Giorgio Ballario – Le nebbie di Massaua

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Giorgio Ballario, giornalista, lavora a La Stampa. Nel 2013 ha vinto il Premio GialloLatino con il racconto Dos gardenias, pubblicato da Segretissimo Mondadori. Con Vita spericolata di Albert Spaggiari, biografia di un famoso ladro francese degli anni Settanta (2016), è stato finalista al Premio Acqui Storia. L’ultima opera, Fuori dal coro (Eclettica, 2017), galleria di personaggi irregolari e controcorrente del Novecento. Dal 2014 è presidente di Torinoir, che con Edizioni del Capricorno ha pubblicato Porta palazzo in noir (2016) e Il Po in noir (2017). Sempre per Edizioni del Capricorno, Giorgio Ballario ha pubblicato Il destino dell’avvoltoio (2017).
Gli altri libri della saga di Morosini sono Morire è un attimo (Premio Archè Anguillara Sabazia 2010),Una donna di troppo. La seconda indagine del maggiore Aldo Morosini nell’Africa italiana (Edizioni Angolo Manzoni), e Le rose di Axum (Hobby&Work).

Per Edizioni del Capricorno, esce in libreria il 5 luglio 2018 una nuova avventura per il maggiore Morosini nell’Eritrea dell’Impero. Questa la sinossi:

Luglio 1936, l’Abissinia è conquistata e Mussolini ha proclamato l’impero. In una Massaua crocevia di militari e civili avviati verso il sogno della nuova Africa Orientale Italiana, il maggiore dei carabinieri Aldo Morosini si scopre vulnerabile: ha contratto la malaria ed è ricoverato in ospedale. Mentre cerca di sconfiggere la malattia, l’investigatore deve anche coordinare a distanza le indagini su una misteriosa morte avvenuta in una villa isolata. Un ingegnere minerario che viveva da eremita è stato trovato impiccato: delitto o suicidio?

Che cosa nascondono gli oscuri dipinti contrabbandati dalla vittima nello Yemen? E quali segreti custodisce la città di Harar, «isola» musulmana nell’ex impero cristiano del Negus, dove visse a lungo il poeta Arthur Rimbaud? Sia pure indebolito dalla malattia e con il solo aiuto dei suoi fedeli collaboratori, il maresciallo Eusebio Barbagallo e lo scium-basci indigeno Tesfaghì, dopo innumerevoli sforzi e colpi di scena, Morosini riuscirà infine a dissipare le «nebbie» che celano i veri motivi della morte dell’ingegnere. Tra i tanti personaggi d’invenzione spiccano alcuni cameo “storici”, dall’avventuriero e scrittore francese Henry de Monfreid al Mario Gramsci fascistissimo fratello minore di Antonio, Federale di Varese militare in Africa Orientale e in Libia e poi aderente alla Repubblica di Salò.