Yashmina Kadra – Le sirene di Bagdad

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Il libro
Editore Mondadori / Collana Strade blu. Fiction
Anno 2007
200 pagine – Brossura
Traduzione Bellini M.

La trama:

Tutto è pacifico e tranquillo nel minuscolo villaggio di Kafr Karam, dove tutti si conoscono e sono uniti tra loro per legami di sangue. Non è certo il paradiso, ma gli abitanti sanno trarre pienamente profitto da ogni istante che passa, sforzandosi di restare ai margini della guerra che sta devastando la non lontanissima Bagdad. Ma la sfortuna, sotto forma di un missile, si sta per abbattere sul villaggio, su una sala per le feste dove si sta celebrando un matrimonio. Davanti a questa catastrofe e al terribile spettacolo dei corpi mutilati, gli abitanti restano scioccati e quasi inebetiti. Si aspettano delle spiegazioni dall’autorità americana, qualche segno di attenzione e di riconoscimento per la tragedia che li ha colpiti. Ma prima gli americani si limitano a delle scuse formali per un episodio per loro nel complesso banale in tempo di guerra, poi mandano dei loro soldati nel villaggio perché sospettano che ci siano delle armi nascoste. Tutte le case vengono perquisite brutalmente e un giovane beduino di 20 anni è costretto ad assistere allo spettacolo della feroce umiliazione pubblica del padre ad opera delle truppe USA. Dopo questo disonore, il giovane sa di non potere più guardare in faccia il padre: i tabù sono stati violati e l’unica cosa che ha per la testa è di vendicare questa offesa. Parte per unirsi alla ‘resistenza’ a Baghdad, ma una volta giunto nella capitale resta ben presto deluso dalla guerra più civile che di resistenza che vi si sta svolgendo.
Tema delicato da trattare e sempre nell’occhio del ciclone: il rapporto tra Occidente e Medio Oriente.
Il modo in cui lo scrittore utilizza è partendo dalla visione di un paesino sperduto, non lontano da Baghdad, in cui il mondo sembra fermarsi, rallentando i ritmi della quotidianità.
In questo silenzio ovattato, dei fragori risvegliano gli abitanti intorpiditi e ci riportano tristemente alla ribalta delle cronache.
Prima con l’uccisione di un ragazzo disabile, la cui colpa è quella di scappare spaventato alla vista delle uniformi e delle armi spianate, poi con l’esplosione di una bomba durante un matrimonio, causando varie vittime fra i civili.
Di fronte alle blande giustificazioni occidentali, sale lo sdegno degli abitanti, che in un attimo si trasforma in odio e in desiderio di vendetta. Obiettivo: ripagare con la stessa moneta.
Qui comincia la storia di un ragazzo, che decide di lasciare il suo paesino per ridare dignità al proprio popolo.
Le mie perplessità iniziali si sono trasformate in una piena approvazione, man mano che procedevo nella lettura, colma di significato, profonda nella descrizione di una realtà completamente diversa dalla nostra, ma alla ricerca di scopi comuni: il dialogo e il confronto, l’accantonamento degli interessi personali, per dedicarsi a quelli del popolo e la difficoltà di attuare tutto questo, inseguendo affannosamente il modo di vincere a una sorta di braccio di ferro, solo per dimostrare di essere i più forti.
Ma non ci sono nè vinti, nè vincitori. Una grande lezione per tutti.
Fermiamoci e ripartiamo da zero.
La scheda del libro: Scheda Mondadori
Lo scrittore:
Nato nel 1956 in Algeria, Yasmina Khadra è uno pseudonimo. Il vero nome dello scrittore è Mohammed Moulessehoul. Nel 1999 è uscito allo scoperto, dopo aver raccontato le motivazioni del suo segreto. Era stato reclutato all’età di soli 9 anni alla scuola dei cadetti, faceva parte dell’esercito algerino, ma la sua vera passione era scrivere. Ha dovuto utilizzare il nome di sua moglie per continuare a farlo e molti dei suoi libri sono stati pubblicati in Francia, tradotti anche in Italia, tra cui “Morituri” e “Doppio bianco”, due noir di successo.

Sito ufficiale: http://www.yasmina-khadra.com/

Ho recensito anche: Cosa sognano i lupi