stile molto semplice e avvincente, che ti tiene incollato dalla prima all’ultima pagina, che racconta di paure e ombre, di desideri e di incubi, di parole che sarebbe stato meglio dire e che non sono state dette, di cose che sarebbe stato meglio fare e non sono state fatte.

Cecilia Dilorenzo

[divider] [/divider]

Lo scrittore:

CarloAlberto Biazzi nasce a Cremona. Nel 2010 gira il suo primo lungometraggio indipendente “Il viaggio di Simone”, che vince un premio speciale come miglior sceneggiatura. Nel 2012 è il momento del fantasy “Al di là del mondo”, un film metaforico sui giovani che hanno ancora voglia di sognare, e nello stesso anno gira il cortometraggio “L’attesa”.
Il 2013 è l’anno dell’horror “Il bosco dei sorrisi erranti”, un corto che vince il “Pistoia Film Festival” ed è in concorso a “CortoCinema”, mentre il 2014 è la volta de “Ricordi di un partigiano”, un cortometraggio d’epoca. Nel 2016 scrive e dirige il cortometraggio “Il padre di mia figlia”, con Giulio Scarpati presentato al Festival di Cannes e ad altri festival internazionali. I lavori cinematografici sono lavori indipendenti e non hanno una distribuzione effettiva.
A  novembre 2014 esce in libreria il suo primo romanzo “L’ultima luna di febbraio”, edito da Edizioni del Rosone. “La stella a quattro punte” è il suo secondo romanzo.