Marie Belloc Lowndes – Luna di miele da incubo

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Edizioni Le Assassine / Collana Vintage
Anno 2018
Genere Giallo
208 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Marina Grassini

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Le Edizioni le Assassine per la collana Vintage ha messo in atto un’operazione lodevolissima, quella  di pubblicare scrittrici di letteratura gialla del passato,  vere e proprie pioniere del genere. Per Contorni di noir ho letto “Luna di miele da incubo” di Marie Belloc Lowndes, britannica. Siamo a Parigi durante l’Esposizione Universale, la grande capitale francese brulica di visitatori.
Nancy e John Dampier, di nazionalità inglese, si sono sposati tre settimane prima e arrivano a Parigi dopo la luna di miele, John è un pittore e ha studio e abitazione in città. Prima di recarsi nella loro abitazione, decidono di passare qualche giorno presso l’Hotel Saint Ange ma, essendo pieno, saranno costretti a  sistemarsi in due camere separate. Nancy, ad esempio, verrà ospitata nella deliziosa camera della giovane figlia degli albergatori, i Poulain.

Ma, dalla mattina dopo, la signora Dampier non  avrà più notizie di suo marito, sparito.  E la cosa più inquietante è che i signori Poulain affermano che Nancy la sera prima è arrivata da sola, non c’era nessun signor John Dampier con lei. Potete immaginare la sua disperazione, da sola, in un paese straniero, non parla e non comprende il francese, se non poche parole. In suo aiuto arriverà una famiglia americana, i Burton, anche loro ospiti presso L’Hotel  Saint Ange, il senatore Burton e i suoi due figli Daisy e Gerald.
Il senatore Burton non può neanche lontanamente immaginare che i Poulain dicano qualcosa che non sia vero, non dubita affatto della loro onestà, li conosce da tanti anni e con i suoi figli è sempre ospite da loro. D’altro canto, anche Nancy è una ragazza deliziosa, bella e sembra assolutamente  sincera quando dice che è arrivata  in albergo insieme a suo marito John.
Nancy e i Burton le proveranno tutte, si recheranno presso la Morgue, la polizia locale, presso le ambasciate, sia quella americana che quella inglese, parleranno e chiederanno aiuto  al Prefetto. Non ci saranno risultati. Non può essersi volatilizzato, non può essere svanito nel nulla dalla sera alla mattina. Solo nelle ultimissime pagine troveremo la risposta che ci si pone, che fine ha fatto John Dampier?

“Luna di miele da incubo” ha uno stile d’altri tempi, affascinante e capace di catturare il lettore con il potere della bella scrittura senza effetti speciali. Le descrizioni della città, dei sentimenti contrastanti che vive ogni protagonista della storia, di come  si svolgono le attività all’interno delle ambasciate e degli uffici che si occupano della sicurezza della città, rendono la lettura coinvolgente con la curiosità che aumenta sempre più man mano che la vicenda scorre. Più passa il tempo senza che si sappia nulla di John e più il lettore si lambiccherà il cervello. Una grande importanza è attribuita dall’autrice ai due ragazzi Burton.
Daisy e Gerald fanno parte della buona società americana, sono spesso in viaggio e abitualmente passano diversi periodi nella bella capitale francese dove conducono la loro vita sociale. Ma per sostenere Nancy rinunciano molto volentieri ai loro passatempi, le sono sempre vicini e la sostengono. Immaginatevi da sola, in un paese straniero e senza conoscere la lingua, in un paese dove strenuamente dovete ribadire quello che per voi è ovvio e che invece altre persone altrettanto  fortemente  negano. Potete quindi ben immaginare quanto sia importante avere la fortuna di incontrare delle persone che ci sostengano pur non conoscendoci, ma che anzi non avranno mai il minino sospetto su di noi. Prerogativa probabilmente più vicina alle nuove generazioni che non a quelle più anziane. Infatti, a differenza dei suoi figli, sarà il senatore Burton a nutrire qualche sospetto e a non essere sempre così sicuro come i suoi ragazzi. Nancy e Daisy diventano praticamente sorelle tanto è la vicinanza e il conforto.
Gerald si impegna tantissimo in ogni tipo di ricerca e il suo sentimento iniziale di amicizia si trasformerà piano piano in un sentimento più profondo.

Attraverso Contorni di noir ringrazio le Edizioni le Assassine per la loro interessante e bella iniziativa.  Se c’è un oggi è perché c’è stato un ieri. Se oggi esistono tanti scrittori e scrittrici di letteratura gialla è perché ci sono stati tanti altrettanti scrittori e scrittrici pionieri che hanno gettato delle basi fondamentali. Oggi è cambiato tantissimo, c’è un altro stile di scrittura, spesso e volentieri si ricorre alle nuove tecnologie a disposizione delle unità investigative. Ma tutto ciò non ci deve impedire di andare ala scoperta o alla riscoperta di chi ha scritto e prodotto nel passato creando capolavori che superano il tempo e lo spazio. Si pensa ai nomi più famosi, ma ne esistono tanti altrettanto bravi ma non conosciutissimi. L’opera di divulgazione intrapresa da chi ha creato le Edizioni le Assassine merita quindi più pubblicità possibile e un ringraziamento speciale.
Non vi resta quindi che andare in libreria, acquistare “Luna di miele da incubo” e scoprire cos’è veramente successo.

Cecilia Dilorenzo

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La scrittrice:
Marie Belloc Lowndes (1868-1947). Di padre francese e di madre inglese, visse tra i due Paesi. Sposò un giornalista del Times e tra i suoi amici ebbe Henry James, Oscar Wilde, H.G. Wells, Graham Greene.
Fu un’autrice molto prolifica, ma è con il genere giallo che divenne famosa. Le sue trame, spesso basate su casi veramente accaduti, combinano elementi di suspense con intuizioni psicologiche, apprezzate anche da Ernest Hemingway che la cita nel suo libro Festa mobile. Dalle sue storie furono tratti anche film.
A lei si deve The lodger, più di un milione di copie vendute (tradotto in italiano dall’editore Sellerio) che, ispirato a Jack lo Squartatore, servì da trama al primo film muto di Hitchcock, girato nel 1927. La Belloc fu anche un’antesignana di Agatha Christie, che si ispirò a un suo personaggio, il detective francese Hercules Popeau,  per il famoso detective Hercule Poirot.