
Il libro:
Edizioni: Fanucci Editore/Collezione Vintage
Anno 2008
192 pagine – Brossura
Tradotto da Luca Conti
La trama:
Un uomo, Balthazar, non è quello che si dice essere un vincente nella vita, anzi. Il suo destino è già segnato e la cosa peggiore è che viene coinvolto da un suo amico a partecipare ad una rapina insieme a una banda di gangsters italiani (ma chissà perchè si parla sempre di quelli italiani!). Nello svolgersi dell’azione, Balthazar uccide il suo amico e si ritrova ad essere inseguito da tutti, dalla polizia ai sicari malavitosi, che vogliono cucirgli la bocca prima che venga arrestato.
Balthazar fugge nelle profondità della città, negli angoli nascosti dove trova altri reietti come lui. E mentre naviga per non sprofondare, incontra una ragazza in uno squallido bistrot, Bistrot, che lo trascinerà ancora di più nel baratro.
L’ho praticamente letto in due giorni e una cosa che traspare immediatamente è il sottile velo di tristezza che mi accompagna per tutta la durata della storia.
Una malinconica vita di un uomo, nato con la strada già segnata da una cattiva stella. L’unica compagna,la solitudine, che lo rende da un lato più crudo e vero,dall’altro ci fa capire quanto sia sottile e delicato il baratro che ci divide dalla follia. Un assassino che rimane indifferente ai corpi la cui vita sta scivolando verso l’oblio.Un uomo combattuto dalle passioni.
C’è una bellissima dicitura che non potrebbe descrivere meglio i tratti salienti del suo carattere: un uomo ossessionato dalla vita e sballottato per le strade senza sapere dove andrà a finire.
Dice Léo Malet nell’introduzione:
“Nessuno dei compagni del destino può sfuggire all’appuntamento fatale”.
Agli amanti di Izzo e non solo: un autore da non perdere.
Lo scrittore:
Nasce a Narbonne nel 1919. Considerato un maestro del noir francese, ma dal carattere difficile, scrive centinaia di romanzi. Va a vivere a Parigi in età giovanissima e dopo varie vicissitudini legate alle guerre, partecipa per breve tempo alla Resistenza nel 1944. Riesce ad avere un grande successo dopo aver provato a svolgere lavori di tutti i tipi, ma questo purtroppo non lo esime dal morire a soli 53 anni, nel 1972, a causa dell’alcolismo.
Dello stesso autore, Fanucci ha pubblicato La vittima