Pasquale Ruju – Stagione di cenere

1965

Edizioni E/O / Collana Sabot/age
Anno 2018
Genere Noir
240 pagine – brossura e ebook

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“Francesco?”
“ Sono io, ma…”
“Francesco, sono Carla”
“Carla….”
“Lo so , è tanto tempo noi non…..Insomma, volevo parlare un po’ con te!”

Oh mio Dio, ricordo che pensai.
E adesso?
ADESSO.

Un anno dopo. Quattro stagioni, dodici mesi, trecentosessantacinque giorni dopo, mi trovai a ripensarci. Non che quella telefonata mi fosse tornata in mente di colpo, niente affatto. Non se n’era mai andata, in realtà.

Alzi la mano chi , fra le lettrici di Pasquale Ruju, non si è un po’ innamorata di Franco Zanna. Il fotoreporter, investigatore dilettante, rude, tormentato da un passato che ha stravolto la sua vita, non può lasciare indifferenti gli animi romantici e sensibili. Ma neppure chi ama le storie d’azione, che trattano problematiche attuali. Insomma, come si suol dire, ce n’è per ogni gusto. Dopo il romanzo “Nero di mare”, in cui abbiamo conosciuto questo personaggio, era d’obbligo una storia che proseguisse le avventure di Franco Zanna, con un nuovo caso da risolvere, e con nuovi svolgimenti nella sua vita privata.
Ed ecco “Stagione di cenere”, ambientato come il precedente nella sua Sardegna, che ha come co-protagonista il FUOCO.
Sì, proprio il fuoco. Tutti conosciamo il ben triste fenomeno degli incendi, in questa come in altre regioni; qui il problema viene sviscerato, seppur sotto le spoglie di romanzo noir, in tutti i suoi aspetti. Prima di parlare del romanzo è d’obbligo un piccolo passo indietro.

Franco Zanna, fotoreporter di successo a Torino, ha dovuto lasciare la moglie senza spiegazioni diciassette anni prima, per sfuggire a pericolose minacce di morte alla famiglia, e si è rifugiato in Sardegna. Qui, dopo avere trovato nascondiglio dallo zio Gonario, ex bandito ora a riposo, vivacchia facendo il fotoreporter in costa Smeralda, con scoop su personaggi del bel mondo, feste, eventi mondani. Ma la nostalgia, il rimpianto di ciò che ha dovuto lasciare, non lo abbandonano mai. Questa storia inizia col ritrovamento, durante uno degli incendi che periodicamente funestano l’isola,di un famoso uomo d’affari, Vincent De Wilde, bruciato vivo. Zanna, che si trova nelle vicinanze, lo soccorre e ne raccoglie l’ultima parola: Carine. Questa altri non è che la figlia di De Wilde, che famigliarizza con Zanna e lo assolda per scoprire la verità. E’ infatti convinta che l’uomo sia stato ucciso. Appena Zanna si mette in moto, il gioco si fa duro. Interessi milionari si muovono dietro a questi fuochi, con una manovalanza pronta a tutto per denaro -veri professionisti dell’incendio – ma anche con personaggi insospettabili e spesso incensurati, che muovono le fila del gioco, come perversi burattinai.

La storia è talmente incalzante, da mozzare il respiro, e tra un incendio, un attentato, un’aggressione, si scoprono sempre nuovi risvolti, degni di un thriller di prim’ordine. La parte “privata “ del protagonista va di pari passo all’altra storia: il bel rapporto con la figlia, a cui si è riunito da poco, con le preoccupazioni di ogni padre di questo mondo; il rimpianto vivo e bruciante per l’amata moglie Carla, che pensa perduta; l’affetto che lo lega ormai a Carine De Wilde, che intende aiutare e proteggere. Senza questa parte il romanzo si ridurrebbe ad un noir e basta, mentre così ha uno spessore psicologico di tutto rispetto. Il tema degli incendi dolosi, e dell’immenso giro d’affari ad essi legato: piani regolatori cambiati, speculazioni, connivenze del mondo politico, qui è trattato dall’autore con competenza e partecipazione; lui, in quanto sardo purosangue ed innamorato della sua isola, “è” Franco Zanna, e gli dà voce in modo perfetto. I personaggi che ruotano intorno al protagonista sono tutti intriganti, soprattutto lo zio Gonario, vecchio ex bandito in pensione: una figura veramente ben costruita, che tiene un bel posto nella storia.

Vicino alle scene d’azione, alle sorprese , non guastano i suoi ricordi, rimpianti , malinconie per ciò che ha perduto. Un romanzo veramente completo, perciò, che appassiona dalla prima all’ultima riga. Scritto con stile eccellente, asciutto; capitoli brevi, incisivi, che ricordano un po’ il fumetto , di cui Ruju è un esperto. Ultimo, ma non ultimo: un finale a sorpresissima! Che ci fa ben sperare in un seguito, e non solo. Se prima Pasquale Ruju era promosso, ora lo è con lode.

Rosy Volta

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Pasquale Ruju, classe 1962, laureato in Architettura, ha lavorato in teatro, cinema, radio, televisione e nel doppiaggio, dando voce a personaggi di cartoni animati, soap e telefilm. Dal 1994 collabora con la Sergio Bonelli Editore in qualità di soggettista e sceneggiatore. Ha scritto oltre cento storie per albi di Tex, Dylan Dog, Nathan Never, Dampyr, Martin Mystère ed è autore delle miniserie Demian, Cassidy e Hellnoir. Le Edizioni E/O hanno pubblicato Un caso come gli altri e Nero di mareStagione di cenere è il suo terzo romanzo.