Roberto Riccardi Undercover Niente è come sembra

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Il libro:
Editore E/O Collezione Sabot/age
Anno 2012
224 pagine – brossura
La trama e recensione:
cop-undeercover-DEF1-175x280Il luogo è lo stesso: Aspromonte, in Calabria. Il destino è opposto, quello di Rocco Liguori e di Antonio – Nino – Calabrò. Il primo agente undercover della Direzione antidroga, il secondo dedito al traffico di stupefacenti, diventato “picciotto” con un rito solenne ad opera di suo padre Filippo.
Un’amicizia nata fra due bambini, che da adulti si ritroveranno a rammentare con nostalgia. Un uomo al servizio dello Stato e l’altro al servizio della ‘ndrangheta. Il coltello e la chiave, simboli che disciplinano gli uomini d’onore e gli sbirri.
Oggetto del contendere: una partita di sette tonnellate di cocaina, partite dall’America latina, in rotta verso l’Italia, un agente infiltrato sparito e uno che prende il suo posto in questa guerra tra il Bene e il Male, che come sempre si mescolano e si rischia di restarne coinvolti, sia come protagonisti che come lettori.
Altro romanzo della collana Sabot/age che mi capita di leggere, dopo Una brutta storia di Piergiorgio Pulixi, La ballata di Mila di Matteo Strukul, Lupi di fronte al mare di Carlo Mazza.
Altro romanzo di denuncia, che punta il dito sul collegamento tra America Latina e Italia sul traffico di droga, accompagnato da collusioni tra ‘ndrangheta e forze di polizia. Ogni volta che mi capita di leggere romanzi che, in realtà, raccontano vita vera, mi rendo conto del marcio da cui siamo sommersi e ancora riusciamo a dire di non sentire la puzza..
Ormai non c’è più una netta divisione tra legge e illegalità e si fa fatica a distinguerne i profili o, se preferite, i “Contorni”. Protagonisti sono Rocco Liguori e Nino Calabrò, cresciuti in un luogo in cui la scelta è quasi obbligata sul proprio futuro. Perché non c’è molto da scegliere.
Così come in quei paesi latini, in cui i campesinos, volenti o nolenti, vengono reclutati per il traffico di droga. Chi si ribella è morto, allora tanto vale guadagnare un bel po’ di soldi e ripulirsi dallo sporco delle baracche e dei rifiuti.
Ma un agente infiltrato riuscirà a mantenere il sangue freddo necessario per non farsi scoprire? Riuscirà a recitare bene la sua parte? Il rischio è essere scoperto o, al contrario, non sapere più chi si è davvero e chi sono quelli che lo circondano..buoni o cattivi?
Roberto Riccardi riesce a tenere viva la trama, disegnando i personaggi in modo netto, descrivendo la passione di chi sceglie di stare dalla parte della legge e dei sacrifici – spesso immani – che questo comporta, a cominciare dalla vita privata. Ma anche chi decide di stare dall’altro lato della barricata non se la passa meglio..un consiglio su come non fidarsi mai delle apparenze.
Una sorpresa, non tanto nella trama, quanto nell’esposizione del profilo psicologico attribuita al romanzo.
Lo scrittore:
Roberto Riccardi è colonnello dell’Arma e direttore della rivista Il Carabiniere. Ha lavorato per anni in Sicilia e Calabria e ha comandato la Sezione antidroga del Nucleo investigativo di Roma svolgendo indagini in campo internazionale. Ha esordito nel 2009 con Sono stato un numero (Giuntina) a cui è seguito il thriller Legame di sangue (Mondadori, 2009), il romanzo storico La foto sulla spiaggia (Giuntina, 2012) e il giallo I condannati (Giallo Mondadori, 2012).