Eva Garcia Saenz de Urturi – Il silenzio della città bianca

1913

Editore Sperling & Kupfer
Anno 2018
Genere Thriller
456 pagine – rilegato e ebook
Traduzione di P. Olivieri

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Sono già passati vent’anni da quando Tasio Ortiz de Zarate, brillante archeologo e figura di spiccata importanza a Vitoria, è stato accusato di diversi omicidi dal suo fratello gemello Ignacio, un poliziotto della città.
Dopo tutto questo tempo, l’omicida riceve un permesso per poter uscire dal carcere per qualche giorno e, proprio quando sta per tornare in città e la strage di cui è stato accusato in passato sembra dimenticata dai suoi concittadini, nuove persone vengono uccise secondo lo stesso modus operandi che ha caratterizzato le morti degli innocenti di vent’anni prima.
Questo avvenimento getta nel terrore la città e, in particolare, l’ispettore della Omicidi Unai, specializzato in criminal profiling.
Le domande che si rincorrono nella sua testa sono molte: se Tasio al momento degli omicidi si trovava in carcere, come è possibile che nuove vittime siano state uccise nello stesso modo? Forse il criminale ha dei seguaci che, secondo i suoi ordini, stanno ripetendo la stessa strage? Forse un fanatico vuole continuare il progetto iniziato dal serial killer vent’anni prima? Oppure Tasio è stato incastrato dal fratello Ignacio?
Gli omicidi vengono inscenati allo stesso modo: due cadaveri, uno di uomo e uno di donna della stessa età, vengono appoggiati nudi a terra con una mano sulla guancia dell’altro.
Per finire nelle grinfie del killer bisogna soddisfare determinate condizioni che solo una mente sadica e senza scrupoli può avere progettato. Gli elementi che rendono veramente coinvolgente il racconto sono i flashback che ci aiutano, poco alla volta, a capire qualcosa di necessario per svelare il mistero.

Molto forte e, a volte, tormentato è il rapporto d’amicizia tra Unai e la collega Estibaliz: la loro complicità, l’intuizione immediata di ciò che l’altro sta pensando e la fiducia reciproca totale rendono molto interessanti i rapporti interpersonali fra i personaggi.
Durante il corso del racconto scoppia anche un amore proibito, fatto di baci segreti e frasi sussurrate che, per qualche attimo, ci fanno dimenticare di avere tra le mani un libro che parla di delitti e decessi, catapultandoci in un mondo di passione calda e coinvolgente.
Se mi domandassero chi è stato il personaggio che mi ha lasciata senza fiato, risponderei velocemente e senza esitazioni: il nonno di Unai.
Lui c’è sempre: in ogni momento di difficoltà appare e infonde il coraggio necessario ad andare avanti non solo nelle indagini, ma nella vita.
Questo nonno aiuta, comprende, parla e, se serve, rimane vicino a suo nipote in silenzio. In ogni circostanza ci rendiamo conto di trovarci davanti ad una persona saggia; una di quelle che, inspiegabilmente, capisce sempre cosa sia giusto fare, anche quando questo significa rimanere fermi al proprio posto, senza però mai abbandonare Unai.

L’ispettore sa di poter contare su una persona speciale, diversa, ed arriva perfino ad idealizzarla come “creatura sovrannaturale”; e il dubbio viene davvero: è possibile che esista qualcuno che ha trovato il suo posto nel mondo come il nonno di Unai?
Ciò che più emerge dal racconto è che non si può mai essere sicuri di conoscere a fondo una persona: gli investigatori dovranno sospettare di qualsiasi amico, familiare o conoscente, per trovare finalmente la risposta.
Un momento di forte crisi per Unai e Esti si verifica quando lui, spinto da indizi e da voci, arriva a sospettare del fratello della sua collega: la paura di diventare una vittima o di perdere qualche caro nel “gioco” che l’assassino ha messo in atto, spinge ogni persona a sospettare di chiunque possa risultare coinvolto in ciò che è accaduto e in ciò che, ancora una volta, sta accadendo.
Alla storia principale si aggiungono delle situazioni che ci coinvolgono e ci spingono a voler capire e, in qualche modo, a voler risolvere il caso.
Siamo davvero sicuri di conoscere le persone che ogni giorno ci stanno vicine?

Caterina Invernizzi

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La scrittrice:
Eva Garcìa Sàenz de Urturi, nata a Vitoria nel 1972, ha fatto il suo ingresso nel mondo della letteratura con la serie La saga de los longevos, un vero e proprio fenomeno editoriale (autopubblicata su Amazon, è subito diventata bestseller) che ha avuto grande fortuna anche negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia. Nel 2016 ha pubblicato Il silenzio della città bianca, il primo thriller ambientato nella città basca di Vitoria, bestseller che diventerà anche un film prodotto da A3Media Films.